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www.ildialogo.org "JUS SOLI". Un fatto di civiltà,di DANILO TOSARELLI

Lettera
"JUS SOLI". Un fatto di civiltà

di DANILO TOSARELLI

In questi giorni si sta molto parlando di questo "JUS SOLI".

Grillo lo ha citato in uno dei suoi messaggi e propone un eventuale referendum in merito, ma è evidente dai toni, che lui non è per niente d'accordo su questa ipotesi.

Un'altra cosa che mi divide profondamente da chi la pensa come lui e ne approfitta per riproporre ricette xenofobe.

Grillo stempera la sua avversione, ma avversione rimane, altri come Ignazio la Russa ed i suoi Fratelli D'Italia speculano pesantemente.

"Lo "JUS SOLI" è un pericolo. Diventeremmo una calamita per tutte le partorienti clandestine".

Non credo siano molto lontani da questa idea nè la Lega, nè il PDL.

Affido ad alcuni dati che ho raccolto, la risposta a queste demagogie populiste che rischiano di invelenire ulteriormente un clima sociale che è già preoccupante.

DOSSIER CARITAS ottobre 2012.

Gli immigrati regolari in Italia sono poco più di 5 milioni.

Gli introiti che essi assicurano alle casse dello Stato sono più elevati di quanto si spende per loro.

Il bilancio tra costi e benefici, derivanti dal lavoro degli immigrati, è positivo per 1,7 miliardi di euro.

Producono l'11% del PIL.

Forse pochi sanno che le donne italiane fanno mediamente solo 1,2 figli ciascuna e questo significa che "la popolazione italiana vera" sta diminuendo costantemente.

Per garantire lo stesso numero di "Italiani veri" le ns donne dovrebbero fare almeno 2 figli a testa. Ma questo non accade. Chissà come mai?

E allora voglio dire, a chi ipotizza prossime invasioni di immigrati nel ns Paese, che la loro presenza aumenterà negli anni.

Le statistiche prevedono nel 2050 una presenza triplicata di immigrati, ma sarà proprio questo fenomeno la ns fortuna.

Senza di loro, il nostro accentuato processo di invecchiamento pregiudicherebbe seriamente le capacità produttive del Paese.

Ma torniamo al nostro "JUS SOLI" che turba i sonni di tanti "buoni ed onesti italiani".

Un anno fa vennero depositate oltre 100mila firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare per la riforma del diritto di cittadinanza e l'introduzione del principio "JUS SOLI" nel ns ordinamento.

Questa proposta, promossa dall'associazione "L'Italia sono anch'io", è ancora ferma alla commissione Giustizia della Camera.

Ma voglio aggiungere che anche il presidente della Repubblica Napolitano ebbe modo di soffermarsi sull'argomento nel suo discorso di fine anno.

Napolitano ribadì la necessità di dare una risposta a tutti i bambini nati in Italia da genitori stranieri.

"E' concepibile che dopo essere cresciuti ed essersi formati qui, restino stranieri in Italia?"

Negli ultimi 10 anni l'anagrafe ha registrato 590mila bambini nati da genitori stranieri.

Potranno richiedere la cittadinanza italiana solo al compimento dei 18 anni di età e solo se saranno in possesso di tutti i requisiti (a volte assai complicati).

Non sono d'accordo che le cose vadano avanti così.

Credo che la questione meriti tutta la ns attenzione, perchè riguarda per davvero il futuro del ns Paese.

Posso dire che concedere lo "JUS SOLI" è per me un fatto di civilità?

Buona cultura e grado di civiltà non sono elementi scindibili in un paese che si voglia definire democratico.

Piaccia o non piaccia il ns futuro sarà multietnico, multicolore e multirazziale.

Basta alzare muri o ipotizzare filo spinato...

Prepariamoci ad un processo di integrazione che va favorito e non ostacolato. Ritengo tutto ciò una scelta saggia e lungimirante.

Le difficoltà non mancano, perchè occorrono anche leggi adeguate, ma lavoriamo tutti insieme verso questo obiettivo.

DANILO TOSARELLI Milano

*Qua sotto troverete una scheda sullo "JUS SOLI" e relativa proposta di legge, che ebbi modo di inviare a tutti i componenti della mia mailing list nel giugno 2011.

Stranieri/ "Jus soli e cittadinanza devono essere un diritto"

Mercoledí 22.06.2011 13:37

Introduzione dello jus soli, per cui chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno è italiano, e possibilità di diventare italiano con la maggiore età anche per quei bambini nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno o nati all’estero ed entrati nel nostro paese entro il decimo anno di età, per poi soggiornarvi legalmente.

Sono due delle proposte contenute nella proposta di legge di iniziativa popolare voluta dai promotori della campagna “L’Italia sono anch’io”, che a partire dall’autunno 2011 raccoglieranno le firme per appoggiarla.

Il testo introdurrebbe in Italia il principio dello jus soli, cioè il diritto di essere cittadini del nostro paese a partire dal luogo nel quale si nasce e non dalla discendenza di sangue: la cittadinanza verrebbe definita come diritto soggettivo e legittima aspirazione delle persone a partecipare a pieno titolo alla vita della comunità e della città, dopo un periodo di soggiorno legale sul territorio, e in tempi ragionevoli.

Oggi il testo in tema di cittadinanza è la legge 91/1992, che prevede tre tipi di cittadinanza per chi è di origine straniera:

La cittadinanza per nascita, per naturalizzazione, per matrimonio.

La legge prevede che è cittadino per nascita chi è nato da cittadini italiani; dunque, se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio diventa cittadino italiano,

Ma se i genitori non sono cittadini italiani il figlio viene iscritto all’anagrafe come straniero (anche se nasce in Italia) e può diventare cittadino italiano solo dopo il compimento del 18esimo anno, se lo richiede e se risulta ininterrottamente residente su suolo Italiano senza cancellazioni.

Se non presenta questa richiesta entro l’anno previsto, può chiedere la naturalizzazione con il requisito di 3 anni di residenza legale e ininterrotta.

Con la proposta di legge di iniziativa popolare cambierebbe molto: sarebbero cittadini italiani i nati in Italia che abbiano almeno un genitore legalmente soggiornante, il quale ne faccia richiesta.

E’ previsto poi che siano Italiani i nati da genitori nati in Italia, a prescindere dalla condizione giuridica di quest’ultimi.

Questo principio andrebbe a risolvere situazioni paradossali di bambini che nascono da adulti nati in Italia e non italiani e riproducono una condizione di limbo ingiustificata, una sorta di apolidia familiare che non può essere in alcun modo accettata.

Un’altra importante novità è quella della competenza dei sindaci nella procedura di attribuzione della cittadinanza, come vertici delle istituzioni più vicine ai cittadini e in un principio di territorialità, avvicinando così il livello delle decisioni alle persone e alle comunità coinvolte e riducendo al minimo la discrezionalità sulla decisione definitiva che è basata quasi esclusivamente su presupposti definiti e verificabili.

In tema di naturalizzazione, l’attuale legge 91/92 non fa differenza tra i minori non nati in Italia, anche se vi trascorrono la loro infanzia e la loro formazione, e gli adulti.

I minori non nati in Italia sono stranieri a tutti gli effetti, sono sul suolo Italiano con permesso di soggiorno e a 18 anni per diventare cittadini italiani debbono dimostrare 10 anni di residenza legale ininterrotta, con lavoro o studio regolari, come tutti gli altri stranieri.

La decisione è del Viminale: la cittadinanza viene acquistata con domanda al prefetto, proposta dal Ministero dell’Interno e con decreto del Presidente della Repubblica.

La proposta di legge di iniziativa popolare scinde le due situazioni e riconosce un diritto per i tanti minori che crescono e vivono in Italia da italiani.

I bambini e le bambine che, nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il decimo anno di età, e che vi abbiano soggiornato legalmente, possono diventare italiani con la maggiore età se ne fanno richiesta entro due anni.

Un percorso – viene sottolineato - che dà una certezza ai bambini e alle bambine di poter diventare cittadini una volta maggiorenni.

Inoltre, su richiesta dei genitori, diventano cittadini italiani i minori che hanno frequentato un corso di istruzione.

Quanto invece alla naturalizzazione, essa potrà venire presentata da uno straniero legalmente soggiornante da 5 anni, e non da 10 anni come previsto attualmente.

Tratto da Affari Italiani del 22 giugno 2011



Giovedì 16 Maggio,2013 Ore: 18:01
 
 
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