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www.ildialogo.org Tu vuò fa l'americano, ma sei Presidente in Italy,di <i>Marco Lombardi </i>

Lettera
Tu vuò fa l'americano, ma sei Presidente in Italy

di Marco Lombardi

Sono bastate poche ore, giusto il tempo per i partiti di scorrere la lista dei dieci saggi ed accorgersi che la stessa non fosse conforme ai loro interessi, affinché lo strappo istituzionale compiuto da Giorgio Napolitano venisse alla luce. Sì, perché un conto è rappresentare l'unità nazionale, magari promuovendo un esecutivo tecnico così detto “del presidente” ma formalmente sostenuto sempre e solo dal Parlamento, altra cosa è esercitare di proprio pugno, benché coadiuvato da personalità terze, la funzione di indirizzo politico-amministrativo. Una funzione che la Costituzione assegna inequivocabilmente ad un altro Presidente, quello del Consiglio dei Ministri. La mossa del Capo dello Stato, che si immagina frutto di un accordo informale con i gruppi parlamentari, da cui forse il suo stupore per il precoce venir meno del loro appoggio, appare adesso come un maldestro tentativo di scimmiottare i regimi presidenziali. Le teste d'uovo di John Fitzgerald Kennedy hanno fatto storia e, fatte le debite proporzioni, la Commissione Attalì è stata forse il punto più alto della presidenza Sarkozy. Ma negli Stati Uniti d'America, come in Francia, appartiene proprio al Capo dello Stato il potere di dettare le linee programmatiche, controbilanciato da un Parlamento altrettanto forte. In Italia le cose vanno diversamente e l'idea avuta da Giorgio Napolitano di sospendere la natura parlamentare dell'ordinamento italiano, sia essa figlia di saggezza o di ingenuità, rischia di chiudere in malo modo un settennato che, nei suoi ultimi mesi di vita, aveva altresì ottenuto giusti elogi a livello internazionale.

Marco Lombardi




Martedì 02 Aprile,2013 Ore: 22:27
 
 
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