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www.ildialogo.org Ramadan: cosa significa e come si pratica,a cura di Giovanni Sarubbi

Islam
Ramadan: cosa significa e come si pratica

Intervista ad Hamza Roberto Piccardo


a cura di Giovanni Sarubbi

D. Il 24 aprile inizia il mese di Ramadan anno 1441 del calendario islamico.
 
R. Dice il Corano: “È nel mese di Ramadàn che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l’inizio] digiuni [147] . E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete riconoscenti!” (II, 185)
 
D. Cominciamo con le cose pratiche, si digiuna, da che ora a che ora, si mangia, cosa si mangia, quando si mangia, e come si svolge concretamente la vita quotidiana di un musulmano.
 
R. In base al Corano e alla Sunna del Profeta Muhammad (pbsl) l'astinenza da cibo, bevanda e relazione sessuale è prescritta dalla prima luce dell'alba (fajr) fino al completo tramonto del sole (maghreb), dice il Corano: “Mangiate e bevete finché, all’alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera” (II, 187)
 
D. C’è diversità fra i musulmani che vivono in un paese a maggioranza musulmana e uno che vive in un paese dove i musulmani sono minoranza? Come si vive il ramadan in un paese arabo e la dove, pur essendo maggioranza, la popolazione non è araba?
 
R. Evidentemente il contesto locale e culturale crea differenze eppure il Ramadan è un elemnto unificante (come del resto la preghiera rituale). In un Paese arabo o comunque abitato in grande maggioranza da musulmani, tutta la vita sociale, lavorativa e consuetudinaria si modfica in base agli orari del digiuno e questo, se da una parte aiuta, dall'altra rischia di far perdere il senso profondo del sacrificio che è connaturato al precetto. Ho conosciuto molti musulmani, che vivendo in Italia, mi hanno confessato che preferivano passare il mese di Ramadan qui perchè ne sentivano di più il senso e la profondità.
 
D. Ramadan mese sacro, cosa è il sacro per i musulmani?
 
R. Dal punto di vista dottrinale ramadan non è uno dei mesi “sacri”, lo sono: Muharram (il primo mese del calendario lunare), il mese di Rajab (il settimo mese), Shawal ( il mese successivo a Ramadan) Dhu’l Qa’dah (l'undicesimo mese) e Dhu’-Hijjah (il mese successivo in cui si compie il Pellegrinaggio annuale). Cionostante se per sacro intediamo quello che ci mette in stretta relazione con il divino, è certamente Ramadan, e il digiuno, il mese che più ci avvicina al nostro Creatore.
 
D. È la prima volta che il ramadan si svolge durante una pandemia o ci sono state già esperienze simili? Ci possono essere controindicazioni da un punto di vista di salute?
Non ho contezza di periodi simili generalizzati nella storia islamica. Certamente chi non è in condizione di salute per poterlo assolvere ne è esentato, salvo poi recuperare i giorni persi non appena possibile, ma questa è la regola generale... chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni.
 
D. Perchè Ramadan? Perchè esso è stato prescritto ed è uno dei 5 pilastri dell’islam?
 
R. Nel mese di Ramadan il digiuno rinserra e approfondisce la nostra relazione con Allah Altissimo. Il credente che assolve il precetto persegue al ihsan (il perfezionamento). Cioè realizziamo di essere sempre davanti al nostro Signore e cerchiamo la Sua soddisfazione e misericordia.
In una celeberrima tradizione (hadith) si narra che l'angelo Gabriele venne, in forma umana, ad interrogare il Profeta Muhammad, gli chiese a proposito dell'Islam e lui rispose: “ «L'Islam è che tu testimoni che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah; che tu compia la preghiera rituale, versi la zakat, digiuni nel mese di ramadan e faccia il pellegrinaggio alla Casa [, se ne hai la possibilità», poi chi chiese cosa fosse al iman (la fede) e il Profeta disse: «È che tu creda in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri e nell'Ultimo giorno, e che tu creda nel decreto divino, sia nel bene che nel male».
Proseguendo lo interrogò ancora: «Dimmi che cosa è l'iḥsān (il perfezionamento) ». Il Profeta rispose: «È che tu adori Allah come se lo vedessi; perché se tu non Lo vedi, certamente Egli vede te».
Ecco, questo è quel che avviene nel mese di Ramadan ai credenti che lo rispettano. Un periodo di stretta, intensa e intima relazione con Allah, che tonifica lo spirito, rende lucida la mente e risana il corpo. Quest'ultimo beneficio è ormai acclarato dalla scienza medica e mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno
 
D. E che significa “pilastro”, perché usate questo termine?
 
R. La metafora è quella di costruire il proprio Islàm e il pilastro, com'è noto è la struttura che regge un edificio. I pilastri, come detto sopra sono 5, testimonianza, preghiera, elemosina, digiuno e pellegrinaggio
 
D. Cosa è per te questo mese, perché lo aspetti con ansia, cosa ti aspetti da questo mese, cosa farai tu personalmente per migliorare te stesso.
 
R. Il digiuno è la prima pratica religiosa che ho assolto all'inizio del mio Islàm, oltre 40 anni fa. Mi aspetto la promessa di Allah tramite il Suo Inviato, il perdono di Allah e il rafforzamento della mia fede, non conosco sistema immunitario più efficace
 
D. Qual è il ruolo della comunità, la umma, in questo periodo di ramadan?
 
R. In questa fase la nostra comunità in occidente si sta comportando bene, Iddio sia lodato. E' attiva sia da un punto di vista culturale che sociale. Usando gli strumenti della tecnologia ogni giorno ci sono lezioni online e inviti alla riflessione da parte di moltissime associazioni ed esponenti religiosi di riferimento. Inoltre molte comunità si sono spese nell'assistenza ai bisognosi e contribuendo anche finanziariamente alle strutture di cura e prevenzione.
 
D. Qual è il significato della zakat.
 
R. La zakat è il terzo pilastro dell’Islàm. Si tratta di un’elemosina obbligatoria prelevata sul capitale, e non sul reddito, e sui prodotti agricoli e dell'allevamento del bestiame. Il radicale «z_k_t» da cui deriva il termine, implica un concetto di purificazione: infatti la zakât è la purificazione dei beni. Viene versata una volta all'anno nelle mani di percettori nominati a tal fine ed è destinata a otto categorie di persone ben identificate nel versetto IX: 60 del Corano: “Le elemosine sono per i bisognosi, per i poveri, per quelli incaricati di raccoglierle, per quelli di cui bisogna conquistarsi i cuori, per il riscatto degli schiavi, per quelli pesantemente indebitati, per [lo sforzo sul] sentiero di Allah e per il viandante. Decreto di Allah! Allah è saggio, sapiente”.



Venerdì 17 Aprile,2020 Ore: 18:07
 
 
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