L'orrenda strage nelle due moschee della cittadina neozelandese di Christchurch arriva come un fulmine a ciel sereno in un paese dove non esistono problemi legati al multiculturalismo e dove il tasso di criminalità è tra i piùbassi del mondo. La mente dell'attentato un suprematista australiano ha scelto di colpire in Nuova Zelanda proprio per gli scarsi controlli che gli hanno permesso di arrivare in tutta tranquillità sui luoghi degli attentati e di uccidere a sangue freddo 49 persone innocenti mentre pregavano l'altissimo. Prima degli attentati era uscito sui social un delirante documento in inglese di circa 80 pagine in cui l'autore si rifaceva a Bretvik l'assassino di decine di giovani socialisti in Norvegia alcuni anni fa avvenuto con modalità molto simili proprio perchè nessuno si aspettava una cosa del genere in un paese considerato al riparo dal terrorismo.

Stavolta diversi organi di stampa hanno parlato apertamente di terrorismo suprematista e subito sono fioccati come sempre i messaggi di solidarietà alcuni sinceri altri meno Ma non è di parole che abbiamo necessità ma di azioni dettati dalla consapevolezza che siamo in tanti a dover lottare contro il cancro dell'islamofobia un cancro che si è diffuso oltremisura e che ormai in tutto il mondo provoca ondate di persecuzione e violenza contro inermi popolazioni musulmane com è accaduto in passato in Bosnia come accade in Cina o in Birmania.

Su di noi musulmani occidentali che viviamo in un contesto diverso da quello in cui si sono formate le religioni, in un contesto laico pesa la responsabilità della sincera testimonianza di fede pazienza e capacità di capire anche le motivazioni profonde che scatenano tutto questo odio per poterlo combattere meglio attraverso la pratica della non violenza Oltre al razzismo sic et simpliciter contro i non bianchi o coloro che non vengono ritenuti tali questi ambienti sono il brodo di coltura dell'odio contro il musulmano ritenuto barbaro incivile e violento contro chi non condivide la fede islamica contro le donne e contro talune minoranze L esperienza di chi vive accanto a noi in famiglie miste o per questioni di dialogo interreligioso suggerisce in genere il contrario Raccogliere le testimonianze di chi puo’ far cambiare idea alla gente potrebbe essere senz’altro meritorio.

Dobbiamo evitare di rinchiuderci in un ghetto mentale e capire che in gioco c è una specie di guerra fatta con i media e talvolta anche fisicamente tra gruppi di haters eterodiretti contro la stragrande maggioranza dell umanità che odia la guerra e vuole vivere insieme in Pace Quella Pace che è anche uno del Nomi di Allah che è As Salam.

Un pensiero ai martiri alle loro famiglie alle guide spirituali e a tutti i musulmani e le musulmane.

Che Allah swt li accolga di accoglienza bella in Paradiso nel Firdaws che è il livello più alto Amin.

Sta a noi e a quelli che stanno intorno a noi trasformare questa tragedia in occasione di riflessione su quello che siamo e sui limiti della politica e dell'azione umana. Per noi l’Umanità è una e subito dopo vengono le differenze Secondo la dottrina islamica siamo stati creati da una sola Anima l'adamo primordiale quindi chi fa del male al prossimo colpisce in realta se stesso. Salam wa rahma

 

amina salina