In questi giorni, tutti gli uomini e le donne di buona volontà piangono la scomparsa di Madiba, meglio conosciuto come Nelson Mandela, grande statista sudafricano e valoroso combattente non violento per la libertà e dignità del suo popolo. Tutto il mondo, quello dei potenti e quello degli umili, vi si è riconosciuto. L'eredita che ci lascia si esprime nel principio delle fedi monoteiste di perdonare il tuo nemico, una virtù certamente difficile da esprimere e da vivere, specie quando la tua vita e quella dei tuoi fratelli e stata distrutta dalla violazione dei diritti umani civili e politici, dalla detenzione e dalla brutalità di un regime razzista. Eppure Mandela è riuscito a portare il suo popolo da una situazione di apartheid, di colonialismo, di schiavitù, alla libertà senza provocare una guerra civile. In questi anni, in altri paesi sconvolti da guerre civili, come in Ruanda e l'Algeria, si è tentata una riconciliazione tra aggressore e aggredito per evitare un ulteriore spargimento di sangue. Queste operazioni politiche, hanno anche un lato oscuro. Spesso non tutti gli autori di crimini contro l'umanità pagano per intero le loro colpe, tuttavia dove è possibile sono opportune ed utili per il progresso.

Oggi, purtroppo, le elites al potere dei paesi imperialisti pianificano guerre infinite, come quella che c'è oggi in medio oriente che è a tutti gli effetti una guerra contro i popoli musulmani, fomentata non solo dai paesi dell'imperialismo, ma anche dai potenti locali che non vogliono perdere il controllo sulle popolazioni anche a costo di massacri, bagni di sangue e guerre civili. Oggi ne sta pagando le conseguenze il popolo siriano e in secondo luogo quello Egiziano. Quando i popoli dell'America latina venivano colpiti dalle dittature militari, l'opinione pubblica europea e quella americana si mobilitava per difendere la democrazia in quei paesi. Accadde per il Cile, per l'Argentina, per il Nicaragua. Oggi dove sono le masse che si mobilitano a difesa del popolo palestinese? C'è un deficit di conoscenza riguardo alla situazione in medio-oriente. Tutti i governi del medio-oriente, ad eccezione della Tunisia, sono in realtà governi dell'elites. Anche dove c'è la democrazia, poche centinaia di famiglie detengono la maggior parte della ricchezza, in società con le multinazionali dei paesi imperialisti a cui si sono aggiunti i cinesi e i paesi del golfo, mentre la stragrande maggioranza della popolazione non partecipa di fatto alla vita politica perché esclusa da qualunque beneficio. Gli stessi partiti, dall'estrema destra all'estrema sinistra, non sono altro che lo specchio di quest'elites che non si occupa del popolo, con la sola eccezione dei partiti islamisti che hanno un radicamento popolare. Si è confusa la battaglia contro il fondamentalismo salafita, che si oppone alla democrazia, con l'espressione politico religiosa della fratellanza islamica, che invece è a favore della democrazia. Questo è il motivo principale per cui i laici in Egitto e fuori hanno appoggiato il colpo di stato militare. Purtroppo la solidarietà non è certo di massa ma noi saremo in piazza lo stesso alle ore 15 a piazza della repubblica Roma per difendere la democrazia in Egitto.

Amina Salina

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