- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (1888) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org PEDOFILIA: L’INFANZIA NEGATA E VIOLATA(3),di <b>Daniela Zini</b>

PEDOFILIA: L’INFANZIA NEGATA E VIOLATA(3)

di Daniela Zini

Les grandes personnes ne comprennent jamais rien toutes seules, et c’est fatigant,

pour les enfants, de toujours et toujours leur donner des explications.”

Antoine de Saint-Exupéry, Le Petit Prince

 

Pour Toi

 

Au début j’étais amoureuse

De la splendeur de tes yeux,

De ton sourire,

De ta joie de vivre.

 

Maintenant j’aime aussi tes larmes

Ta peur de vivre

Et le désarroi

Dans tes yeux.

 

Mais contre la peur

Je t’aiderai,

Car ma joie de vivre

Est encore la splendeur des tes yeux.

 

D

Rome, le 11 août 2011

 

Cari Ragazzi,

mentre guardavo questo filmato [http://www.youtube.com/watch?v=zNUxq8rI6lM&feature=player_embedded] ho pensato a Voi Ragazzi, piccoli e grandi dei cinque continenti, Voi, che siete pieni di vita, che studiate, che giocate, che lavorate…

Voi siete gli animatori delle nostre case, delle nostre aule, nel mondo intero…

Sì, ho pensato, subito, a Voi, perché Voi siete sensibili e attenti al dolore e alle sofferenze di quei Ragazzi che, in questo stesso momento, sono, in strada, gli occhi impauriti, pieni di dolore, in cerca della loro famiglia, di un segno di vita e di un senso di tutto ciò che accade loro.

Io mi rivolgo a Voi perché Voi siete generosi, capaci di gesti coraggiosi.

La gatta ama i suoi piccoli. Ma non li distingue più, una volta che sono divenuti adulti. Invece, nel corso del suo cammino, l’uomo è, costantemente, obbligato a scegliere.

Può decidere di far mangiare, prima di lui, la persona che ama.

Mi piace ripetere questa frase:

L’uomo è l’immagine di Dio.”

Alcuni ci scherzano su, rispondendo:

Beh, allora Dio non è molto bello!”

Ma io paragono l’uomo a Dio come il sigillo che viene impresso nella cera. Non conosco il timbro, forse, non lo vedrò mai, ma se osservo, con attenzione, me stessa in profondità, scopro l’infinito. L’uomo è immagine di Dio in negativo, perché tutto ciò che grida in lui, tutto ciò che tende a superare la legge naturale, che è soggetta a istinti brutali, rappresenta una scelta.

Non esiste la generosità istintiva.

Se non esistesse nel cosmo quella piccola nullità che è l’uomo, dotato della libertà che gli permette o di raccogliere, da egoista, tutto ciò che trova, anche a scapito degli Altri, o di sforzarsi di aiutare il prossimo a condurre una vita migliore; se non vi fossero gli esseri umani, che non sono altro che polvere infinitesimale del cosmo, l’universo nella sua totalità sarebbe assurdo.

E questo che cosa significa?

Se la libertà non fosse in grado di sprigionarsi in qualche momento cruciale – quel momento che io chiamo attenzione – la vita sarebbe assurda…

Io Vi domando di trasmettere questo messaggio alle Vostre famiglie, alle persone del Vostro quartiere, alla Vostra scuola, affinché la catena di solidarietà cresca nel mondo intero e divenga un segno di speranza e di amore concreto.

Io sono sicura che il Vostro cuore Vi suggerirà le parole per fare delle Vostre case, delle Vostre scuole, luoghi di solidarietà.

Restiamo uniti con tutti i Ragazzi del mondo e tra noi: l’unione fa la forza!

Vi ringrazio di cuore.

Crediate in tutto il mio affetto.

Assunta Daniela Veruschka Zini

 

È difficile immaginare un ostacolo più grande di quello rappresentato dal commercio sessuale di bambini nel cammino verso la realizzazione dei diritti umani. Eppure la tratta dei bambini è solo un elemento del problema ancora più diffuso e profondamente radicato degli abusi sessuali. Milioni di bambini in tutto il mondo sono sfruttati per il sesso a pagamento. Acquistati e venduti come un qualsiasi bene, fatti oggetto di commercio all’interno e all’esterno dei confini nazionali, gettati in situazioni quali i matrimoni forzati, la prostituzione e la pornografia infantile. Molti di loro subiscono danni profondi e, talvolta, permanenti. Il normale sviluppo fisico ed emotivo viene compromesso, come pure l’autostima e la fiducia. Alla stragrande maggioranza viene, anche, negato il diritto all’istruzione come pure il minimo momento di divertimento e gioco.”

con queste parole il direttore generale dell’UNICEF Carol Bellamy presentava il Rapporto sullo Sfruttamento Sessuale dei Bambini, pochi giorni prima dell’apertura del secondo Congresso Mondiale contro lo Sfruttamento Sessuale dei Bambini [http://www.unicef.org/events/yokohama/index.html], svoltosi a Yokohama tra il 17 e il 20 dicembre 2001.

Ho constatato, nelle mie investigazioni, che la pedofilia è un tema difficile da affrontare, ambiguo e soggetto a polemica. Osare parlarne è darsi la possibilità di trattare e dominare, in profondità, il problema dell’abuso sessuale per meglio combatterlo.

Possano i nostri bambini attraverso l’informazione, la prevenzione, divenire più forti e meglio protetti all’esterno e all’interno dell’ambiente familiare.

La vulnerabilità e l’innocenza dei bambini sono abusate, deliberatamente o no, da aggressori sessuali per saziare desideri devianti compulsivi o da pedosessuali incoscienti.

La mia speranza è di aiutare i bambini, facendomi loro portavoce, per proteggerli come avrei voluto essere protetta, io stessa, da abusi di altro genere, quando ero una bambina.

Parafrasando una frase dell’Esodo, in merito alla schiavitù d’Egitto del popolo di Israele:

Vidi la sofferenza dei bambini e me ne sono presa cura.”

 

III. PEDOFILIA E TURISMO SESSUALE

 

La pedofilia provoca numerosi danni nei nostri Paesi ricchi e nei Paesi poveri?

Negli ultimi decenni, si è assistito alla nascita e allo sviluppo di nuove forme di sfruttamento sessuale dei bambini, quali la prostituzione dei minori, la pornografia, la pedofilia nelle città e nelle regioni turistiche. Oggi, in Paesi, quali la Cambogia, la Thailandia o ancora il Kenia, sono i bambini, talvolta, molto piccoli [3 anni], a essere utilizzati come joujoux sessuali.

Alcuni bambini, che hanno una famiglia, sono, anche, “adottati” da pervertiti per la vergognosa somma di 500,00 euro o meno. I genitori accettano volentieri, credendo di assicurare ai propri figli una vita migliore: prima non andavano a scuola, passavano le loro giornate tra i rifiuti per trovare di che vestirsi e mangiare. L’adottante è visto come un salvatore e i bambini non osano parlare per timore di perdere i vantaggi offerti in cambio di questa sessualità. Altri non sono adottati e i responsabili di questi atti abominevoli fanno credere ai genitori di volere i loro figli, per qualche ora, per fare foto o piccoli lavori, che procureranno loro danaro.

Quanto ai ragazzi che vivono in strada senza famiglia, le cose non vanno meglio. Spregevoli individui li ingaggiano e li costringono a vivere in minuscole stanze, dove attendono i clienti. Non comprendono quello che fanno, la sola cosa che conti è la “ricompensa”, che permette loro di trovare qualcosa da mangiare.

Alcune ONG, Organizzazioni Non Governative, si raggruppano in taluni di questi Paesi poveri, per proteggere i bambini. Ma non è sufficiente, perché i governi chiudono, molto spesso, gli occhi su queste violenze: non si deve dimenticare che, in questi Paesi, le entrate provengono maggiormente dal turismo. In Kenia, a esempio, non vi sono ONG, né leggi che proteggano i bambini.

Si sa che l’uomo è un lupo per l’uomo, ma da qui a offrire bambini innocenti a pervertiti, è peggio di quanto si possa immaginare!

Lo sfruttamento sessuale dei bambini attraverso la prostituzione è un fenomeno antico, che esiste su scala mondiale. In diversi Paesi, questo fenomeno, radicato da pratiche storiche e culturali, esiste da secoli. Attualmente, nonostante la grande maggioranza dei bambini prostituiti si trovi nei Paesi del Terzo Mondo, quali l’Asia del Sud-Est, le grandi città dell’America Latina, l’Africa e il Medio Oriente, se ne trovano, egualmente, tra le categorie sociali molto sfavorite dei Paesi ricchi. In Europa, in particolare, il fenomeno è diffuso nei Paesi dell’ex-blocco dell’Est. Nei Paesi occidentali, i bambini sono proposti su Internet o vittime di sedute di foto pornografiche.

La maggioranza di questi ragazzi ha tra i 12 e i 18 anni, ma alcuni hanno appena 8 anni e, talvolta, sono implicati anche neonati!

Non chiudiamo gli occhi di fronte a questi atti mostruosi nei confronti di poveri bambini!

Che diverranno in età adulta senza educazione, senza morale… con tutti questi traumi!

È dopo essermi imbattuta in un sito pedopornografico, sollecitamente denunciato, che ho deciso di fare questo reportage.

Ero rimasta inorridita nel vedere tante mostruosità fatte a tanti poveri bambini. Io conoscevo il turismo sessuale con ragazze, che potevano avere 16 anni, ma non ciò che vado a proporvi.

Le industrie del viaggio e del sesso hanno interessi comuni nella trasformazione del mondo in un gigantesco parco di piacere. Radicato nell’universo antico della prostituzione, il turismo sessuale si espande al ritmo dell’avanzata della mobilità e della globalizzazione turistica. Nei Paesi poveri, colpisce centinaia di migliaia di esseri umani, di cui una parte non trascurabile di bambini. Come il turismo classico, il turismo sessuale beneficia, ora, di una certa “democratizzazione”.

Si osserva, sempre più, lo sviluppo di una prostituzione à la carte, una tendenza che, infine, non fa che seguire quella dei viaggi su misura...

Non è più raro incontrare un routard occidentale con una girlfriend – appellativo ufficiale e più accettabile di prostituta, affittata a settimana o a mese – sul retro della sua moto o incollata al suo braccio.

Il turismo sessuale conosce un effetto “palla di neve”, che lo orienta nel senso di una massificazione. I nuovi clienti sono giovani occidentali in cerca di avventure facili e forti emozioni. Sostituiscono, a poco a poco, i vecchi turisti tedeschi, giapponesi o americani.

La prostituzione “turistica” colpisce numerosi Paesi dell’Asia, dove le ragazze e i ragazzi sono molto bisognosi e poco istruiti, dunque, facilmente, sfruttabili. Alla ricerca di sesso facile e a buon mercato, i turisti sessuali stranieri affluiscono in cerca di carne fresca, disponibile e sottomessa. Molti di loro, per tacitare la coscienza, trovano ogni scusante per persuadersi di non abusare della miseria di questi ragazzi.

Non farebbero che aiutarli, sostenerli e, perfino, contribuire allo sviluppo del loro Paese...

I clienti sono amanti di esperienze nuove, superstiziosi convinti che fare sesso con un bambino dia forza e giovinezza. Sono, per la maggioranza, uomini, sposati o celibi, turisti abbienti o viaggiatori dal piccolo budget. Si può trattare sia di pedofili, che ricercano relazioni sessuali con un bambino, sia di viaggiatori che non hanno pianificato la loro trasferta con l’intenzione di abusare di un bambino. L’anonimato, il fatto di essere lontano dalle costrizioni morali e sociali, che, abitualmente, regolano la loro condotta, spingono alcuni individui a un comportamento, giudicato abusivo in un altro Paese. Giustificano, sovente, questo comportamento, sostenendo che è, culturalmente, accettabile in quel Paese o che offrono un sostegno finanziario al bambino, dandogli del danaro. Quale che sia la giustificazione, si tratta di sfruttamenti sessuali di bambini, di stupri commessi da adulti stranieri in Paesi in via di sviluppo. Il turismo non è la causa dello sfruttamento sessuale dei bambini; tuttavia, i pedofili utilizzano le strutture offerte dall’industria del turismo [hotels, bars, night clubs, ecc.]. Da parte sua, l’industria del turismo contribuisce a creare una domanda, facendo valere l’immagine esotica di una destinazione. Sembrerebbe che le destinazioni privilegiate dei turisti sessuali evolvano. Non appena la prevenzione e gli sforzi di protezione si intensificano in un Paese, i turisti sessuali che ricercano bambini, tendono a recarsi in un Paese vicino.

Nel mondo, i poveri sono la maggioranza in un Paese su cinque. Questi Paesi sono vittime della fame, della malnutrizione e delle malattie. Il loro diritto all’istruzione, alle cure mediche, all’acqua potabile, a un risanamento decente e a una protezione contro i pericoli di ogni tipo sono irrisi.

A causa della mondializzazione, che è uno dei fenomeni più potenti del XX secolo, il numero di soggetti che vivono nella miseria è cresciuto. La maggioranza sono donne e bambini. La vita, che conducono milioni di bambini nel mondo, può essere paragonata alla schiavitù. A causa della povertà, centinaia di milioni di donne e di bambini sono obbligati, per assicurare la loro sopravvivenza, a lavorare in condizioni che mettono in pericolo la loro integrità fisica e mentale. È impossibile conoscere il numero esatto di ragazzi e ragazze, la cui vita è minacciata dalla schiavitù, dall’arruolamento nei conflitti armati, dalla prostituzione, dalla pornografia e dal traffico di droghe.

 

 

di

Assunta Daniela Veruschka Zini

 

 

  1. Che si intende per turismo sessuale?

Il turismo, fattore di sviluppo economico molto competitivo, concerne, ogni anno, tra i 600 e gli 800 milioni di persone, di cui il 13% parte per l’estero. Le destinazioni variano, evidentemente, da un individuo all’altro. Il turismo, generalmente, associato all’idea di libertà, di evasione, di distensione, si riduce a tre dimensioni: Sea, Sun and Sand.

Tuttavia, una quarta dimensione interviene: Sex.

Di quei 600 milioni di turisti, un certo numero si danno a una forma molto particolare di turismo: il turismo sessuale. Il principio consiste nello spostarsi all’estero, allo scopo di avere rapporti sessuali mercenari con gli autoctoni.

Il turismo sessuale resta, relativamente, difficile da individuare, perché è una attività illegale, la pratica di questa forma di turismo si basa, fortemente, sulle industrie “classiche del sesso”, la pornografia e la prostituzione, e si associa, generalmente, al crimine organizzato, al traffico e allo sfruttamento di persone, difficilmente valutabile.

Le cifre restano, nella maggioranza dei casi, stime da prendere al condizionale.

La nozione di turismo sessuale varia da una persona all’altra, resta ancora molto ignorata.

Si chiamano questi turisti speciali, molto semplicemente: sex tourists, turisti sessuali. Rappresentano circa il 10% della clientela turistica mondiale.

 

  1. L’emergenza e l’evoluzione del turismo sessuale nel mondo

    1. Da ieri a oggi, dalla prostituzione locale al turismo sessuale

Il turismo sessuale è una interazione tra il settore turistico e l’industria del sesso, dunque, la prostituzione. Per anni, destinata a una clientela locale, è stata legalizzata in Thailandia e tollerata, anche se vietata, in altri Paesi dell’Asia del Sud-Est.

Il turismo sessuale, emerso, nelle Filippine, nel 1950, durante la guerra di Corea, che oppose i sud-coreani, la Cina e l’URSS agli Stati Uniti, ai nord-coreani e ai giapponesi – è, realmente, esploso nell’Asia del Sud-Est, agli inizi degli anni 1970, durante la guerra del Vietnam. La Thailandia si era trasformata in una base di appoggio dell’esercito americano. Nelle regioni erano dispiegati circa 50mila soldati che combattevano. Bangkok e Pattaya, reputate per i loro quartieri caldi, vedevano arrivare circa 5mila GI al mese, quelli che erano in permesso o R&R [rest and recuperation/recreation]. Per “distrarli” e soddisfare la domanda, i prosseneti avevano iniziato a far venire ragazze dal Paese e dai Paesi limitrofi, quali il Laos e la Cambogia.

 

Haiti

 

Dopo la guerra del Vietnam, nel 1975, i turisti americani, giapponesi, tedeschi, erano succeduti ai soldati.

La crescita della prostituzione ha necessitato la realizzazione di infrastrutture per accogliere i turisti. I Paesi del Sud-Est Asiatico, la Thailandia e le Filippine, hanno iniziato a farsi una fama di Paesi, in cui la libertà sessuale è rispettata e si possono avere relazioni sessuali facilmente, a costo inferiore rispetto al Paese di origine. Il numero di turisti non ha fatto che crescere, anche il numero di prostitute, a tal punto che, oggi, il sesso, che non era che un “piccolo” commercio, è divenuto un polo di attrazione turistica e un vero business per i Paesi in via di sviluppo.

Si assiste a una vera democratizzazione del turismo sessuale.

    1. Dove ?

La Thailandia non è più la sola destinazione interessata da questo flagello.

Tutti i Paesi sono interessati.

Le destinazioni più propizie restano, tuttavia, i Paesi in via di sviluppo : il Sud-Est Asiatico [Thailandia, Filippine, Indonesia, Sri Lanka], i Caraibi [Barbados, Repubblica Domenicana, Cuba, Giamaica, Santo Domingo], l’Africa [Marocco, Tunisia, Zambia, Gambia, Kenya], l’America Latina [Costa-Rica, Colombia, Brasile] o ancora il Sud dell’Europa [Grecia, a esempio, soprattutto Mykonos].

Anche i Paesi industrializzati sono toccati. Sono, generalmente, quelli in cui la prostituzione è legalizzata: Australia [Stato di Vittoria], la Nuova Zelanda, Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Austria.

I flussi del turismo sessuale ricalcano – ed è logico! – quelli del turismo classico: dall’Emisfero-Nord verso l’Emisfero-Sud, dai Paesi ricchi verso i Paesi in via di sviluppo e migrazioni interregionali. A esempio, gli americani avranno più tendenza a recarsi nel bacino dei Caraibi o in America Centrale [Equatore], gli australiani nel bacino Pacifico, gli europei nel Sud dell’Europa e in Africa.

    1. Origini del fenomeno

Numerosi fattori sono all’origine dell’ampiezza del turismo sessuale. Sono di ordine economico, sociale, culturale, politico e giuridico.

  • Fattori economici:

    • il sottosviluppo;

    • l’aumento dei flussi turistici dall’apertura delle frontiere;

    • l’aumento del turismo di massa;

    • l’esistenza di una domanda crescente incoraggiata e stimolata da una offerta sempre più allettante, che si è internazionalizzata grazie a Internet e alla creazione di sex-tours, che vantano, in modo indiretto, le promesse e il potenziale di alcune destinazioni turistiche in materia di sesso.

  • Fattori culturali: il mantenimento di culture tradizionali patriarcali e sessiste, che rendono le donne, particolarmente, vulnerabili e spingono a una istituzionalizzazione dello sfruttamento delle donne per il turismo sessuale.

  • Fattori sociali: la povertà della popolazione – maggiormente, nell’ambiente rurale che in quello urbano – e l’inadeguatezza dei sistemi educativi. Non esistono misure né di prevenzione né di informazione.

  • Fattori politici:

    • situazione politica instabile: il turismo sessuale riflette il fallimento delle politiche di sviluppo, che mirano a migliorare il livello di vita della popolazione e a ridurre il tasso di sfruttamento nel mercato del lavoro. La popolazione è povera senza istruzione né mezzi: il sesso è, sovente, la sola fonte di rendita.

    • corruzione politica: alcuni Paesi non esitano a banalizzare e a favorire attività illegali [tossicomania, traffico di ogni genere, ecc.] al fine di rimediare ai problemi economici. Lo Stato thailandese è stato, indirettamente, accusato di prossenetismo, tenuto conto del potere assoluto della polizia e dei legami esistenti tra forze dell’ordine e reti mafiose.

  • Fattori giuridici: le misure repressive, che si debbono prendere nei confronti dei clienti, non sono apparse che tardivamente. Di più, non sono, nella maggioranza dei casi, rispettate dagli Stati per una semplice ragione: il turismo sessuale è fonte di danaro.

    1. Le conseguenze del turismo sessuale

Il turismo sessuale non cessa di svilupparsi e partecipa, largamente, allo sviluppo del traffico e dello sfruttamento di persone [cosificazione e mercificazione delle persone]. La popolazione è povera e manca di danaro. Alcuni sono pronti a tutto per raggranellare qualche dollaro: prostituiscono i figli, perché portino danaro, o li vendono a prosseneti. In questo caso, i bambini sono condotti in città e si ritrovano condannati, prigionieri, schiavi di questi prosseneti [albergatori, padroni di bar, case chiuse], il cui solo scopo è trarre profitto, attirando turisti con sesso facile e a buon mercato. Questi ultimi arrivano sempre più numerosi e i trafficanti hanno bisogno di “manodopera”, dunque, tornano nelle campagne per procacciarsi selvaggina. Le vittime di rapimenti sono sequestrate in sordidi hotels, violentate, picchiate, quando rifiutano di obbedire. Costrette alla sottomissione, sono ridotte allo stato di bene di consumo.

Il cliente è re.

Può disporne a suo piacere.

Dopo la guerra del Vietnam, in Thailandia, si stimava a 6mila il numero di bambini nati da una relazione tra un GI e una donna locale. Di più, il turismo sessuale contribuisce, in modo significativo, alla propagazione delle MST, Malattie Sessualmente Trasmissibili, e, in particolare, dell’AIDS [le altre cause sono: la trasmissione coniugale, l’utilizzo delle siringhe da parte dei tossiocomani, ecc.]. Ciò per una ragione molto semplice, l’uso del preservativo nei rapporti sessuali turisti/locali o anche turisti/turisti non è, sempre, sistematico. Infine, l’impatto è anche mentale: le condizioni di vita sono deplorevoli. Vittime di una esclusione sociale e familiare prostituti/e non hanno alcun valore in quanto esseri umani e sprofondano nella depressione o nella droga. La stigmatizzazione li spinge al suicidio.

 

  1. I diversi tipi di turismo sessuale

Bisogna sapere che esistono diversi tipi di turismo sessuale. Sono in numero di 4: il turismo omosessuale, il turismo sessuale femminile, il turismo sessuale maschile e il turismo sessuale pedofilo.

    1. il turismo omosessuale

 Il principio è di avere rapporti sessuali con i locali, ma dello stesso sesso. La distanza, l’allontanamento dal Paese di origine permette alla clientela di affermare e di rafforzare la propria identità. Ciò che non può, sempre, fare a casa propria. Il sesso non è l’unica motivazione di questa clientela; vi sono, egualmente, motivazioni culturali o, semplicemente, ricerca di riposo. Le destinazioni differiscono in funzione di queste. Quando la motivazione è culturale, il sesso interviene a un grado minore, la clientela avrà, quindi, più tendenza a recarsi nelle grandi capitali europee quali Parigi, Praga, Amsterdam o Berlino. Viceversa, quando le motivazioni sono puramente sessuali, la clientela si recherà in quelli che si chiamano gay resorts

    1. Il turismo sessuale femminile

È il segno di una banalizzazione dello sfruttamento sessuale e della crescita del potere delle donne da qualche anno. Nei Paesi in via di sviluppo la sua ampiezza resta, egualmente, meno vasta rispetto alle altre forme di turismo. Costituisce, tuttavia, una nuova clientela per i sex tours. Sono le donne che partono per avere rapporti con Beach Boys. Rappresentano circa il 5 e il 10% del volume della clientela turistica femminile. La maggior parte di loro sono di origine nord-americana: Stati Uniti e Canada. Sono, sovente, più anziane del loro compagno, una cinquantina di anni. Questa forma di turismo si differenzia dalle altre per il fatto che non vi è una remunerazione nel senso proprio del termine. Vi è una controparte naturalmente, ma consiste nel pagamento dei conti dell’affitto, dei ristoranti, di locali notturni e in regalie. Contrariamente alla visione tradizionale che si ha della prostituzione, le donne non affittano le prestazioni dei Beach Boys, per un’ora o per una notte, ma per una settimana o per tutta la durata del soggiorno. Da parte delle turiste, queste relazioni sono vissute più come storie a breve termine che come prestazioni a scopo lucrativo, contrariamente ai prostituti, che non vedono che il lato sessuale e venale delle relazioni. Le destinazioni più ambite sono le Antille con la Giamaica, Cuba, la Repubblica Domenicana, le Barbados, ma anche l’Africa nera con il Gambia, lo Zambia e il Kenia.

    1. Il turismo sessuale maschile

Conseguenza diretta di una prostituzione legalizzata o tollerata. I clienti, nazionali o internazionali, ricercano, in genere, qualcosa di nuovo, qualcosa che non possono trovare con la loro partner abituale. Desiderano uscire dalla routine e divengono attori di questo facile mercato. Il Sud-Est Asiatico, per la sua storia, la sua cultura patriarcale e le sue difficoltà economiche, è la regione del mondo più toccata, ma anche la più quotata per essere un vero paradiso sessuale.

 

Cambogia

 

    1. Il turismo sessuale pedofilo

Il turismo sessuale che implica bambini è la traduzione pratica della pedofilia. Questa forma di sfruttamento è la più controversa e la più ricercata: fantasma, trasgressione del vietato. Le relazioni sessuali con i bambini sono proibite. Esiste una voce infondata intorno al turismo sessuale pedofilo: avere rapporti sessuali con un bambino o con una persona vergine guarisce dalle MST, Malattie Sessualmente Trasmissibili, in particolare l’AIDS.

  1. Chi sono, esattamente, i turisti sessuali?

Sono, dunque, “semplici” turisti, in cerca di avventure, di emozioni forti, che si recano all’estero per soddisfare i propri desideri, i propri fantasmi sessuali, dandosi a pratiche nuove o non consentite nei loro Paesi di origine [voyeurismo, esibizionismo].

Non è tanto il sesso che ricercano, ma il potere, il dominio.

In effetti, in capo al mondo, tutto diviene possibile, in particolare, sfidare una serie di divieti. Per il turista organizzato, l’Altro – l’indigeno, si diceva al tempo delle colonie – è il servitore turistico, il cui ruolo consiste nell’essere sfruttato.

 

Thailandia

In Thailandia, nella stazione balneare di Pattaya, il turismo del sesso funziona a pieno ritmo. Ma, oggi, Pattaya non attira più tanti pedofili e predatori sessuali. La Cambogia vicina, meno cara e meno controllata, è divenuta il nuovo tempio del sesso asiatico.

 

Si distinguono i turisti occasionali, che profittano di essere soli, sconosciuti o, semplicemente, di avere una occasione per stabilire questo genere di relazioni – coloro che viaggiano per affari, a esempio –, dai turisti assidui che viaggiano con l’unico scopo di avere relazioni sessuali con i locali. Operano generalmente da soli.

La clientela è, in maggioranza, maschile ma per ciò che è di loro profitto sociale si osserva un certo eclettismo. La maggior parte di questi uomini vengono dai Paesi occidentali, dunque, ricchi. Si constata, da qualche anno, che i giovani sono più inclini a questa pratica. Non essendo, particolarmente, ben informati sull’impatto e l’ampiezza del turismo sessuale, i turisti si ritrovano non responsabilizzati e non colpevolizzati. Si sentono, generalmente, con la buona coscienza, nella misura in cui questi servizi sono remunerati. Pensano, facendo questa “buona azione”, di aiutare gli autoctoni, di sostenere le loro famiglie e di partecipare anche allo sviluppo economico del loro Paese.

Da alcuni anni, la Thailandia ha deciso di rompere con la sua immagine di paradiso per pedofili di ogni orizzonte. Gli arresti mediatizzati si sono moltiplicati nel Paese del Sorriso e le autorità thailandesi hanno dato un buon numero di esempi per convincere il mondo della loro buona intenzione. Tuttavia, secondo le organizzazioni internazionali, la prostituzione infantile in Thailandia non è in vena di regresso, ma sarebbe, in realtà, in pieno rigoglio. La constatazione globale è, dunque, amara e mette in evidenza i problemi colossali della Nazione thailandese di fronte alla questione sensibile della pedofilia sul suo territorio. Una delle ragioni principali, per cui la Thailandia non riesce ad arginare il fenomeno della prostituzione infantile, è il lassismo con il quale tratta i pedofili che la polizia reale riesce ad arrestare. In Thailandia, la pedofilia è punita da 4 a 20 anni di reclusione e/o da 8mila a 40mila bahts di ammenda. Inutile dire che non vi è di che inquietarsi oltre misura per i pedofili occidentali abbienti, che risiedono nel Paese del Sorriso: il danaro è per loro la garanzia dell’impunità. In effetti, è molto facile per i criminali sessuali tirarsi fuori da un brutto momento, versando una somma di danaro alla polizia e/o alle famiglie dei bambini abusati. I thailandesi sono poveri, poveri al punto da chiudere gli occhi sullo stupro dei propri figli in cambio di una manciata di danaro. La Thailandia è, sempre, stata ufficiosamente chiamata “la capitale del turismo sessuale in Asia”, con ferro di lancia, la gloriosa Pattaya, seguita da presso dai quartieri caldi di Bangkok e i bars di Phuket. Nonostante lo zelo dei responsabili della TAT [Tourism Authority of Thailand], che hanno fatto la scelta di battezzare il loro Paese Amazing Thailand, lo cortina di fumo si dissipa rapidamente, quando si è sul posto e si comprende, molto presto, che il leitmotiv del Paese dovrebbe essere No Money, No Honey o Give me Money Handsome Man.

Il sesso monetizzato è ovunque.

Altra constatazione poco gloriosa che contribuisce, grandemente, allo sviluppo della prostituzione infantile: l’abisso crescente tra ricchi e poveri in tutto il Regno. Mentre le classi superiori e medie di Bangkok vedono il loro tenore di vita migliorare, continuamente, le classi popolari thailandesi hanno il coltello sempre più fermamente puntato sotto la gola. Per questa ragione, la prostituzione diviene una scelta di vita sempre più diffusa sia tra i bambini sia tra gli adulti. Bisogna dire che questo business, anche se è sporco, è, per i thailandesi più poveri, estremamente lucrativo.

 

Bambina thailandese in quartiere rosso

 

Ecco una breve lista delle principali ragioni che portano i bambini a ritrovarsi nel letto di un pedofilo:

  • i bambini sono venduti o affittati dai propri genitori, sovente, estremamente poveri e disperati. In questo caso, è, in genere, un agente che cura le transazioni tra la famiglia e i pedofili.

  • i bambini senza dimora o in fuga approdano alla prostituzione per sopravvivere al quortidiano. La pressione dei fratelli, delle sorelle o degli amici, già implicati nell’industria del sesso, spingono il bambino a tentare la sua chance nell’ambito della pedofilia.

  • i bambini, vittime di un inganno, sono forzati a prostituirsi da parte di individui senza scrupoli che pretendono proteggerli e aiutarli, ma che, in realtà, li sfruttano.

  • i bambini, vittime di abusi sessuali nella propria famiglia, tendono a inclinare verso la prostituzione per sfuggire alla vergogna con la quale convivono e per fare danaro.

La quasi-totalità dei bambini è intrappolata nell’industria del sess soltanto dopo qualche cliente. Crescendo, divengono, in genere, lavoratori e lavoratrici del sesso e restano nella spirale infernale dell’industria del sesso fino a una fine, sovente, tragica. La loro mente innocente è, molto rapidamente, distorta, sviluppando un rapporto estremamente malsano con il sesso. Di più, il timore di rappresaglie familiari o di problemi con la polizia li spinge a adottare un profilo basso e ad accettare la loro condizione senza protestare. Sono, allora, totalmente prigionieri del commercio del sesso. La speranza di una vita “normale” sfuma, allora, molto rapidamente e le vittime si rassegnano definitivamente: è il punto di non ritorno per la maggioranza dei bambini. Solo una piccola percentuale di bambini che si prostituiscono lavorano freelance. La maggior parte è reclutata da agenti, prosseneti, che garantiscono protezione e trovano pedofili. Al fine di assicurare una rotazione e fornire varietà ai criminali sessuali, gli agenti si scambiano tra loro i bambini: così l’offerta è sempre rinnovata e il cliente è “fidelizzato”. Fanno da tramite tra clienti e bambini, così come tra danaro e famiglie. Su ogni prestazione, prelevano una percentuale variabile e inviano il resto alla famiglia del bambino o lo danno al bambino stesso se non ha nessuno. Come gli adulti, i bambini del sesso sono iniziati e addestrati a impiantare la loro piccola rete di clienti regolari, con i quali restano in contatto permanente, al fine di non perdere la manna econmica che rappresentano.

E per domani, quali prospettive?

L’avvenire non ha, a priori, alcuna ragione di migliorarsi. I sistemi sociali ultra-violenti occidentali continueranno a produrre individui sessualmente deviati a catena. Quanto ai Paesi emergenti, quali la Thailandia, se i progressi sociali esistono, non favoriscono che una piccola parte della popolazione, mentre la maggioranza continua a non godere di alcun diritto e di alcun sostegno.

La prostituzione dei bambini e gli abusi sessuali sui minori, in Thailandia, hanno, dunque, tutte le chances di avere un avvenire radioso a medio e a lungo termine.

Come sovente nel campo delle questioni sociali, la sensibilizzazione e l’educazione sono le chiavi del cambiamento. Ma, fintanto che le iniziative impegnate non beneficeranno di un sostegno incondizionato delle autorità ufficiali, lottare contro la prostituzione dei minori e i pedofili, in Thailandia, equivarrà a “fare un buco nell’acqua”, per riprendere una espressione popolare.

 

 

  1. Prevenzione, protezione, repressione 

Il turista sessuale si sbarazza, sovente, di ogni responsabilità umana perché, grazie a una transazione finanziaria, si sente sollevato dal bisogno di occuparsi dell’Altro: non sente né l’obbligo di rispettarlo, né quello di procurargli piacere. Pagando per un servizio, all’occorrenza sessuale, acquista la libertà di una persona sulla quale, per un tempo limitato, ha tutti i diritti, compreso quello di ridurla allo stato di “bene di consumo”.

La presa di coscienza del fenomeno turismo sessuale è stata tardiva. Le sanzioni prese nei confronti degli abusatori sono, raramente, applicate.

 

Ghana

 

  1. Prevenzione

La prevenzione passa per l’informazione.

  • a livello nazionale : alcune compagnie aeree in partenariato con ECPAT [End Child Prostitution, Child Pornography And Trafficking in Children for Sexual Purposes] diffondono sui loro voli, in partenza per destinazioni esotiche, spots di informazione a carattere dissuasivo, che avvertono che l’abuso di un minore di 18 anni è vietato e rammentano le azioni e le sanzioni previste. 

  • a livello internazionale : alcune associazioni, quali ECPAT e UNICEF [United Nations Children's Fund], conducono anche loro campagne di lotta contro il turismo sessuale.

  1. Protezione

L’Unione Europea è impegnata nella lotta contro il turismo sessuale che implica i bambini. Ha adottato diversi testi per combattere questa pratica, l’ultimo è la Direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile e che sostituisce la Decisione-Quadro 2004/68/GAI del Consiglio dell’Unione Europea [http://notes9.senato.it/web/docuorc2004.nsf/6cc8889e3afb022fc12576ab0045bc47/2596cd8f2ec1ae91c12576f500496a51/$FILE/00051-RE01-11_IT.PDF]

 

Camerun

 

  1. Repressione

Le leggi sull’extraterritorialità costituiscono uno dei principali strumenti legislativi nella lotta contro il turismo sessuale. La legislazione extraterritoriale è un corpus di leggi che rende possibile procedimenti legali e incriminazione di cittadini per crimini commessi in un altro Paese. Tale legislazione permette, a esempio, ai governi di portare in giudizio i turisti che hanno abusato di bambini in un altro Paese. Alcuni Paesi, quali il Giappone, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Svezia e la Svizzera applicano la giurisdizione extraterritoriale nel caso di crimini commessi dai loro cittadini all’estero come linea di principio generale. Non vi sono, tuttavia, clausole speciali nel caso di crimini correlati con il turismo sessuale che coinvolga bambini. Paesi quali il Belgio, la Francia e la Germania hanno modificato la loro legislazione giuridica extraterritoriale per rendere più facile l’incriminazione nel caso in cui siano coinvolti dei bambini.

 Differenze di lingua, culture, sistemi legali e di polizia rendono la giurisdizione extraterritoriale di difficile applicazione all’atto pratico.

 

  1. Conclusione

Secondo solo al traffico di droga e di armi come mercato illegale, il turismo sessuale procura lauti guadagni.

 

Marocco

 

L’adozione di leggi, il lancio di campagne di sensibilizzazione e di prevenzione non hanno alcuno effetto dissuasivo sulla clientela, che si fa sempre più numerosa.

La democratizzazione del turismo classico ha portato una democratizzazione del turismo sessuale: si può, pertanto, parlare di un turismo sessuale di massa. Il suo sviluppo è dovuto alla pauperizzazione crescente, alla liberalizzazione dei mercati sessuali che incoraggiano, più o meno direttamente, la tratta a fini di prostituzione, alla persistenza di società patriarcali, al degrado dell’immagine della donna e all’esplosione del turismo internazionale.

Aiutiamoli!

Grazie per tutti i bambini in pericolo nel mondo.

 


http://www.youtube.com/watch?v=KZdk5VllrEA

http://www.youtube.com/watch?v=A7rOjj-2Mww

http://www.youtube.com/watch?v=p3bKNW6c34I&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=rXXgsBtLHXg&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=qUn018wpHqY&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=Vgp4_8x2U34&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=sQ3cEBMJ3Wg&feature=relmfu

http://www.youtube.com/watch?v=S0qPDtgJPOc&feature=relmfu

 

 

Daniela Zini

Copyright © 10 febbraio 2013 ADZ

 

Le altre due puntate dell'inchiesta si trovano ai link seguenti:

Parte prima

Parte seconda



Lunedì 11 Febbraio,2013 Ore: 08:35
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Le inchieste

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info