- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (187) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org OMOSESSUALITA E FAMIGLIA: UN VIDEO-DOCUMENTO CHE HA SUSCITATO SCALPORE,di Maria Teresa D’Antea

OMOSESSUALITA E FAMIGLIA: UN VIDEO-DOCUMENTO CHE HA SUSCITATO SCALPORE

di Maria Teresa D’Antea

Confesso che anch’io sono rimasta irretita in quella matassa di frasi messe in bocca a papa Francesco sulla presunta opportunità di riconoscere ai gay e a tutto il variegato mondo delle attuali espressioni sessuali (lesbiche, gay, bisessuali e trans gender) il diritto a formarsi una famiglia. Mi ha preso un senso di sgomento e mi sono detta: possibile che questo papa, l’unico che mi sia parso credibile tra tutti i papi della mia vita, si sia bevuto tutto d’un colpo, come si fa con la tequila, sale e Spirito, ossia cervello e Scritture? Sono corsa a leggere i giornali di varie tendenze e ho capito che non si trattava di un documento ufficiale della santa sede, ma di un documentario presentato al festival del cinema di Roma di quest’anno. Il documentario, intitolato “Francesco”, porta la firma di Evgeny Afineevsky, un regista ebreo, nato in Russia, naturalizzato israeliano e vivente negli USA.
Prima di entrare nel merito di una questione tanto ingarbugliata, è necessaria qualche premessa. Anzitutto si deve essere consapevoli della complessità della sessualità in genere che, al pari del nostro cervello è, scientificamente parlando, un continente ancora sconosciuto. In seconda istanza occorre rendersi conto che il linguaggio, rispetto alla immensa complessità del pensiero umano, è uno strumento molto imperfetto e approssimativo di comunicazione. Se si aggiunge poi la malizia con cui spesso usiamo le parole per tirarle dalla parte del nostro interesse, allora si comprende quanta confusione possiamo generare ogni volta che parliamo o scriviamo. A papa Francesco è successo, davanti ai microfoni dei giornalisti, di esprimere la sua comprensione paterna e non paternalistica nei riguardi dei gay, ai quali si dovrebbe chiedere scusa, come autorevolmente ha affermato, per essere stati tanto crudelmente perseguitati non solo dalla società, ma dalla Chiesa stessa. In una di queste spontanee esternazioni, gli è anche capitato di dire che “i gay hanno il diritto di essere in una famiglia”. Ed è chiaro che si riferiva a quei giovani che si vedono buttati fuori di casa appena manifestano il loro orientamento omosessuale. Nel mio lungo servizio di insegnante della fascia adolescenziale sono stata testimone di indicibili sofferenze di giovani che, oltre ad essere offesi, derisi e a volte picchiati da coetanei e non, son dovuti ricorrere, per sopravvivere , all’accattonaggio, essendo stati estromessi dalla famiglia. Ma nelle cronache di tanti disinvolti giornalisti, l’espressione “hanno diritto di essere in una famiglia” è diventato “hanno diritto a formarsi una famiglia” che vuol dire tutt’altra cosa, con le ovvie conseguenze del diritto ad avere dei figli e tutto quel mega-bailamme terminologico di uteri in affitto, maternità surrogata, banche del seme eccetera di fronte al quale mi fermo per preservare la mia igiene mentale. Non solo: conoscendo la capacità di misericordia di papa Francesco, possiamo anche vedere in quel “hanno diritto di essere in una famiglia” l’invito a diventare tutti più famiglia, cioè più amorevoli, nei confronti di molti che ancora non trattiamo come fratelli, ma li facciamo oggetto di derisione, maldicenza e violenza, senza conoscere niente della loro storia personale, né della loro realtà psicologica e sessuale. Papa Francesco si è espresso dicendo che sono “figli di Dio” implicitamente includendo anche le figlie. E questa espressione ha fatto sobbalzare molti di quelli che esercitano la misteriosa professione di teologi, perché la definizione di “Figlio di Dio” ha nella Bibbia una accezione che non ammette confusioni. Il papa voleva semplicemente dire che siamo tutti figli di quell’unico Padre che ogni cristiano invoca nella preghiera insegnataci da Gesù e come tali dobbiamo trattarci con la stima, il rispetto e l’amabilità di fratelli . La serie di equivoci non finisce qui: molti altri si sono preoccupati perché, se le coppie omosessuali diventano famiglia con diritto di prole, verrebbe sminuita e degradata la figura della donna. A parte il fatto che di fronte a preoccupazioni del genere viene solo da ridere, i credenti non possono dimenticare che Dio - che è Dio - ha avuto bisogno di una Donna per mettere al mondo un Figlio e non ha potuto fare altrimenti. Basta pensare questo per convincersi di quanto sia grande, insostituibile e al di sopra di tutte le creature la figura femminile. Il papa, che per fortuna non è un teologo, ma un colto, raffinato e originale interprete dei testi biblici, da lui tradotti costantemente in pratica di vita oltre che in un semplice e accessibile linguaggio, ha voluto soltanto affermare, a proposito delle coppie gay, che è necessaria per esse una tutela legale (come ne abbiamo tutti, ma oggi ancora assente per loro) che li preservi dalla violenza e dalla malvagità di cui sono purtroppo ancora oggetto. In parole più aderenti al suo magistero, ha voluto solo ricordarci che ogni creatura umana è immensamente sacra.
(m.t.d’a.)



Giovedì 19 Novembre,2020 Ore: 18:45
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La chiesa di Papa Francesco

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info