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www.ildialogo.org Ha torto il papa?,di Jorge Costadoat S.J.

Ha torto il papa?

di Jorge Costadoat S.J.

Cristóbal Orrego è nel suo diritto. Nella sua lettera a El Mercurio di domenica scorsa si è chiesto: “Ha ragione il papa? Per nulla”. Cosa è successo? Riguardo agli uomini e alle donne omosessuali Francesco ha detto: “Quello che dobbiamo creare è una legge sull’unione civile. In questo modo sono legalmente coperti. L’ho sostenuto” (quando in Argentina è stata discussa la legge sul matrimonio omosessuale). I settori più conservatori della Chiesa non hanno lasciato passare la gravità di quest’affermazione.
Mi permetto una digressione: Orrego critica un papa. Non è sbagliato che i cattolici dissentano, se argomentano bene il loro punto di vista. I cattolici critici desacralizzano un’istituzione che inibisce i fedeli nel pensare e prendere decisioni come fanno le persone adulte.
Il professore di diritto della PUC (Pontificia Università Cattolica del Cile) invoca la dottrina di Giovanni Paolo II e del cardinale Ratzinger. La sua posizione, secondo l’attuale insegnamento della Chiesa, è inattaccabile. Ma in base alla conoscenza scientifica che abbiamo dell’omosessualità negli ultimi decenni, si può dire che “riconoscere legalmente le unioni omosessuali (…) significherebbe non solo approvare un comportamento deviante e trasformarlo in un modello per la società odierna”? Quest’insegnamento dovrebbe essere corretto. Il suo utilizzo può essere spietato.
Orrego ha ragione, ma ha torto. Come? Oltre a ricorrere ad una dottrina che richiede modifiche, confonde il Vangelo con la dottrina. Non sa che la dottrina è un mezzo e che il Vangelo è un fine. Sembra non sapere che Gesù è stato assassinato per aver invocato questa distinzione.
Gesù è stato ucciso da chi lo accusava di mangiare con i peccatori, a quei tempi i pubblicani - ebrei che riscuotevano le tasse per i romani - e le prostitute, povere donne, usate e scartate nel corso della storia dell’umanità. Come se non bastasse, Gesù ha attaccato i sacerdoti. L’espulsione dei mercanti e i suoi annunci contro il tempio di Gerusalemme hanno affrettato la sua condanna. Il provinciale di Galilea ha minato la religione del suo tempo. In futuro, se una religione ha potuto essere fondata nel suo nome, ha dovuto essere quella dell’uomo libero e autentico che ha annunciato che Dio ama coloro che nessuno ama. I primi per Gesù sono stati i poveri e i disprezzati perché considerati peccatori.
Anche il modo di interpretare la legge - direbbe san Paolo - di Orrego è preso dal modo con cui lo fa abitualmente l’autorità ecclesiastica. Questa ricade nell’usanza di lunga data delle persone religiose che vogliono conquistare Dio con il “dare e avere”, vale a dire la religione delle ricompense e delle punizioni. È molto difficile sapere quando il cristianesimo ha dimenticato che la gratuità dell’amore di Dio costituisce il nucleo dell’esperienza spirituale di Gesù e, per estensione, di quella dei cristiani. Il fatto è che in duemila anni i cristiani hanno creduto ancora una volta di poter arrivare a meritarsi la riconoscenza di Dio con le loro buone opere ed i loro vari riti.
Orrego ha ragione nell’invocare la validità della dottrina per condannare quelli che sembrano essere i passi falsi del papa. Ma ha torto, perché dimentica il Vangelo. Se la cultura cambia, la dottrina deve adeguarsi al Vangelo. Se la scienza oggi nega che l’omosessualità costituisca un peccato o una malattia, la dottrina deve aggiornarsi. Se non lo fa, impedisce che il Vangelo sia una buona notizia per le nuove generazioni. Ma nemmeno il professore ha ragione nell’interpretare una dottrina. Il suo modo di farlo è altamente offensivo.
Quello che è successo è grave, perché l’insegnamento sessuale della Chiesa - diciamo le cose come stanno - è diventato invivibile per la stragrande maggioranza dei cattolici. Le parole del papa sono una crepa nella diga. L’accettazione di una legge civile a favore delle coppie omosessuali, sostenuta o tollerata da un papa, implica ovviamente un riconoscimento della legittimità delle relazioni sessuali extraconiugali che non favoriscono la procreazione.
L'enciclica Humanae vitae ha vietato questa possibilità. Ha proibito l’uso delle pillole anticoncezionali e dei preservativi. Quello che i settori conservatori della Chiesa non riescono a capire è che a causa dei cambiamenti culturali in corso, per la Chiesa è oggi impossibile annunciare il Vangelo ai giovani - che potrebbero avere ragione quando sperimentano la loro sessualità prima del matrimonio perché vogliono prenderlo sul serio – ed alle persone omosessuali (che credono che Dio le abbia create così come sono e le incoraggia ad amarsi per sempre).
Il caso delle donne è particolarmente doloroso. L’enciclica ha costretto le cattoliche al discernimento di coscienza sul numero di bambini che sarebbero state responsabilmente capaci di educare. Dal 1968 in poi le donne sono fuggite dalla Chiesa precipitosamente. Altre hanno continuato a ruminare la loro colpa, confessandosi ogni volta che volevano ricevere la comunione a messa. Nei confronti di altre, soprattutto da alcuni decenni, la dottrina della Chiesa ha fatto lo stesso considerandola come un’aberrazione. Altre, infine, non hanno mai sentito parlare dell’enciclica.
Ha ragione il papa quando, per annunciare correttamente il Vangelo, non considera la dottrina.
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Articolo pubblicato il 31.10.2020 nel Blog dell’Autore in El Mostrador (www.elmostrador.cl)
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI

 

 

 



Giovedì 05 Novembre,2020 Ore: 18:40
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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