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www.ildialogo.org "Un ex papa vuole sconfessare il magistero del Papa in carica!",di Jorge Costadoat S.J.

"Un ex papa vuole sconfessare il magistero del Papa in carica!"

di Jorge Costadoat S.J.

Un amico mi critica per aver criticato il Papa. Ho detto che il Papa si è comportato in modo autoritario con i vescovi cileni. Al mio amico sembra grave che un discepolo di Sant’Ignazio, io, critichi il Vicario di Cristo sulla Terra. E su Sant’Ignazio non c’è nulla da obiettare? Insisto con il mio punto di vista: Ignazio di Loyola e qualsiasi papa sono criticabili.
Penso che ci siano critiche e critiche. Se la Chiesa aspira a proclamare il Vangelo in pubblico, le sue autorità non possono pretendere di sottrarsi al controllo dei loro contemporanei. Se un cristiano, anche se è un prete, dissente con le sue autorità nel foro pubblico, cioè se pratica l’autocritica alla luce del sole e non solo in privato, soprattutto quando non c’è assolutamente alcuna possibilità di farlo in altro modo, aiuta a far comprendere meglio il Vangelo. Non bisogna perdersi. La prima cosa è il Vangelo.
Un’altra cosa è l’intrigo, la rivolta, le chiacchiere. Papa Francesco ha dovuto governare con un’opposizione impressionante. In pubblico e dentro le mura hanno cercato di boicottarlo. La sua gente più vicina, i suoi ministri di stato, per così dire, hanno messo in dubbio la sua ortodossia. Lo ha fatto il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Gerhard Müller. Recentemente un altro dei suoi uomini fidati, il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per la liturgia, ha scritto un libro per bloccare l'esortazione apostolica che il Papa sta per pubblicare sull’Amazzonia, che aprirebbe la possibilità del ministero per alcuni uomini sposati. Peggio ancora, il coautore principale è Benedetto XVI. Un ex papa vuole sconfessare il magistero del papa in carica!
Secondo me, uno dei maggiori successi di Francesco è stato, come ha fatto a suo tempo Giovanni XXIII, aprire le finestre ad una Chiesa che soffoca per mancanza di libertà, di dialogo e di discussione. Poco dopo essere stato eletto, ha detto: “Fate casino”. Ha potuto dirlo ai giovani, che vedono nell’istituzione ecclesiastica una rarità senza pari. Ma anche noi adulti abbiamo creduto che Jorge Bergoglio parlasse a noi. In un’altra occasione lo stesso Papa, in maniera provocatoria, probabilmente contro il dogmatismo dei suoi contraddittori, ha affermato di non essere “infallibile”. Francisco ha evidentemente giocato con le parole. Non ha voluto sottovalutare la dottrina del Concilio Vaticano I. Ha fatto riferimento - lo capiamo - alle sue parole pronunciate al volo.
Sì, critico il Papa, ma autorizzato da lui stesso. Critico Francesco, ma non come lo fanno Benedetto e la Curia romana.
Si deve ricordare, a questo proposito, che Gesù di Nazaret ha affrontato apertamente le autorità religiose del suo tempo: “ipocriti, sepolcri imbiancati”, ha detto loro. C’erano persone presenti in quel momento. Queste persone hanno raccontato agli evangelisti cosa è successo e questi, con l’intenzione di rendere la critica ancora più pubblica, hanno messo per iscritto l’episodio.
Questo stesso Papa sarà ricordato come il papa della libertà. Il papa dei poveri e della libertà. Francesco ha azzeccato ciò di cui la Chiesa ha più bisogno in questi tempi: aria. Aria per gli oppressi. Non può essere che personaggi di un’altra epoca - i suoi nemici -, per fare un esempio, vogliano dimenticare la riforma liturgica proprio quando nelle messe soffocano con tante chiacchiere il Popolo di Dio, inclusi molti preti e più che mai le religiose. Oggi più che mai è necessario - continuo con l’esempio - continuare con il mandato del Concilio Vaticano II di riconoscere il diritto dei fedeli a partecipare all’Eucaristia. Quando verrà il momento in cui le donne potranno almeno leggere il Vangelo durante l’Eucaristia?
Quando critico il Papa, remo con lui. Collaboro con lui da tempo, convinto che i suoi gesti, le sue parole e le sue decisioni, sebbene a volte possano essere sbagliati, lasciano campo libero, esorcizzano la paura, danno ossigeno, attivano l’immaginazione, generano speranza, provocano i cristiani ad essere creativi. La creatività è ciò che manca. La ripetizione serve solo per ossessivi compulsivi. Noi cristiani, e anche noi preti, suore e una miriade di agenti pastorali siamo stanchi di essere intimiditi da superiori gerarchici che sono arrivati ​​là dove sono perché non hanno pensato, non hanno rischiato e quindi allargano il fossato di incomunicabilità tra loro e i comuni cristiani.
Francesco sarà d’accordo con il mio modo di vedere le cose? Se non lo è, non ho capito nulla del suo pontificato. Senza la libertà di pensare, di prendere posizione e di dissentire, non c’è verità. Senza quella verità, che si ottiene con un lavoro faticoso per comprendere il mistero di Cristo, la Chiesa tradisce l’uomo libero che è stato Gesù.
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Articolo pubblicato il 05.02.2020 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com )
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI



Domenica 09 Febbraio,2020 Ore: 13:07
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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