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www.ildialogo.org AMAZZONIA : LA TERRA DELLA “ TERRA”,A CURA DI CARLO CASTELLINI

AMAZZONIA : LA TERRA DELLA “ TERRA”

di UGO LEONE, DA ROCCA DICEMBRE 2019, NUOVI CAMMMINI PER LA CHIESA E PER UNA ECOLOGIA INTEGRATA


A CURA DI CARLO CASTELLINI

Vorrei aggiungere qualche altra considerazione alla bella riflessione del “giorno dopo” di Lilia Sebastiani nel numero del 15 Novembre (“Il Sinodo sull'Amazzonia”).
L'Amazzonia, grande duecento volte l'Italia, è una terra stupenda quanto disgraziata. Se ne è sempre parlato come del più grande “polmone verde” della Terra, salvo poi, a non tenerne in alcun conto l'integrità. Ora, dopo i più recenti massacri le si può anche riconoscere il merito di avere offerto spunto per il sinodo dei vescovi AMAZZONIA:NUOVI CAMMINI PER LA CHIESA E PER UNA ECOLOGIA INTEGRALE.
Nel quale, dopo tre settimane – dal 6 al 27 ottobre – si è perlato di ambiente, bene comune, ecologia.....E nel documento finale, si è praticamente preso atto dell'invito di Gesù a procurare operai:”La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perchè mandi operai nella sua messe!” (Lc 10, 1-9).
Magari oggi la messe non è tanto abbondante, non dovunque, ma gli operai sono pochi. E tanto pochi sono in Amazzoni che
SUOR ALBA TERESA CEDIEL CASTILLO (una delle 35 donne invitate a partecipare al sinodo) ha ricordato a chi non lo sapesse, che le distanze in questa grande terra sono enormi, e che i “sacerdoti arrivano ogni tanto a celebrare l'eucaristia, ma possono restare poco, perchè devono spostarsi in altre parrocchie, in altri luoghi”.
SUOR ALBA TERESA, 61 ANNI, è una donna e le sue parole hanno lasciato una traccia indelebile in questa assemblea di vescovi. Tra l'altro, nell'intervista rilasciata a GIAN GUIDO VECCHI (Corriere della Sera”, 20 ottobre 2019) alla quale mi riferisco, ha detto che in assenza dei sacerdoti abilitati a farlo da operai della messe, “chi resta siamo noi religiose, viviamo lì, ci occupiamo di scuole, di salute, progetti di sviluppo....se c'è bisogno di un battesimo noi battezziamo.......A volte abbiamo dovuto anche ascoltare una confessione, naturalmente non abbiamo potuto dare l'assoluzione....” e così è e deve essere quando e dove la messe è abbondante.
IL GRIDO DELLA TERRA E QUELLO DEI POVERI.
E papa Francesco poteva trascurare tutto questo?Poteva trascurare di sapere e di urlare che come ha scritto CARLO PETRINI (“Francesco in Amazzonia” “La Repubblica” 3 ottobre 2019) “non ci può essere giustizia sociale in un ambiente degradato. Che il grido della Terra è strettamente collegato a quello dei poveri e che siamo tutti corresponsabili della sofferenza della nostra CASA COMUNE”?
Già di suo non lo avrebbe trascurato e perciò laudato si' Francesco, ma credo di poter dire cheha preso il testimone che gli forniva SUOR ALBA TERESA 'con quel “naturalmente non abbiamo potuto dare l'assoluzione....”.
L'Amazzonia, dunque, è stata soprattutto un fondamentale “contesto”. Un'area di quasi sei milioni di chilometri quadrati, la più grande foresta pluviale della Terra, ricca di un'eccezionale biodiversità. Attraversata da una grande quantità di fiumi, tra cui l'immenso RIO DELLE AMAZZONI. E foreste con alberi, alberi, alberi.
Insomma è un'eccezionale risorsa per l'umanità e non solo per i sudamericani. Ma è stata considerata un ostacolo al malinteso concetto di sviluppo e crescita. Concetto che ha indotto e induce, non pochi amministratori dei nove paesi sui quali “fa ombra” quella foresta (il Brasile soprattutto) a chiedersi: ma a che servono tutti quegli alberi che occupano tanto spazio e tanta terra? E che se non ci fossero si potrebbero costruire città, strade e scavare alla ricerca di chi sa quanto minerale? Servono, servono e sono la casa di esseri umani e animali e di piante vale a dire della più grande biodiversità della Terra. Servono, servono e per farlo capire meglio c'è voluto papa Fancesco, per arrivare molto più facilmente potrebbero arrivare capi di stato e di governo deiPaesi che contano ha convocato un sinodo.
In realtà dell'Amazzonia non aveva mai smesso di occuparsi e preoccuparsi e già prima della convocazione dell'ASSEMBLEA SPECIALE DEL SINODO DEI VESCOVI PER LA REGIONE PANAMAZZONICA ne aveva parlato più volte, indicando il bacino amazzonico come “il banco di prova per la Chiesa e la società brasiliana”.
LE S F I D E DELLA C H I E S A.
Già nel settembre 2017, in COLOMBIA:”E prima di concludere un pensiero vorrei rivolgere alle sfide della Chiesa in Amazzonia, regione della quale siete giustamente orgogliosi, perchè è parte essenziale della meravigliosa bio-diversità di questo Paese. L'Amazzonia è per tutti noi una prova decisiva per verificare se la nostra società, quasi sempre ridotta al materialismo e al pragmatismo, è in grado di custodire ciò che ha ricevuto gratuitamente, non per saccheggiarlo, ma per renderlo fecondo.
Penso sopratutto all'arcana sapienza dei popoli indigeni dell'Amazzonia e mi domando se siamo ancora capaci di imparre da essi la sacralità della vita, il rispetto per la natura, la consapevolezza che la ragione strumentale non è sufficiente per colmare la vita dell'uomo e rispondere alla ricerca profonda che lo interpella”.
E “francescanamente” a PUERTO MALDONADO IN PERU', il 10 gennaio 2018:”Permettetemi di ripetere ancora una volta: Che Tu sia lodato, Signore, per quest'opera meravigliosa dei popoli amazzonici e per tutta la biodiversità che queste terre racchiudono! Questo canto di lode si spezza quando ascoltiamo e vediamo le profonde ferite che porta con sé l'Amazzonia e i suoi popoli. E ho voluto venire a visitarvi e ascoltarvi, per stare insieme nel cuore della Chiesa, unirci alle vostre sfide, e con voi riaffermare un'opzione sincera per la difesa della vita, per la difesa della terra, e per la difesa delle culture. Probabilmente i popoli originari dell'Amazzonia non sono mai stati tanto minacciati nel loro territorio come lo sono ora. L'Amazzonia è una terra disputata su diversi fronti: da una parte, il neo-estrattivismo e la forte pressione da parte di grandi interessi economici che dirigono la loro avidità verso sul petrolio, il gas, il legno, l'oro, le monoculture agro-industriali; dall'altra parte, la minaccia contro i vostri territori, viene anche dalla perversione di certe politiche che promuovono la “conservazione” della natura senza tenere conto dell'essere umano e, in concreto, di voi fratelli amazzonici che la abitate”.
Ma tant'è. Appena un anno dopo il presidente del Brasile, JAIR BOLSONARO, invece di mandare i pompieri a spegnere gli incendi e a punire chi li aveva appiccati ha dichiarato che “l'Amazzonia non è un patrimonio dell'umanità, ma è una nostra esclusiva proprietà e ne facciamo ciò che vogliamo”.
Proprio una risposta, nei fatti, a quanto aveva detto papa Francesco rivolto ai popoli dell'Amazzonia.
IL P E C C A T O E C O L O G I C O .
Anche per questo è stato di grande importanza questo sinodo. Anzi come ha detto ancora suor ALBA TERESA:”Ha un'importanza immensa. Il papa ha permesso che l'Amazzonia arrivasse qui, al cuore della Chiesa di Roma, che gli stessi indigeni potessero parlare al mondo della situazione che vivono”. E' quello che Francesco voleva sentire. E così, pur con 41 “non placet”, nel documento finale del Sinodo dei Vescovi sull'Amazzonia, al punto III i Vescovi hanno chiesto al papa di valutare la possibilità che dove ci sono pochi operai per la messe, l'ordinazione sacerdotale possa coinvolgere i DIACONI PERMANENTI “che già hanno una famiglia legittimamente costituita e stabile”.
E non basta. A chiusura dei lavori papa Francesco ha anche fatto sapere che la Congregazione per la dottrina della Fede si occuperà di studiare e approfondire la questione del “DIACONATO FEMMINILE”. Sorprendenti conclusioni. Specialmente se si tiene conto che i “placet” sono stati 128. Ma il sinodo non era sull'Amazzonia? Certamente lo era. Ma hanno fatto notizia soprattutto i contenuti del PUNTO III del documento finale.Tuttavia non va dimenticato che di Amazzonia si è parlato a lungo. E i vescovi parlano di inquinamento e di sfruttamento dell'ambiente, hanno anche chiesto di definire il “PECCATO
ECOLOGICO” come “un'azione o omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l'ambiente” e un peccato “contro le generazioni future”. Quelle rappresentate da GRETA per intenderci. (U G O L E O N E, a cura di Carlo Castellini).



Domenica 15 Dicembre,2019 Ore: 21:02
 
 
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