(Gazzetta di Modena 13 XI 19)

Camillo Ruini è Cardinale, ex presidente della CEI rientrato in scena con un’intervista sul Corriere della sera. Parla del ruolo dei cattolici in politica, del Sinodo dell’Ammazzonia, di Salvini e del suo bacio pubblico al rosario.”E’ una maniera poco felice, ammette, ma può servire per ricordarci il ruolo della fede nello spazio politico, non necessariamente è un gesto di strumentalizzazione” “Bisogna dialogare con lui, ha buone prospettive…”. Eccetera. Ruini ha 88 è un navigato politico assuefatto al linguaggio curiale romano. Non accusa non aggredisce parla sottovoce. Ma in cauda venenum. Espressione della buona borghesia sassolese; anche Vittorio Messori scrittore, esponente laico di una chiesa tradizionale, critico dell’operato del Papa, è di Sassuolo. Non a caso oggi il paese è governato dalla Lega. Il cardinale è un uomo di potere, rappresentante di una cattolicità ormai al tramonto, sconfitta dalla modernità. Cita i quattro ‘valori non negoziabili’ che hanno una chiara retro-lettura non sempre legata al vangelo. 1: ‘Diritto alla vita’: non accoglienza degli immigrati e degli ultimi della terra, ma no all’interruzione della maternità e alla legge sul fine vita... 2: ‘Tutela della famiglia’: non aiuto alle famiglie in difficoltà, ma no alla legge del divorzio, alle unioni civili, alla comunione ai divorziati... 3: ‘Libertà nelle scelte educative’: non alla laicità dello stato e rifiuto delle ingerenze delle gerarchie nella politica italiana o revisione del concordato, ma appoggio economico alle scuole cattoliche e all’insegnamento religioso confessionale nelle aule. 4: ‘Difesa delle radici cristiane dell’Europa’: non al recupero nella società dei valori evangelici della non violenza, della giustizia sociale, dell’abolizione dei privilegi, ma paura e ostilità verso l’Islam; difesa del potere clericale; della propria identità culturale intesa come presenza dei cattolici in politica appoggiati dalle destre. Uomini come Ruini isolati nei loro lussuosi appartamenti, hanno difficoltà a capire le autentiche e drammatiche richieste dalla base della cristianità, emerse anche dal Sinodo dell’Amazzonia: una chiesa che si schiera con i più poveri; che ascolta le istanze dei popoli, che chiede nuove figure di preti-pastori uomini e donne sposati o celibi. Oggi stanno emergendo due chiese. La chiesa di Ruini che non accetta il concilio e gli insegnamenti del papa, preoccupata a mantenere i privilegi del passato che di evangelizzare gli uomini di oggi. E un cristianesimo nuovo a cui fa parte anche il Papa, il vescovo di Modena e di Bologna, ma anche molti cristiani (anche preti e vescovi) su tutta la terra. Senza rinunciare ai valori tradizionali ri-scopre le parole del vangelo, si impegna collaborando con tutti gli uomini di buona volontà, in modo non confessionale all’accoglienza degli ultimi, si batte contro tutte le guerre e la corsa agli armamenti, gli sfruttamenti e il disastro ecologico. Non difende la croce ma tutti i crocefissi del mondo. Non è più tempo di scismi (lo sostiene lo stesso Ruini che dichiara comunque stima e obbedienza al Papa), ma di dialogo non solo tra esponenti della gerarchia legati ai loro ruoli e privilegi ma tra i credenti di base per ripartire dalle autentiche radici che sono le parole di Gesù e l’esperienza di fede. Dai frutti e non dalle foglie si conosce la bontà dell’albero.