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www.ildialogo.org Buona Pasqua dall'Uganda,di P. Giuseppe Franzelli

Buona Pasqua dall'Uganda

di P. Giuseppe Franzelli

Carissimi, 17 Aprile 2019, Mercoledì Santo
Buona Pasqua! Vi auguro e mi auguro che ognuno di noi sappia accogliere con gioia il dono della vita nuova che Gesù ci offre, frutto della sua passione, morte e risurrezione. Cristo ha vinto la morte, è vivo, oggi e per sempre. La recente lettera di papa Francesco ai giovani ce lo ripete con forza: “Cristo vive!”. La potenza della sua resurrezione può e vuole vincere la chiusura del nostro cuore, la tristezza per i nostri peccati. Lasciamoci riempire il cuore della sua luce e del suo amore. Continuiamo il nostro cammino con rinnovata speranza. Cristo è risorto per noi,vive in noi. Non c’è motivo di essere tristi o di avere paura. Buona Pasqua con Lui ed in Lui!
Vi mando i miei auguri da Ngetta, a 8 km da Lira città e dalla mia vecchia residenza vescovile, che ho lasciato libera prima dell’arrivo del mio successore. Mi trovo nella casa in cui risiedeva una comunità di suore comboniane, chiusa tre anni fa per mancanza di personale. Dopo aver retto la diocesi in qualità di Amministratore Apostolico per i due mesi e mezzo intercorsi dalla nomina del nuovo vescovo fino al suo ingresso a Lira il 9 Febbraio, sono ora “vescovo emerito” … a tempo pieno, cioè senza altri incarichi o responsabilità a livello diocesano.
La mia scelta di restare in diocesi, è stata molto apprezzata dalla gente. La Chiesa-Famiglia- di-Dio di Lira sta vivendo un momento importante di crescita e transizione. La diocesi è vasta, i problemi tanti, i mezzi pochi… Mi sono chiesto: “Al posto mio, in questa situazione, cosa farebbe il vescovo missionario Daniele Comboni?” E, d’accordo col nuovo vescovo, ho deciso di restare a dare una mano. Aiuto in modo discreto, dove c’è bisogno e quando mi viene richiesto, rimanendo in secondo piano. Il nuovo vescovo è contento della mia collaborazione, e mi chiede di seguire in particolare alcune attività e progetti. Fra questi, il completamento dei lavori per il rinnovamento e l’estensione della cattedrale. La ditta incaricata lavora bene ma con un ritmo più lento del previsto. Occorreranno ancora alcuni mesi e…tanti soldi.
A tenermi occupato contribuisce anche il fatto che a Marzo la conferenza episcopale ugandese mi ha confermato come responsabile delle Comunicazioni Sociali, con l’impegno prioritario di far partire il progetto della televisione cattolica nazionale. Si tratta di un progetto ambizioso ma pastoralmente significativo e importante. Speriamo di riuscire a fare una tv diversa, vicina alla vita e ai problemi della gente e particolarmente attenta ai giovani, che sono la maggioranza della popolazione ugandese. Pregate anche per questo.
Come potete vedere, il lavoro non mi manca e non corro il pericolo di annoiarmi. Ora ho anche più tempo per riflettere, leggere e pregare. In effetti, ho molto e soprattutto bisogno di stare in preghiera di fronte al Signore. La preghiera infatti è il mezzo più efficace con cui il vescovo emerito può aiutare sia la Chiesa locale di cui è stato pastore sia la Chiesa universale di cui, in quanto vescovo, e chiamato ad essere corresponsabile assieme a tutti i vescovi del mondo e al vescovo di Roma. E naturalmente ho molto bisogno di pregare anche per me, perché sappia vivere in pienezza questo ultimo tratto del mio cammino.
Il 9 Aprile ho compiuto 77 anni. Nella sacrestia della mia cappella ho trovato un vecchio messale in latino, in uso fino a poco prima della mia ordinazione sacerdotale, nel 1967, due anni dopo la conclusione del Concilio Vaticano II. Ho riletto con commozione le parole iniziali del dialogo tra il sacerdote e il chierichetto ai piedi dell’altare: “Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat iuventutem meam… Salirò all’altare di Dio, che rende gioiosa la mia giovinezza”. E’ con questi stessi sentimenti di gioia e riconoscenza che ancor oggi salgo ogni giorno all’altare, offrendo al Signore il cammino di questi 77 anni, che lui trasforma e rinnova in una perenne giovinezza.
Perché ciò che ci fa vivi e giovani sempre è proprio Lui, la potenza della risurrezione di Gesù, il dono di una vita nuova, che ci viene offerta ogni giorno, ad ogni età. Per questo sono particolarmente contento di celebrare quest’anno il triduo pasquale in mezzo ai 264 seminaristi del nostro seminario minore di Aboke. Sono ragazzi e giovani dai 13 ai 19-20 anni che si stanno aprendo alla vita. Per molti di loro l’ideale sacerdotale è ancora un’idea piuttosto vaga, tutta da verificare nel corso della loro formazione. Sono seminaristi e sono giovani. Quei giovani ai quali si è diretto ultimamente Papa Francesco ricordando a loro e a tutti noi che “ Cristo è vivo!” Spero di condividere e trasmettere loro l’esperienza che è proprio vero, che Gesù è vivo ed agisce oggi in ciascuno di noi e questo fatto ci cambia la vita, ci riempie di gioia e di speranza, a 20 come a 80 anni.
Mi scuserete se ora termino questa lettera di auguri con una richiesta di aiuto. In questi due mesi a Ngetta non passa praticamente giorno senza che qualcuno venga a bussare alla mia porta, chiedendo aiuto per le necessità più varie e per le situazioni più disparate e disperate. Non ho certo scelto di rimanere in Uganda per fare il distributore automatico di elemosine a chiunque chieda soldi, cosa del resto impossibile dato il numero delle richieste. Al tempo stesso non posso chiudere la porta e il cuore ai bisogni più urgenti e gravi che incontro. La prolungata siccità – la prima pioggia è arrivata solo ora, in ritardo – preannuncia grossi problemi nei prossimi mesi. Inoltre, ci sono vari progetti che, anche se piccoli, potrebbero fare la differenza nella vita di alcune persone, famiglie e comunità, e mi pare doveroso, nella misura del possibile, non tirarmi indietro e cercare di dare una mano. Purtroppo, da solo non ce la faccio. Di mani… ne occorrono tante!
A chi può farlo, chiedo dunque senza vergogna di continuare a sostenere finanziariamente la “carità del vescovo” (anche se emerito) e i vari progetti che via via sarò in grado di proporre, attraverso il canale di DUE MANI, la piccola Onlus che mi ha accompagnato in tutti questi anni, sostenendo generosamente molti progetti a favore della nostra gente. Un mezzo semplice ed efficace a tale scopo è la scelta di devolvere a questa associazione il vostro 5x1000. A tutti poi, anche a chi non fosse in grado di offrire denaro, chiedo l’aiuto preziosissimo ed indispensabile della vostra preghiera. Unendo le nostre mani in solidarietà fraterna uniamole anche nella preghiera, perché il Signore benedica i nostri sforzi e sia Lui il primo a darci una mano. “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori…..” (Salmo 127,1).
Carissimi, dare a chi ha bisogno la possibilità di una vita più degna è un modo molto concreto di condividere con loro la pienezza di vita, la gioia e la speranza che Gesù risorto offre a tutti. Mentre celebriamo la Pasqua nella nostra famiglia e comunità, facciamo sì che sia Pasqua anche per i nostri fratelli e sorelle ugandesi. A tutti il mio grazie e la mia preghiera.
Buona Pasqua!
P. Giuseppe

 
NB. Ecco di seguito le indicazioni per devolvere il 5 x 1000 alla Associazione Onlus “Due Mani”, che anche l’anno scorso mi ha permesso di portare a termine vari progetti ed interventi a favore dei piu poveri.
Ringrazio chi in passato ha fatto questa scelta. Invitate anche altri a dare una mano, facendo la stessa scelta e indicando sull’apposito modulo : Associazione Onlus Due Mani CF 98158150171
Per informazioni su “Due Mani” e sull’invio di offerte: tel. 030 7090411 o cell. 349 66 06 045 GRAZIE!



Martedì 23 Aprile,2019 Ore: 23:19
 
 
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