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www.ildialogo.org Lettera da Lira,di P. Giuseppe, Vescovo di Lira

Lettera da Lira

di P. Giuseppe, Vescovo di Lira

Paimol, 19 Ottobre 2018
Carissimi,
inizio a scrivervi da Paimol, il luogo in cui cento anni fa furono uccisi due catechisti, i beati Daudi Okelo e Gildo Irwa. Oggi celebriamo il centenario del loro martirio. Pochi giorni fa ero invece a Roma in Piazza San Pietro per la canonizzazione di sette nuovi santi, fra i quali Papa Paolo VI e l’arcivescovo martire Oscar Romero. E domani, in comunione con tutta la Chiesa Cattolica, celebrerò la 92ma Giornata Missionaria Mondiale conferendo il dono dello Spirito Santo nel sacramento della cresima a qualche centinaio di fedeli nella parrocchia di Aduku.
Ho voluto ricordare questi avvenimenti, concentrati nel giro di pochi giorni, non tanto per sottolineare il ritmo frenetico che può assumere il servizio di un vescovo missionario, ma per condividere con voi almeno in parte i doni e i richiami con cui il Signore sta accompagnando e riempiendo questo ultimo scorcio del mio ministero episcopale nella diocesi di Lira. E per invitarvi quindi a ringraziare con me il Signore, pregandolo di aiutarmi a non sciupare tanta grazia. Infine, per l’amicizia e il rapporto che mi lega in modo diverso ad ognuno di voi, lo faccio perché sono convinto e vorrei ricordarvi che ciò che il Signore mi sta regalando e mi fa vivere è lo stesso amore – sia pure espresso in circostanze e modi diversi – con cui accompagna e vuole bene a ciascuno di voi.
Non posso certo elencare ora tutto ciò che è successo dopo la mia ultima lettera in occasione della Santa Pasqua. Ricordo la visita ad limina a Roma in Giugno, assieme a tutti i vescovi dell’Uganda, per condividere con papa Francesco, il Pietro che guida oggi la grande famiglia di Dio che è la Chiesa, le gioie e le sfide vissute dalle comunità dei fedeli nelle nostre diocesi in questo Paese. In Luglio, l’esperienza e la gioia di appartenere a questa grande famiglia si sono ulteriormente approfondite ed allargate in Etiopia, nell’incontro coi rappresentanti degli episcopati dei vari paesi dell’Africa orientale (Amecea). A Addis Abeba ho vissuto con emozione il momento storico del processo di disgelo e riconciliazione fra Etiopia ed Eritrea. Tornato a Lira, ho ordinato in Agosto tre nuovi sacerdoti. Ora sono più di sessanta, e mi sono reso conto che in questi tredici anni oltre la metà sono stati ordinati da me! Pregate per me e per loro.
Una cosa bella e importante di cui ringrazio davvero il Signore è stata l’apertura a Ngetta, il 16 Agosto, del “campus”, cioè una sede distaccata dell’università cattolica nazionale dei Martiri d’Uganda. Dopo anni di lotte e promesse non mantenute, finalmente questo mio sogno si è realizzato ed ora molti dei nostri giovani potranno accedere ai corsi universitari giocando in casa, senza dover andare a Kampala o in altre città.
Naturalmente, assieme alle cose positive, non sono mancate difficoltà e delusioni. Quella esternamente più vistosa è la mancata realizzazione del piano di rinnovare ed allargare la cattedrale per il 12 Luglio, giorno del cinquantesimo anniversario dell’erezione della diocesi. Una volta iniziati i lavori, sia la ditta che aveva vinto l’appalto sia l’architetto che aveva preparato i disegni si sono ritirati, lasciandoci a mani vuote, con la sfida di ricominciare tutto daccapo!
Se Dio vuole, nei prossimi giorni firmerò il contratto con un’altra ditta e presenteremo alle autorità i nuovi disegni. Dovremmo iniziare i lavori entro la metà di Novembre, con la speranza di concludere nel giro di sei mesi. Tutto ciò ha un influsso negativo anche sul programma di rinnovamento spirituale e pastorale della diocesi, il primo scopo della celebrazione del giubileo della diocesi. Con tutti questi ritardi, la gente si stanca e perde interesse e slancio.
Tutto ciò sullo sfondo di un clima politico nel paese che in questi ultimi mesi si è nuovamente surriscaldato, con numerosi episodi di corruzione, ingiustizia e violenza, a volte causati proprio da chi è preposto all’ordine e alla sicurezza, con episodi di arresti indiscriminati e tortura di persone innocenti, che rischiano di trasformare il paese in uno stato di polizia. Ora più che mai c’è bisogno di pregare perché prevalga il buon senso e si ristabilisca un’atmosfera di riconciliazione e di pace.
A livello personale, sto sempre aspettando la scelta e nomina del mio successore. Siamo arrivati alla fase finale del procedimento, ma Roma non ha ancora annunciato il nome del nuovo vescovo. E’ una situazione che crea un certo numero di problemi in diocesi ma, dopo un anno e mezzo di attesa, pur cosciente che la nomina potrà essere annunciata nel giro di pochi giorni oppure fra qualche mese, io continuo con semplicità il mio servizio, facendo quello che posso. Giorno per giorno rimetto tutto nelle Sue mani, compreso il momento in cui diventerò vescovo “emerito” cioè non più responsabile della diocesi, accettando fin d’ora ciò che il Signore sta preparando per il mio futuro. Accompagnatemi con la vostra preghiera.
Nel mio breve soggiorno in Italia, una serie di esami clinici hanno dimostrato che, grazie a Dio, sono ancora abbastanza in forze e salute per continuare il mio servizio. Naturalmente, dato che neanche in Europa esistono certi “pezzi di ricambio”, devo imparare a vivere con la schiena che mi ritrovo, piuttosto malandata. Con l’avvertenza però di rallentare drasticamente il ritmo degli impegni, dando un po’ più di tempo al dovuto riposo. E’ ciò che cercherò di fare, anche se, alla mia “verde età”, non sarà certo facile…
E’ in tale contesto che gli avvenimenti di questi ultimi giorni, a cui ho accennato all’inizio della mia lettera, assumono per me un significato particolare. Un richiamo forte, un invito che il Signore mi rivolge attraverso l’esempio dei santi Paolo VI, Oscar Romero e i martiri Gildo e Daudi.
Ognuno di loro, in modo diverso, ha speso e dato la sua vita per Cristo e la sua Chiesa. Paolo VI ha guidato il Concilio Vaticano II, spalancando le porte della Chiesa al mondo moderno e, primo papa a visitare l’Africa, ha lanciato a Kampala l’invito agli Africani ad essere missionari della loro gente. Come missionario comboniano, non posso fare a meno di rilevare la sintonia con il piano e motto profetico di Daniele Comboni: “Salvare l’Africa con l’Africa”! E’ quanto hanno fatto i due giovani catechisti di Paimol, cento anni fa. Cristiani da poco, si sono offerti come catechisti in una zona e situazione pericolosa, senza paura, autentici missionari del vangelo di Gesù, per il quale hanno dato la vita. E’ quanto ha fatto il vescovo Oscar Romero, ucciso durante la Messa, unendo il suo sangue a quello di Cristo, in difesa dei poveri e oppressi del Salvador.
Guardando a questi esempi e testimoni, diventa ancor più significativo, urgente e quanto mai attuale il messaggio che, mentre il Sinodo dei vescovi sui giovani si avvia alla sua conclusione, Papa Francesco ha lanciato a tutta la Chiesa in occasione della Giornata Missionaria Mondiale: “Assieme ai giovani, proclamiamo il Vangelo !” Non si tratta di un’idea peregrina di Papa Bergoglio, ma è l’eco del comando di Gesù ai suoi apostoli e alla Chiesa di tutti i tempi: “Andate in tutto il mondo!…”.
E’ una parola che sento rivolta a me personalmente, e che mi spinge ancora oggi, come quando sono stato ordinato vescovo di Lira tredici anni fa, ad essere testimone del Vangelo, donando giorno per giorno la mia vita, senza paura, fino alla fine. Ma è anche un messaggio ed una missione affidata al cuore e alle mani di ciascuno di voi, chiamati come me ad essere “discepoli missionari” di Gesù e del suo Vangelo oggi, ognuno secondo la sua personale chiamata, situazione, professione e stato di vita. Sì, “proclamare il Vangelo” con la nostra testimonianza di vita è la vocazione, compito e missione di tutti noi, nessuno escluso.
Per questo, come altre volte in passato, voglio terminare augurando a me stesso e a ciascuno di voi “Buona Missione!”.
Con l’affetto e l’amicizia di sempre,
P. Giuseppe
PS. Chiedo a tutti l’aiuto di una preghiera per la realizzazione del progetto di espansione della cattedrale. Chi vuole e può, l’accompagni anche con un’offerta alla “Associazione Due Mani Onlus” presso la BTL - Banca del Territorio Lombardo - Filiale di Roccafranca, BS - IBAN: IT26Z0873555100001000102700 con l’indicazione “per la Cattedrale di Lira”. GRAZIE! Per informazioni: Tel. 030 70 90 411 - Cell. 349 66 06 045 - Email info@duemanionlus.com



Domenica 28 Ottobre,2018 Ore: 19:17
 
 
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