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www.ildialogo.org LA CHIESA NON HA ALTERNATIVE: O E' LA CASA DELLA PROFEZIA O E' LA SPELONCA DI LADRI,,di Carlo Castellini 

LA CHIESA NON HA ALTERNATIVE: O E' LA CASA DELLA PROFEZIA O E' LA SPELONCA DI LADRI,

di Carlo Castellini
 

DIALOGO-INTERVISTA A PAOLO FARINELLA, SU CROCIFISSO TRA POTERE E GRAZIA, DIO E LA CIVILTA' OCCIDENTALE, PREFAZIONI DI LUIGI BETTAZZI E PAOLO FLORES D'ARCAIS, IL SEGNO DEI GABRIELLI,


…......e probabilmente, a detta di qualche biblista, si sono convertiti anche quella manciata di cento soldati che aveva sotto il suo comando. Ogni tanto, dietro il folle blaterare del Ministro del Viminale, dopo essersi messo alla finestra mediatica con il suo Rosario prima, e con i Vangeli dopo, adesso torna di nuovo sul Crocifisso.
Sono andato a indagare per nutrirmi di cronaca documentata e argomentazioni ragionate, nel libro indagine e documento di PAOLO FARINELLA, prete, in Genova, e parroco della atipica parrocchia di San TORPETE, nella città del capoluogo ligure.
IL CROCIFISSO TRA POTERE E GRAZIA, DIO E LA CIVILTA' OCCIDENTALE, EDITO DAI FRATELLI GABRIELLI, di VIA ENGIA 67, SAN PIETRO IN CARIANO DI (VERONA).
La dedica è indirizzata ai suoi genitori GIUSEPPE E ROSA, autori e garanti della mia identità umana e cristiana. La prefazione invece ospita due firme conosciute e ben note quella di LUIGI BETTAZZI, vescovo emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi, e PAOLO FLORES D'ARCAIS, un principe della cultura italiana, che cerca di riflettere sulla croce come crocifissione di Cristo e simbolo.
LUIGI BETTAZZI aveva fatto capire invece, che “se il Crocifisso ostentato come segno della cultura, deve essere allora riproduzione di un'opera d'arte, appunto come espressione di cultura. E questo per differenziarlo da troppe e frasi dozzinali, dove allora diventano crocifissi confessionali.........di fronte alla tentazione del conformismo, come copertura di di atteggiamenti interiori fortemente anticristiani (perchè discriminatori nei confronti dei fratelli più poveri e più indifesi, un richiamo alla sincerità e alla coerenza, si rivela utile e provvidenziale.
“In fondo le contestazioni più forti di Gesù uomo erano proprio rivolte a chi nascondeva legalismi esteriori per giustificare incoerenze interiori”.
Anche PAOLO FLORES D'ARCAIS, ricorda il suo passato giovanile di appassionato credente nella Croce, vista allora, “come silloge delle umane sofferenze resa estrema e indivisibile perchè incarnata nel figlio di Dio.
Ma l'uomo che ha voluto approfondire la questione per sé e per noi altri, credenti e non, è stato PAOLO FARINELLA, biblista, animatore spirituale di una parrocchia atipica, SAN TORPETE nel capoluogo ligure.
Egli ha voluto indagare e passare dai fatti di cronaca e dagli episodi scandalosi delle strumentalizzazioni all'analisi di atteggiamenti di fondo presenti in persone sia della cultura ma anche della chiesa. Le sue riflessioni e conclusioni sono sfociate in questo volume da me citato, che ha il pregio di una grande chiarezza e di una grande onestà intellettuale. (Carlo Castellini).
1. CHE COSA TI HA SPINTO A SCRIVERE UN LIBRO DI QUESTO GENERE?
R. “Il libro che presentiamo nasce da un bisogno interiore, da un imperativo della coscienza che impone di dare una risposta , certamente non esaustiva, all'”Operazione civiltà occidentale” che da più versanti, sia laici che religiosi, si sta cercando di realizzare in Italia trasformando il cristianesimo in religione civile o dei valori”.
D. CHE COSA INTENDI QUANDO PARLI DI “OPERAZIONE CIVILTA' OCCIDENTALE?
R. “A questo tentativo collaborano attivamente due categorie di addetti: persone di cultura che politicamente fanno riferimento alla destra liberale e agnostica (quando non è espressamente atea) e porzioni di cattolici che credono ancora nel mito della società cristiana, che vorrebbero ancora come “instrumentum Regni”).
D. CHE COSA INTENDI CON L'ESPRESSIONE “RELIGIONE CIVILE O DEI VALORI? UNA RELIGIONE PER DEFINIZIONE NON PUO' ESSERE CIVILE MA DEVE ANDARE OLTRE. O MI SBAGLIO?

R. “In questa “operazione civiltà occidentale” o “obiettivo identità” svolge un ruolo determinante parte della gerarchia cattolica italiana che gestisce direttamente il suo rapporto col mondo politico dopo il crollo della ex-dc che ne garantiva gli interessi”.
D. I VALORI SI DEFINISCONO PER QUALCOSA CHE VALE. NON SONO PER DEFINIZIONE NEGOZIABILI ALTRIMENTI SONO MERCE. E' COSI'?
R. “Il referente cattolico dell'identità europea fondata sulle radici cristiane è Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, che da anni sviluppa l'idea che l'Europa e l'occidente o riscoprono le proprie radici cristiane o sono destinate a scomparire di fronte alle invasioni dal sud del mondo e dall'est del mondo”.

D. CHI SONO GLI UOMINI DI CULTURA CHE COSCIENTI O MENO SI SONO PRESTATI A QUESTA OPERAZIONE DI COMPRAVENDITA?

R. “Il rappresentante laico di questo tentativo culturale è in Italia il sen. Marcello Pera che ha fondato un Comitato in difesa della civiltà occidentale con un appello preoccupato e preoccupante dal titolo “Per l'occidente forza di civiltà”. Le ragioni del nostro impegno”.
D. MA QUESTA IDEA NON MI PARE NUOVA. PERCHE'?
R. “Già nel 1802 nel pieno sviluppo del romanticismo letterario europeo, François Auguste René de Chateaubriand nel suo saggio “Genio del Cristianesimo”, asserisce la superiorità del Cristianesimo che pervadeva di sé ogni forma di arte e di cultura. Egli non spiega perchè, ma ammira appassionatamente con la veemenza “fondamentalista” del neo-convertito e contesta l'illuminismo di Voltaire e Diderot da posizioni controrivoluzionarie in difesa della civiltà cristiana e dei suo valori. E' sintomatico che fosse Napoleone in persona a ordinarne una recensione positiva”.
D. MA ANCORA DUE PAROLE SU RATZINGER PER CAPIRE MEGLIO I VARI ASPETTI DEL PROBLEMA.
R.”Joseph Ratzinger fu eletto papa il 19 aprile 2005 in nome dell'emergenza europea perchè “l'Europa non ama più sé stessa” se non è più in grado di riconoscere le sue radici cristiane. Il primo mondo ha bisogno di un supplemento di anima, ma soprattutto di risvegliare l'anima cristiana, che l'ha nutrita e cresciuta se non vuole soccombere di fronte all'assalto estero”.
D. MA I VESCOVI COME RISPONDONO A QUESTO APPELLO?
R.”Accanto al papa si schiera anche parte della Conferenza episcopale italiana e la sua dirigenza assestata su posizioni visibilmente conservative sia dal punto di vista sociale e politico che da quello religioso-teologico”.
D. MA QUAL ERA L'OBIETTIVO NON DICHIARATO DI QUESTA OPERAZIONE CULTURALE?

R. “A molti sembra che l'obiettivo non secondario di questa strategia culturale sia l'archiviazione del Concilio Vaticano II responsabile incauto della deriva secolarizzata attuale”.

D. PUOI FARE QUALCHE NOME?
R.”Il Card. Camillo Ruini, vicario del papa per la diocesi di Roma infattti, tende a catalogare il Concilio come momento innocuo di una tradizione costante costante piuttosto che un segno visibile di una “novella Pentecoste” secondo le parole di Giovanni XXIII che lo convocò. Un concilio non si rinnega mai, ma se lo si interpreta come “fatto storico”, lo si dichiara già superato e archiviato. L'evento dirompente che rivoluzionò la Chiesa e segno il secolo XX è declassato e a semplice routine: un accidente della storia”.

D. MA I LAICI E IL POPOLO DI DIO COME REAGIRONO?

R. “In questo contesto, il mondo laico per riflesso e il popolo di Dio in particolare sono disorientati. Sempre più frammentati e divisi da steccati che si pensavano superati o in via di dismissione. Molti laici credenti sentono la gerarchia lontana se non avversa e molti laici non credenti, ma attenti al fenomeno religioso, sono infastiditi dalle continue esternazioni di prelati che cercano di condizionare anche l'autonomia propria della politica e della società che il Concilio con espressione romantica aveva definito “autonomia delle realtà terrestri”.
D. E COME E' NATA L'ESPRESSIONE NEO-TEO-CON?
R. “Proveniente dagliStati Uniti d'America, si è diffusa anche in Europa l'espressione sintetica “neo-teo-con” con cui si indica la corrente di pensiero (o di utilità?) divulgata in Italia dal senatore Pera e in campo cattolico da papa Ratzinger e da parte della dirigenza ecclesiastica.
D. MA CHI SONO IN REALTA' I NUOVI TEOLOGI CONSERVATORI?-
R. “I nuovi teorici o teologi conservatori in verità sono vecchi perchè di fronte a problemi nuovi immani (esodo di popoli, fame nel mondo, squilibri economici, giustizia sperequata, disuguaglianze abissali tra ricchi (pochi) e poveri (molti), guerre preventive, fonti di energia, acqua, ecosistema compatibile, ecc.) risppondono con ricette antiche, già fallite in passato. La storia, si sa, è una pessima “magistra vitae”. Se è vero che il futuro è anche dietro di noi perchè non veniamo dal nulla, è ancora più vero che solo il coraggio e l'apertura dell'anima possono andare incontro ad un futuro che può essere esaltante se condiviso e disperante se rinchiuso in categorie asfittiche come “civilTà” e “identità nazionale”.
D. MA IL LETTORE CHE COSA TROVERA' IN QUESTO LIBRO?
R. “La risposta che il lettore troverà in questo libro è duplice. E' una risposta laica perchè in una società multietnica in cui si confrontano culture opposte (democratiche e teocratiche) solo uno stato laico può garantire lo spazio completo di libertà perchè ogni singola persona possa realizzare se stessa in una pacifica convivenza e interazione con gli altri”.
D. E LA SECONDA RISPOSTA?
R. “E' anche una risposta cristiana, segnatamente cattolica, che non pretende di essere l'unica perché si colloca all'interno di un sano pluralismo teologico che annovera tanti cristianesimi e tanti cattolicesimi nessuno dei quali si esaurisce in un pensiero uno ed unico come vorrebbero i cultori della cristianità intesa come vertice della civiltà”.
D. QUALE SARA' ALLORA IL LORO DESTINO?
R. “Tutti i fondamentalismi, da quello musulmano a quello cattolico, da quello animista a quello ateo, da quello politico a quello filosofico, anche se in qualche malaugurato momento della storia sembrano avere il sopravvento, sono comunque destinati alla sconfitta perchè antistorici e antiumani. Sono solo un momento di dacadenza”.
D. MA ALLORA E MEGLIO TACERE O PARLARE?
R.”Viviamo in un tempo dove “tacere” non è più possibile senza essere complici del degrado della ragione e del vangelo che, se ridotto a progetto culturale di valori, perde tutta la sua carica dirompente di rivoluzione è profetica che Gesù gli ha impresso. La Chiesa non ha alternative: o è casa della profezia o è “spelonca di ladri”.
D. CHE NE FACCIAMO ALLORA DEGLI ATEI DEVOTI E CATTOLICI PAGANI?
R. “Il connubio tra “atei devoti” o “laici genuflessi” e “cattolici pagani” o “religiosi idolatri” è una miscela panteista che alla fine prosciuga l'anima di chi pensa che le Beatitudini e il Padre Nostro possono diventare un “progetto culturale” buono per ogni stagione”.
D. IN CONCLUSIONE COSA RIMANE ANCORA ?
R. “Nessuna cultura e nessuna civiltà, per quanto cristiane, possono appropriarsi del Crocifisso che resta sempre e solo uno “scandalo” sospeso tra cielo e terra Crocifisso tra potere e grazia, oltre ogni civiltà, fuori di ogni identità perchè “il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36).
Grazie don Paolo delle risposte che hai dato con il tuo libro per il nostro sito IL DIALOGO. Grazie e auguri per la tua salute per noi preziosa Un abbraccio. (Carlo Castellini).



Domenica 02 Settembre,2018 Ore: 16:30
 
 
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