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www.ildialogo.org PROMUOVERE IL RINNOVAMENTO EVANGELICO,di Jose Antonio Pagola

PROMUOVERE IL RINNOVAMENTO EVANGELICO

Lettera a papa Francesco


di Jose Antonio Pagola

Traduzione dallo spagnolo di Stefania Salomone


Pubblicata nel n. 2.863 di Vida Nueva - 21 settembre 2013
“Quasi senza rendertene conto stai portando nel mondo la Buona Notizia di Gesù. Stai creando un clima nuovo nella Chiesa, più evangelico e più umano. Ci stai portando lo Spirito di Cristo ..."
Caro fratello Francesco,
Da quando sei stato eletto per essere l'umile "Roccia" sulla quale Gesù vuole continuare a costruire la sua chiesa oggi, ho seguito con attenzione le tue parole. Ora sono appena tornato da Roma, dove ti ho visto abbracciare i bambini, i malati, gli indigenti, salutare e benedire la folla.
Dicono che sei vicino, semplice, umile, gentile e non so cos'altro ancora. Ma io credo in te ancora di più. Ho potuto vedere Piazza San Pietro e Via della Conciliazione piene di gente entusiasta. Non credo che questa sia attratta unicamente dalla tua semplicità o dalla simpatia. In pochi mesi sei diventato una "buona notizia" per la Chiesa e anche oltre la chiesa. Perché?
Quasi senza rendertene conto Quasi senza rendertene conto stai portando nel mondo la Buona Notizia di Gesù. Stai creando un clima nuovo nella Chiesa, più evangelico e più umano. Ci stai portando lo Spirito di Cristo. Le persone lontane dalla fede cristiana mi dicono che le stai aiutando ad avere fiducia nella vita e nella bontà dell'essere umano.
Alcuni che vivono distanti da Dio mi hanno confessato che tu hai suscitato dentro di loro una piccola luce che li ha portati a rivedere il loro approccio verso il Mistero ultimo dell'esistenza.
So che nella Chiesa abbiamo bisogno di riforme profonde per correggere le deviazioni di molti secoli, ma negli ultimi anni si è fatta strada dentro di me una convnizione. Prima che tali riforme possano essere portate avanti c'è bisogno di una conversione a livello profndo e radicale. Abbiamo bisogno semplicemente di tornare a Gesù, di incarnare il nostro cristianesimo con maggiore fede e fiducia nella sua persona, nel suo messaggio e nel suo progetto del Regno di Dio. Quindi voglio spiegare ciò che più mi ha convinto nel tuo ministero come Vescovo di Roma in questo inizio di pontificato.
Ti ringrazio per gli abbracci ai bambini, per averli stretti al tuo petto. Questo ci aiuta a recuperare i gesti profetici di Gesù, così dimenticati nella chiesa, ma importanti per capire ciò che lui si aspetta dai suoi seguaci. Secondo il racconto evangelico, Gesù, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti ed il servo di tutti. E preso un bambino lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me".
Avevamo dimenticato che, sottraendo attenzione a tutto il resto, al centro della Chiesa ci devono essere i piccoli, i fragili, i vulnerabili. E' importante che tu sia tra di noi come "Roccia" sulla quale Gesù costruisce la sua Chiesa, ma è forse ugualmente importante - o forse di più - che tu sia tra noi abbracciando i piccoli e benedicendo gli infermi e gli invalidi, per ricordarci come accogliere Gesù. Questo gesto profetico mi sembra decisivo in questi tempi in cui il mondo corre il rischio di disumanizzarsi dimenticando il passato.
Ti ringrazio perché ci inviti così spesso ad uscire dalle Chiese per entrare nella vita dove la gente soffre e gioisce, lotta e lavora: questo mondo in cui Dio vuole costruire una convivenza più umana, giusta e solidale. Credo che la più grave eresia che ha toccato il cristianesimo sia quella di aver posto la Chiesa al centro di tutto, spostando dall'orizzonde il progetto del Regno di Dio.
Giovanni Paolo II ci ha ricordato che la Chiesa non è fine a se stessa, ma solo "germe, segno e strumento del Regno di Dio", ma le sue parole si sono perse tra molti altri discorsi.
Ora provo una grande gioia quando vogliamo allontanare l'autoreferenzialità per camminare verso le "periferie esistenziali" dove possiamo incontrare i poveri, le vittime, gli infermi, gli sfortunati ...
Mi piace citare le tue parole: "Dobbiamo costruire ponti, non muri, per difendere la fede", "la Chiesa non cresce con il proselitismo, ma per l'attrazione, la testimonianza e la predicazionie". Mi sembra di sentire al voce di Gesù, che dal Vaticano ci esorta dicendo: "Va' e annuncia che il Regno di Dio è vicino", "Vai e guarisci i malati", "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".
Apprezzo molto anche i tuoi inviti continui alla conversione al Vangelo. Conosci bene la Chiesa. Mi sorprende la tua libertà di chiamare per nome i nostri peccati. Non lo fai con linguaggio da moralista, ma con forza evangelica: l'invidia, l'arrivismo, la brama di denaro, "la malainformazione, la diffamazione e la calunnia", "l'arroganza e l'ipocrisia clericale", "la mondalità spirituale" e la "borghesia dello spirito", i "cristiani da salotto", i "credenti da museo", i cristiani con "la faccia da funerale". Ti preoccupa molto il sale senza sapore", un "sale che non sa di niente", e ci chiami ad essere discepoli che imparano a vivere secondo lo stile di Gesù.
Non ci chiami sono ad una conversione individuale, ma ci esorti al rinnovamento ecclesiale, strutturale. Non siamo abituati a questo linguaggio. Sordi alla chiamata innovatrice del Vaticano II, abbiamo dimenticato che Gesù invitava i suoi seguaci a mettere "vino nuovo in otri nuovi". Infatti mi riempie di speranza la tua omelia della Pentecoste: "La novità fa sempre un po' paura, perché ci sentiamo più sicuri quando teniamo tutto sotto controllo, se siamo noi che costruiamo, programmiamo e pianifichiamo la nostra vita secondo i nostri schemi, sicurezze e gusti ...
Abbiamo timore che Dio ci porti verso nuovi cammini, ci distolga dai nostri orizzonti, spesso limitati, chiusi, egoisti per aprirci ai suoi.
Per questo ci chiediamo con sincerità: "siamo aperti al Dio che sorprende o siamo imprigionati nella paura della novità dello Spirito Santo? Siamo decisi a perseguire i cammini nuovi che la novità di Dio ci presenta o ci trinceriamo in strutture antiche, che hanno perso la capacità di dare risposte?" Il tuo messaggio e il tuo spirito stanno annunciando un nuovo futuro er la Chiesa.
Voglio terminare queste poche righe esprimendo umilmente un mio desiderio. Non potrai fare grandi riforme, ma puoi dare nuovo impulso al rinnovamento evangelico in tutta la Chiesa. Sicuramente potrai trovare una modalità opportuna affinché i futuri vescovi dele diocesi del mondo abbiano un profilo e un respiro pastorale capace di promuovere questa conversione a Gesù che tu stai incoraggiando da Roma.
Francesco, sei un regalo di Dio. Grazie!



Martedì 08 Ottobre,2013 Ore: 18:47
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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