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www.ildialogo.org PER SAN GIUSEPPE UN NUOVO LOOK:  UN DECRETO DI PAPA FRANCESCO. E' un modello sempre attuale. Una nota di Matteo Liut - con appunti,a c. di Federico La Sala

DOPO COSTANTINO (313-2013), CON UN IMMAGINARIO ANCORA PIENO DI "MAMMONA",  DI "MAMMASANTISSIMA", DI  "DOMINUS IESUS" E DI "DEUS CARITAS", LA CHIESA  CERCA DI USCIRE DAL VICOLO CIECO ...
PER SAN GIUSEPPE UN NUOVO LOOK:  UN DECRETO DI PAPA FRANCESCO. E' un modello sempre attuale. Una nota di Matteo Liut - con appunti

(...) dopo le parole «con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio» d’ora in poi bisognerà sempre aggiungere anche «con san Giuseppe, suo sposo». La decisione è stata annunciata ieri dalla Sala stampa vaticana, che ha pubblicato in diverse lingue un decreto emesso dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti (...)


a c. di Federico La Sala

MATERIALI PER RIFLETTERE:

COSTANTINO, SANT’ELENA, E NAPOLEONE. L’immaginario del cattolicesimo romano.

GIUSEPPE E’ ANCORA UN "GOJ", UNO STRANIERO. Luigi Pirandello insegna. LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" E FA IL SANTO "PADRINO".... CON "MAMMASANTISSIMA".

 MEMORIA DI FRANCESCO DI ASSISI: IL "PRESEPE" DI BENEDETTO XV E DI BENEDETTO XVI.

DAL DISAGIO ALLA CRISI DELLA CIVILTA’: FINE DEL "ROMANZO FAMILIARE" EDIPICO DELLA CULTURA CATTOLICO-ROMANA. (fls)

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DECRETO

 San Giuseppe, un modello sempre attuale
Il suo nome nelle Preghiere eucaristiche

di Matteo Liut (Avvenire, 20 giugno 2013)

È san Giuseppe, umile custode di un tesoro prezioso, il modello da incarnare con sempre maggiore efficacia nel mondo di oggi. Questo mandato alla Chiesa universale è alla base della decisione di inserire il nome dello sposo della Vergine Madre di Dio nella seconda, nella terza e nella quarta Preghiera eucaristica, estendendo così anche a questi testi più moderni quanto avviene già per la prima Preghiera eucaristica, il Canone Romano. Così dopo le parole «con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio» d’ora in poi bisognerà sempre aggiungere anche «con san Giuseppe, suo sposo». La decisione è stata annunciata ieri dalla Sala stampa vaticana, che ha pubblicato in diverse lingue un decreto emesso dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti.

Un documento che riporta la data dello scorso 1° maggio e le firme del cardinale Antonio Cañizares Llovera e dell’arcivescovo Arthur Roche, rispettivamente prefetto e segretario del Dicastero vaticano. L’indicazione non è frutto di una decisione dell’ultimo minuto, ma, secondo quanto riporta lo stesso decreto, è stata voluta da Benedetto XVI e ora realizzata da papa Francesco. «Nella Chiesa cattolica i fedeli hanno sempre manifestato ininterrotta devozione per san Giuseppe - si legge nel documento - e ne hanno onorato solennemente e costantemente la memoria di sposo castissimo della Madre di Dio e patrono celeste di tutta la Chiesa, al punto che già il beato Giovanni XXIII, durante il Sacrosanto Concilio ecumenico vaticano II, decretò che ne fosse aggiunto il nome nell’antichissimo Canone Romano».

Benedetto XVI, spiega ancora il decreto, «ha voluto accogliere e benevolmente approvare i devotissimi auspici giunti per iscritto da molteplici luoghi, che ora il sommo pontefice Francesco ha confermato, considerando la pienezza della comunione dei santi che, un tempo pellegrini insieme a noi nel mondo, ci conducono a Cristo e a lui ci uniscono». Un gesto, quindi, che rende ancora più forte la continuità tra i pontificati di Joseph Ratzinger e di Jorge Mario Bergoglio: il primo, infatti, ha più volte ricordato la sua profonda devozione al «proprio santo», il secondo porta nel proprio stemma (da vescovo, cardinale e pontefice) il nardo, simbolo dello sposo di Maria. Inoltre il pontificato del Papa argentino è stato ufficialmente inaugurato con la Messa d’inizio del ministero petrino proprio il 19 marzo, giorno in cui la Chiesa festeggia san Giuseppe. In lui, ha detto Francesco nell’omelia quel giorno, «vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!».

Parole cui fa eco in parte anche la spiegazione contenuta nel decreto diffuso ieri: san Giuseppe - vi si legge - «aderendo pienamente agli inizi dei misteri dell’umana salvezza, è divenuto modello esemplare di quella generosa umiltà che il cristianesimo solleva a grandi destini e testimone di quelle virtù comuni, umane e semplici, necessarie perché gli uomini siano onesti e autentici seguaci di Cristo. Per mezzo di esse quel Giusto, che si è preso amorevole cura della Madre di Dio e si è dedicato con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, è divenuto il custode dei più preziosi tesori di Dio Padre» ed è stato venerato nei secoli «quale sostegno di quel corpo mistico che è la Chiesa». Una Chiesa che oggi vuole ripartire proprio dal suo esempio.

Matteo Liut



Giovedì 20 Giugno,2013 Ore: 20:23
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 21/6/2013 09.38
Titolo:COME E' NATO IL "DOMINUS IESUS" .....
LA "SACRA FAMIGLIA" CATTOLICO-COSTANTINIANA E IL "DOMINUS IESUS":


"Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio"


Dichiarazione del Cardinale Dario Castrillon Hoyos alla XV conferenza internazionale del Pontificio consiglio (la Repubblica, 17 novembre 2000, p. 35)

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La chiesa di Papa Francesco

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