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www.ildialogo.org Il papa dei poveri?,di <strong>Walter Peruzzi</strong>

Il papa dei poveri?

di Walter Peruzzi

Dal sito : www.cattolicesimo-reale.it/
Posted on marzo 14th, 2013
Diverso in tutto, fuorché nel conservatorismo dottrinale, Francesco potrà forse raccogliere meglio di Benedetto i consensi degli ultimi, a vantaggio dei primi.
 
Jorge Mario Bergoglio, neoeletto papa con il nome di Francesco

E’ bastato sentire ieri sera, subito dopo la proclamazione del 266esimo papa, la cattivante chiacchierata di Francesco I, frammista a padrenostri ed avemaria, per capire cosa mancava a Ratzinger e cosa, forse, ha concorso a farlo dimettere.

La Chiesa cambia rotta?
“Fine” teologo, e papa ombra che dava la linea quando ancora c’era Wojtyla, l’uomo dalle scarpette rosse ha continuato a macinare dottrina in prima persona anche negli otto anni del suo pontificato, ma senza la credibilità e il carisma di un Wojtyla o di un Roncalli – la figura che più è venuta in mente ascoltando il primo papa gesuita, il primo papa del terzo mondo e il primo Francesco nella storia della Chiesa. Non solo. A giudicare dalla freddezza con cui lo ha accolto la Curia, c’è da pensare che a Francesco non difettino neppure le qualità necessarie per cercare di imporre più “trasparenza” e “pulizia” in Vaticano. Che è stata un’altra carenza di Benedetto, e forse un altro motivo delle dimissioni.
La scelta di Bergoglio, che fu il cardinale più votato dopo Ratzinger nel precedente conclave, può dunque parere uno schiaffo a Benedetto XVI. E può far pensare, coadiuvanti anche il nome scelto, il continente di provenienza, il suo rifiuto di ogni lusso, la sua lotta agli sprechi e il suo impegno nella assistenza ai poveri, che la Chiesa abbia invertito rotta.

Non è tutto progresso quel che luccica
Ma la biografia di Bergoglio, che andrà certo meglio indagata nei prossimi giorni con un controllo attento delle fonti, non pare autorizzare queste speranze. Il cardinale dei poveri risulta essere stato colluso con la dittatura argentina, almeno secondo quanto scrive ne L’isola del Silenzio il giornalista Horacio Verbitsky. In anni recenti pare inoltre essere tornato ad avere un ruolo politico sostenendo, in opposizione all’attuale presidente argentina Cristina Kirchner, politiche neoliberiste di screditati personaggi come Menem e De La Rua nonché la richiesta di amnistia per i militari della dittatura e per chiunque coinvolto, processato o condannato per i crimini commessi in quel periodo. Contrario all’aborto e all’eutanasia, e difensore dei famosi principi non negoziabili, ha inoltre combattuto nel 2010 come «un piano del Diavolo contro Dio» la nuova legge con cui si consentiva il matrimonio civile anche alle coppie dello stesso sesso, con gli stessi diritti e doveri, inclusa l’adozione.

L’ombra lunga di Benedetto
Ciò potrebbe gettare una luce diversa sul suo rapporto con il papa emerito che seguita ad abitare dentro il Vaticano, benché sia presto per dire il ruolo di Benedetto nella elezione del suo successore e, soprattutto, nel futuro governo della Chiesa. Alla vigilia del Conclave il teologo dissidente Hans Kung aveva avanzato l’ipotesi che Ratzinger intenda ritagliarsi il ruolo di papa ombra, già svolto ai tempi di Wojtyla. Questo sarebbe provato, secondo Kung, dalla decisione di tenere come proprio segretario personale il fido George, dopo averlo nominato vescovo e prefetto della casa pontificia – così da farne un tratto d’unione permanente fra vecchio e nuovo papa. Certo, il Conclave non ha eletto ratzingeriani di ferro come Scola o Ouellet. Ma in fondo si potrebbe ugualmente pensare che Ratzinger abbia non già subito ma suggerito o almeno condiviso la scelta di papa Francesco – assai più abile di lui nel gestire i conflitti con la Curia e nell’intercettare i consensi dei fedeli, specie degli “ultimi”, anzi dell’intero terzo mondo -, sapendo che di lui si può fidare sul piano del conservatorismo dottrinale. E magari supportarlo, continuando a “dare la linea”.

Una postilla
Infine, senza voler gelare gli entusiasmi di don Gallo per il papa dei poveri, o di Vito Mancuso, che spera sia «la volta buona» (Repubblica) ricordo che anche altre volte un papa “povero” salì al soglio di Pietro. Famoso per la sua austerità fu ad esempio San Pio V che anche da papa continuò a portare il saio bianco domenicano (diventato da allora tradizionale per tutti i pontefici), dormiva poche ore al giorno su un semplice pagliericcio, si cibava quasi esclusivamente di legumi e frutta e non rinunciò mai al digiuno, neppure quando era ammalato. Non rinunciò neppure, altro motivo per cui è famoso, ad ammazzare eretici, adulteri e gay. Speriamo, naturalmente, che non sia il caso.




Venerdì 15 Marzo,2013 Ore: 17:24
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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