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www.ildialogo.org FRANCESCO: UNA GENUFLESSIONE PER GLI UMILIATI DALLE GUERRE,di Maria Teresa d’Antea

FRANCESCO: UNA GENUFLESSIONE PER GLI UMILIATI DALLE GUERRE

di Maria Teresa d’Antea

Ogni giorno papa Francesco ci sorprende, non tanto con le parole, quanto con i gesti. Ne ha compiuto uno di recente che mi ha positivamente scombussolato, perché fuori dalle righe: Francesco alla sua età veneranda e con tutti gli acciacchi ad essa connessi, si è inginocchiato per quattro volte ai piedi di quattro leader del Sud Sudan per chiedere loro, come fratello, di rimanere nella pace. E’ successo a Santa Marta nell’aprile scorso, al termine di un ritiro spirituale di due giorni promosso dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e da altre Chiese cristiane. A questo ritiro hanno partecipato quattro leader di due opposte etnie del Sud Sudan, designati da un referendum per avviare il processo di pace e di ricostruzione del loro Paese, dopo una guerra civile di sei anni. Il Sud Sudan è il più giovane stato del mondo, essendo diventato indipendente dal Sudan nel 2011. La guerra per l’indipendenza fu molto lunga e non ha mai permesso alla popolazione di risollevarsi dalla dolorosa povertà in cui fu precipitata. Questa guerra conobbe due tappe: la prima terminò nel 1983, la seconda nel 2005. Purtroppo le notizie storiche relative al Sud Sudan sono incerte e frammentarie, perché dove parla la bocca delle bombe e dei fucili, le bocche umane non hanno tempo per raccontarsi la storia. Il Sud Sudan è lo stato al mondo dove si muore di fame più che in altri stati africani. Da decenni le sue guerre fanno parte dei cosiddetti conflitti dimenticati, quelli di cui nessuno parla, perché il silenzio conviene certamente a qualcuno. E’ uno stato dove ci sono prestigiose compagnie petrolifere egiziane, cinesi, americane, perché il Sud Sudan è ricchissimo di petrolio, ancora oggi capace di attirare i pescicani più pescicani del mondo. E non si capisce mai cosa succede veramente nei luoghi dove arrivano simili squali. Nelle foto pubblicate dai missionari sulle loro riviste si vedono moltitudini di povera gente smagrita oltre ogni immaginazione, con la pelle attaccata alle ossa. La vecchiaia non esiste, perché a trent’anni si è già vecchi. E si tratta di esseri umani che non possono nemmeno arrivare ai porti di casa nostra, perché la distanza da percorrere è impossibile. Nella volontà di volersi staccare dal Sudan vanno inclusi anche motivi religiosi, in quanto il Nord del Sudan è musulmano, mentre il Sud Sudan è cristiano- animista. A soli due anni dalla sua indipendenza, ottenuta nel 2011, il Sud Sudan vede scoppiare, nel dicembre del 2013, una spaventosa guerra tribale, durata fino al 2018. La corruzione dilaga, perché la guerra e la fame fanno saltare tutte le regole, quelle umane e quelle divine. Le esecuzioni capitali per impiccagione avvengono senza processi. Centinaia di donne subiscono stupri e sodomizzazioni, insieme alle loro bambine. Ai maschi si mette in mano un fucile a nove-dieci anni e si fanno diventare soldati, per un tozzo di pane e qualche soldo. La cleptocrazia, che vuol dire ladri al potere, è la sola modalità di governo finora conosciuta dal giovane stato. La ricostruzione morale del Paese sarà quindi difficile quanto il processo di pace. Per questo la genuflessione di umiltà di papa Francesco ai piedi dei quattro leader, non certamente immacolati, fra cui una donna vedova d’un guerrigliero, non deve scandalizzare nessuno, specie se si ascoltano le parole che hanno accompagnato il gesto. Questo nostro Pastore sa rovesciare tutte le convenzioni del mondo, proprio come Gesù fece col discorso delle beatitudini e con l’inginocchiarsi per lavare i piedi a gente che si aspettava da Lui solo un buon posto di potere. Giovanni XXIII abolì il bacio della santa pantofola rossa, Francesco va ben oltre. Si inginocchia lui perché la pace, quella vera che dice no alle guerre, ha bisogno di perdono. E Francesco non accusa i quattro leader. Per lui sono fratelli da amare, sono soprattutto quattro guide scelte da un popolo ridotto a un misero insieme di scarti umani, il cui grido “attraversa i cieli e giunge fino al Padre”, dice il papa. Davanti a questo grido, Francesco si è svuotato di ogni potere. Per lui non conta il prestigio temporale di un pontefice, da cui prende sempre le distanze, rifiutando anche il servile baciamano. Per lui contano le moltitudini dimenticate dei poveri, che a quei leader chiedono solo la fine del loro inenarrabile calvario.
Maria Teresa d’Antea

 

 

 

 



Giovedì 18 Luglio,2019 Ore: 21:45
 
 
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