- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (358) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org VICO: IL DESIDERIO DI IMMORTALITA', LA STORIA, E LA "CHARITAS". Nota per una rilettura della “Scienza Nuova” ,di Federico La Sala

 PER UNA SECONDA RIVOLUZIONE COPERNICANA. Al di là di ogni storicismo,  riprendere il filo della tradizione critica ed evangelica (non cattolico-hegeliana) 
VICO: IL DESIDERIO DI IMMORTALITA', LA STORIA, E LA "CHARITAS". Nota per una rilettura della “Scienza Nuova” 

CON VICO (...)  siamo già fuori dallo stato di minorità: niente dogmatismi né in fisica né in metafisica! Il desiderio di immortalità, è vero,  ci porta dinanzi a “un Dio” superiore alla natura, ma questo Dio non ha niente di antropomorfico (non è  né un Demiurgo alla Platone né un “sommo Padre Architetto” alla Pico e ancora alla Newton)  


di Federico La Sala

QUI PROSEGUE IL DISCORSO GIA' AVVIATO IN 

A) VICO (E KANT), PER LA CRITICA DELLE VERITA’ DOGMATICHE E DELLE CERTEZZE OPINABILI.  

B)  GIAMBATTISTA VICO CON NEWTON: "HYPOTHESES NON FINGO" (NON INVENTO IPOTESI)!

C) LA LEZIONE DI VICO E I FILOSOFI ITALIANI: IL CASO COLLETTI.

Per le citazioni e i riferimenti di pagine, cfr.: Giambattista Vico, Opere filosofiche, introd. di Nicola Badaloni, a c. di Paolo Cristofolini, Firenze 1971 

***

PRINCIPI DI UNA SCIENZA NUOVA (1725). A “conchiusione dell’opera”, Vico riepiloga e riafferma con determinazione che “l’ordinatrice del mondo delle nazioni” è la provvidenza. E, con questa sua ultima frase, chiude il discorso: “Ché senza un Dio provvedente, non sarebbe nel mondo altro stato che errore, bestialità, bruttezza, violenza, fierezza, marciume e sangue; e, forse senza forse, per l gran selva della terra orrida e muta oggi non sarebbe genere umano” (p. 328).

Se non si vuol cadere in equivoci di nessun tipo (come è successo e ancora succede) è all’inizio dell’opera che bisogna ritornare e rileggere ancora e di nuovo il primo capoverso del capitolo primo del Libro Primo: “ Il diritto naturale delle nazioni egli è certamente nato coi comuni costumi delle medesime: né alcuna giammai al mondo fu nazione d’atei, perché tutte incominciarono da una qualche religione. E le religioni tutte ebbero gittate le loro radici in quel desiderio che hanno naturalmente tutti gli uomini di vivere eternamente; il qual comune desiderio della natura umana esce da un senso comune, nascosto nel fondo dell’umana mente, che gli animi umani sono immortali; il qual senso, quanto è riposto nella cagione, tanto produce quello effetto:  che, negli estremi malori di morte, desideriamo esservi una forza superiore alla natura per superargli, la quale unicamente è da ritrovarsi in un Dio che non sia essa natura ma ad essa natura superiore, cioè una mente infinita ed eterna; dal qual Dio gli uomini diviando, essi sono curiosi dell’avvenire” (p.172 – corsivi miei, fls).

Qui la chiave di accesso e la guida all’intero discorso dei “Principi di una scienza nuova intorno alla natura delle nazioni”, e alla comprensione del punto di arrivo, della stessa conclusione: il “regno della coscienza, che è regno del  vero Dio.  Che era l’idea dell’opera, che tutta incominciammo – scrive Vico –  da quel motto:  A Iovis principium musae, ed ora la chiudiamo con l’altra parte:  Iovis omnia Plena”  (p. 329).

L’INESTINGUIBILE  DESIDERIO  DI IMMORTALITA’.  Sembra Hegel! Ma, la fenomenologia dello spirito di Vico non disegna il cerchio di tutti i cerchi: il suo cerchio non si può mai chiudere e non si chiude mai su un “sapere assoluto”.  Egli ha compreso tutta la potenza del desiderio e al contempo  tutto il pericolo del desiderio dell’onnipotenza della natura umana  e, finalmente, ha trovato la chiave per una comprensione critica di ogni ragione che voglia conseguire la vita perpetua in modo inverso e perverso (cfr.: “Lemurum fabula”,  “Scienza nuova”,  1730) e  mettere fine al libero cammino dell’umanità. 

Per Vico, “Ercole”, l'umanità,  è al bivio – sempre, e in ogni tempo: a lui la decisione, a lui la responsabilità della scelta. Il comune desiderio della natura umana è  nascosto nel fondo dell’umana mente, ma “quanto è nascosto nella cagione, tanto produce quello effetto”: che, in situazioni di pericolo e rischio di morte, desideriamo e vogliamo che ci sia una forza superiore alla natura per superarla, che ci sia un Dio che possa venire in aiuto della finitezza e della mortalità dell’essere umano.  “Essere e Tempo”: a distanza di secoli, Martin Heidegger – approdato, dopo il ‘diluvio’ nazi-fascista, nella grande foresta nera –  comincia a pensare che “solo un Dio ci può salvare”, ma sprofondato nel sonno dogmatico e nella sapienza volgare pensa ancora all’abbagliante sarabanda dei fulmini e dei tuoni del suo Fuhrer-Giove!

L’INESTINGUIBILE DESIDERIO DI UMANITA’. Con Vico, al contrario, siamo già fuori dallo stato di minorità: niente dogmatismi né in fisica né in metafisica! Il desiderio di immortalità, è vero,  ci porta dinanzi a “un Dio” superiore alla natura, ma questo Dio non ha niente di antropomorfico (non è  né un Demiurgo alla Platone né un “sommo Padre Architetto” alla Pico e ancora alla Newton): al contrario, è il “Dio” della Legge e la Legge del “Dio” dei nostri Padri e delle nostre Madri, immanente e trascendente alla nostra stessa umana mente, illumina l’azione di ogni essere umano verso se stesso, verso gli altri, e verso il mondo.  Contro ogni tentazione e illusione, il “Dio” di Vico -  detto diversamente,-  è il “Dio” di un desiderio antropògeno (Kojeve),  non theògeno,  ed è  il nome del  suo “Dio provvedente” è il nome del  Dio evangelico,  il Dio “Charitas” (il dio della “Grazia”- “Charis”, e  delle “Grazie”, “Charites”)! E questo  è, per Vico, anche  il nome del “Dio provvedente” di tutte le nazioni (ebraica, gentili, e cristiane), della “natura umana tutta dispiegata”.

                                          N.B.: GIAMBATTISTA VICO "fa una netta distinzione tra carus - caritas rispettivamente col valore di ’caro, costoso, di alto prezzo’ e ’carestia, scarsità’ da una parte, e charus - charitas rispettivamente col valore di ’grazioso, amabile, richiesto’ e ’grazia, amore di  Dio’ dall’altra, perché per il Vico questi due ultimi termini derivano etimologicamente" dai termini greci ’charìeis’ e ’charis’] (cfr. G. Vico, Varia: Il ’De Mente Heroica’ e gli scritti latini minori, a cura di Gian Galeazzo Visconti, Alfredo Guida Editori, Napoli 1996, p. 31) 

LIBERO ARBITRIO E PROVVIDENZA. Questa è  “la sola luce” che “barluma”:  questa è la grande scoperta di Vico ed è questa  la“sola luce”, che lo porta a comprendere - con evidenza incrollabile e straordinaria lucidità critica – “che ‘l mondo delle gentili nazioni egli è stato pur certamente fatto dagli uomini (...) che i di lui princìpi si debbono ritruovare dentro la natura della nostra mente umana e nella forza del nostro intendere”;  e,  al contempo,   che la sapienza volgare e le  false religioni  di tutte  le nazioni gentili (fondate  “sulla falsa credulità d’esser corpi  forniti di forze superiori alla natura, che soccorrano gli uomini ne’ loro estremi malori”,  e  sulla “divinazione, o sia vana scienza dell’avvenire, a certi avvisi sensibili, creduti mandati agli uomini dagli dèi”)  nascondono “ però due gran princìpi di vero: uno, che vi sia provvidenza divina che governi le cose umane; l’altro, che negli uomini sia la libertà d’arbitrio, per lo quale, se vogliono e vi si adoperano, possono schivare ciò che, senza provvederlo, altrimenti loro apparterrebbe”.  

Federico La Sala

__________________________________________________________________________________________________________________

 L’ITALIA AL BIVIO: VICO E LA STORIA DEI LEMURI (LEMURUM FABULA), OGGI.  Potrai facilmente, o Leggitore, intendere la bellezza di questa divina Dipintura dall’orrore, che certamente dee farti la bruttezza di quest’altra, ch’ora ti dò a vedere tutta contraria.

 A GIAMBATTISTA VICO E ALL’ITALIA, L’OMAGGIO DI JAMES JOYCE.

COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2012): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA ("LOGOS") COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI ...  VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.



Martedì 12 Marzo,2013 Ore: 18:40
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/3/2013 19.28
Titolo:La Scienza nuova Le tre edizioni del 1725, 1730 e 1744
Giambattista Vico

La Scienza nuova

Le tre edizioni del 1725, 1730 e 1744

Bompiani, pagg.1504, € 30,00

IL LIBRO - La Scienza nuova, di cui in questo volume si pubblicano le tre edizioni, del 1725, del 1730 e del 1744, è un Classico del pensiero occidentale, essenziale per la comprensione del nostro mondo storico non meno della Repubblica di Platone e dell’Etica di Spinoza, della Metafisica di Aristotele e della Critica della ragion pura di Kant, del De Civitate Dei di Agostino e della Fenomenologia dello spirito di Hegel.
- Due le idee-guida che si intrecciano, e anche confliggono, in quest’opera geniale e inquietante: 1) l’estensione al mondo umano della mathesis universalis, che ha segnato la nascita della scienza moderna, ma che in Galilei e Cartesio era limitata alla natura; 2) la genealogia della coscienza e della logica a partire dal “senso” e dalla “fantasia”, da cui discende l’interesse prevalente di Vico per il formarsi della prima umanità. Interesse mai disgiunto dalla consapevolezza dei limiti della ragione, che può a stento “intendere”, ma non “immaginare” quell’età ancora incerta tra storia e pre-storia.
- Da questa consapevolezza “critica” nacque quella fusione di logos e mythos, concetto e immagine, che caratterizza il linguaggio barocco della Scienza nuova (in particolare nelle due ultime edizioni, qui presentate nella loro scrittura originaria), nel quale Vico espose due e diverse concezioni del tempo umano-divino della storia. In particolare il quinto e ultimo Libro di quest’Opera in continuo compimento, se per un verso ripropone l’idea pre-cristiana della ciclicità del corso storico, per l’altro, “sospende” l’intero orizzonte del tempo all’attimo presente: il kairologico “adesso” di Paolo, in cui “il tempo s’è contratto” (I Co, 7.29).
- Ma proprio questa doppiezza della Scienza Nuova permette di instaurare significative connessioni tra la posizione di Vico e gli esiti più alti della riflessione contemporanea sulla storia, da Heidegger a Benjamin. Certo nel pieno rispetto della specificità dei loro differenti “tempi”, e quindi fuor d’ogni pretesa di stabilire “precorrimenti” e “inveramenti”; ma non meno certamente contro le vane “monumentalizzazioni” di una storiografia volta esclusivamente al passato.

- DAL TESTO - “Solo il divino Platone egli meditò in una sapienza riposta che regolasse l’uomo a seconda delle massime che egli ha apprese dalla sapienza volgare della religione e delle leggi. Perché egli è tutto impegnato per la provvedenza e per l’immortalità degli animi umani; pone la virtù nella moderazione delle passioni; insegna che per propio dover di filosofo si debba vivere in conformità delle leggi, ove anche all’eccesso divengan rigide con una qualche ragione, sull’esempio che Socrate, suo maestro, con la sua propia vita lasciò, il quale, quantunque innocente, volle però, condennato qual reo, soddisfare alla pena e prendersi la cicuta.
- Però esso Platone perdé di veduta la provvedenza quando, per un errore comune delle menti umane, che misurano da sé le nature non ben conosciute di altrui, innalzò le barbare e rozze origini dell’umanità gentilesca allo stato perfetto delle sue altissime divine cognizioni riposte (il quale, tutto a rovescio, doveva dalle sue «idee» a quelle scendere e profondere), e, sì, con un dotto abbaglio, nel qual è stato fino al dì d’oggi seguito, ci vuol appruovare essere stati sapientissimi di sapienza riposta i primi attori dell’umanità gentilesca, i quali, come di razze d’uomini empi e senza civiltà, quali dovettero un tempo essere quelle di Cam e Giafet, non poterono essere che bestioni tutti stupore e ferocia.
- In séguito del qual erudito errore, invece di meditare nella repubblica eterna e nelle leggi d’un giusto eterno, con le quali la provvedenza ordinò il mondo delle nazioni e ‘1 governa con esse bisogne comuni del genere umano, meditò in una repubblica ideale ed uno pur ideal giusto, onde le nazioni non solo non si reggono e si conducono sopra il comun senso di tutta l’umana generazione, ma pur troppo se ne dovrebbono: storcere e disusare: come, per esempio, quel giusto, che e’ comanda nella sua Repubblica, che le donne sieno comuni.”

- I CURATORI - Manuela Sanna, direttore dell’”Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si occupa di cultura storico-filosofica tra ’600 e ’700, con lavori dedicati a Leibniz, Tschirnhaus e Vico, ed è membro del consiglio scientifico dell’edizione critica delle Opere di Giambattista Vico, per la quale ha curato la raccolta delle Epistole, il De rebus gestis Antonj Caraphei, la Scienza nuova del 1730, insieme a Paolo Cristofolini, e la Scienza nuova del 1744, in via di pubblicazione. Ha curato anche la nuova e più recente traduzione italiana del De antiquissima Italorum sapientia (Roma, 2005). Negli ultimi anni le sue ricerche si sono centrate sul rapporto tra conoscenza immaginativa e verità, e su questo sono usciti La "Fantasia, che è l’occhio dell’ingegno". Note sul concetto vichiano di conoscenza (Napoli, 2001) e Immaginazione (Napoli, 2007).
- Vincenzo Vitiello, professore ordinario di Filosofia Teoretica, insegna attualmente Filosofia della storia all’Università San Raffaele di Milano. Le sue ricerche di Topologia trascendentale sono negli ultimi anni rivolte all’elaborazione di una logica e di un’etica della seconda persona. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari in Europa, negli USA, e in America latina (Argentina, Cile, Messico). Suoi scritti sono stati tradotti in tedesco, francese, inglese e spagnolo. Socio onorario della Asociación de filosofia Latinoamericana y Ciencias sociales (Buonos Aires). Dirige la Rivista "Il Pensiero". Tra le sue pubblicazioni: Elogio dello spazio (1994, trad. tedesca parziale, Freiburg-München, 1993); Cristianesimo senza redenzione (1995, trad. spagnola, Madrid, 1999); Genealogía de la modernidad (Buenos Aires, 1998); Il Dio possibile (Roma, 2002); I tempi della poesia. Ieri / Oggi (Milano, 2008; trad. spagnola Madrid, 2009); Vico. Storia - Linguaggio - Natura (Roma, 2008); Grammatiche del pensiero (Pisa, 2009) .

- INDICE DELL’OPERA - Saggio introduttivo. Vico nel suo tempo, di Vincenzo Vitiello - I. Sul ’concetto’ di moderno - In limine. Brevi considerazioni sulla storicità della conoscenza storica (I. Interpretazioni del moderno - II. Mathesis universalis e logica moderna - Appendice) - II. Spinoza e Vico (I. Le ragioni di un confronto - II. Il sistema di Spinoza - III. La filosofia di Vico ’prima’ della Scienza nuova) - III. La Scienza Nuova (I. La fondazione della mathesis universalis della storia - II. La lingua della Scienza nuova. Oltre la mathesis universalis - III. Prospezioni vichiane) - Cronologia della vita e delle opere di Giambattista Vico, di Manuela Sanna - Nota editoriale
- LA «SCIENZA NUOVA» DEL 1725 - La «Scienza nuova» nell’edizione del 1725, di Manuela Sanna e Fulvio Tessitore - Introduzione, di Vincenzo Vitiello - La «Scienza nuova» nelle edizioni del 1730 e del 1744, di Manuela Sanna
- LA «SCIENZA NUOVA» DEL 1730 - La «Scienza nuova» nell’edizione del 1730, di Manuela Sanna e Fulvio Tessitore - LA «SCIENZA NUOVA» DEL 1744 - La «Scienza nuova» nell’edizione del 1744, di Manuela Sanna e Fulvio Tessitore - Apparati (I. Storia della fortuna di G.B. Vico, di Manuela Sanna - II. Bibliografia vichiana, a cura di Manuela Sanna - III. Indice generale)

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Filosofia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info