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www.ildialogo.org Il Cavaliere alla fine,di Stefan Kornelius

Sentenza contro Berlusconi
Il Cavaliere alla fine

di Stefan Kornelius

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)


Fra i tanti commenti usciti sulla stampa estera, quello della Sueddeutsche Zeitung ne è una specie di compendio. (J.F.Padova)

Süddeutsche Zeitung, 1 agosto 2013

Politica

Sentenza contro Berlusconi – Il Cavaliere alla fine

Un commento di Stefan Kornelius

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

sueddeutsche.de

Chi se lo sarebbe mai aspettato? Senza sosta Silvio Berlusconi è finito nella rete della giustizia, senza sosta se n’è liberato da trionfatore. Anche a posteriori lascia senza fiato constatare come l’ex capo del governo ha messo con indifferenza i [suoi] interessi d’affari al disopra dell’interesse comune. Eppure con la sua sentenza di condanna Berlusconi è finalmente un uomo del passato – se avesse ancora in corpo un briciolo di decenza si ritirerebbe dalla politica.

Lentamente, ma soltanto molto lentamente, anche Silvio Berlusconi ha esaurito quelle sette vite che a Roma si attribuiscono a ogni gatto randagio. Poco prima del suo 77esimo compleanno è stato condannato in uno dei suoi numerosi processi per frode fiscale, questa volta nella vera e propria ultima istanza. Chi se lo sarebbe aspettato? Fin dai primi anni ’90 Berlusconi è incappato nella rete della giustizia. Sempre se ne è liberato, ha tagliato le maglie della rete, è rispuntato fuori trionfante. Ma adesso la Procura di Stato è riuscita a portare un processo alla sua fine. Ciò deve anche significare la fine del politico Silvio Berlusconi.

Questa notizia dieci anni fa, perfino tre anni fa, avrebbe ancora scatenato in Europa gigantesche manifestazioni di gioia. Oggi essa è accolta con alzate di spalle, per lo meno al di fuori dell’Italia. Berlusconi stanca e adesso – a prima vista – non riveste più alcun ruolo importante. Egli ha superato da lungo tempo il suo zenit politico. E perfino se adesso il suo partito andasse in pezzi con una ridicola auto-immolazione – Berlusconi è ormai una figura del passato.

La carriera politica di Silvio Berlusconi sembra essere finita. Ci si chiede quale eredità politica egli lascia dietro di sé e perché l’Italia senza un capo del governo già tanto potente starà meglio. A questo deve pensare il governo italiano, del quale Berlusconi fa parte, se adesso la sua esistenza traballa. Il messaggio del giudice è: Quest’uomo è condannato con sentenza passata in giudicato – sulla sua interdizione politica deve decidere la politica stessa. La giustizia apre al governo e a Berlusconi una via d’uscita onorevole; se avesse ancora in corpo un briciolo di decenza si ritirerebbe a vita privata.

Il panorama rosa era soltanto scena

Gli italiani vivono sempre, ogni giorno, sulla loro pelle la peggiore eredità di Berlusconi – come vittime di un’economia allo sfinimento, come disoccupati, come prigionieri di un sistema chiuso in sé stesso. I nove anni di governo di Berlusconi sono stati anni del benessere soltanto in apparenza. Con la collettività italiana e l’economia del Paese si è comportato come in uno dei numerosi studi televisivi di Cavaliere: il colore rosa era soltanto scena.

Berlusconi è stato un maestro alla guida di questa Repubblica di facciata. Non pochi dicono: l’Uomo ha costruito la sua propria Repubblica, nella quale ha potuto farsi indisturbato i suoi affari privati, che lui dichiarava essere interesse dello Stato. Misurato sul livello dell’arricchimento personale, della legislazione distorta, dell’abuso politico e della sfacciataggine la condanna contro Berlusconi soddisfa solo insufficientemente l’esigenza di giustizia. Perfino come delinquente giudicato tale l’Uomo sembra sempre stare un palmo sopra al diritto.

In modo bizzarro Berlusconi è stato la prosecuzione della tramontata prima Repubblica italiana, nella quale i partiti avevano fatto dello Stato il loro bottino. Berlusconi ha messo al posto dei partiti il suo movimento, Forza Italia, quindi il Popolo delle Libertà - das Volk der Freiheit. Libero questo popolo non lo è certo mai stato, per lo meno libero dalle vecchie strutture, dai gruppi d’interesse, dai clan e dalle organizzazioni degli industriali. Nella loro rissa per il denaro, il potere e gli affari essi si sono assoggettati al sistema di patronato berlusconiano – a una organizzazione con a capo un solo uomo a fine non ultimo di arricchimento.

Berlusconi non può salire sulla ghigliottina – scomparirà nella nebbia

A posteriori lascia ancora pur sempre senza fiato constatare con quale naturalezza Berlusconi ha potuto legare assieme potere dei media e potere di Stato; come ha posto l’interesse dei suoi affari sopra l’interesse comune; come ha fatto emanare leggi per mascherare i suoi soprusi; come ha impiegato il presidente della Commissione Giustizia [del Senato] come avvocato dei suoi interessi personali [ndt.: allude a Nitto Palma]. Chi si meraviglia dell’ascesa del Movimento di Grillo deve soltanto studiare l’esautorazione politica del popolo sotto Berlusconi. Beppe Grillo può ben essere un populista, ma ancor più è l’immagine riflessa delle condizioni in cui si trova l’Italia.

Per quasi 20 anni Berlusconi è stato una figura dominante della politica italiana e anche europea. Soltanto pochi politici hanno plasmato il Paese come ha fatto lui. Dopo la sentenza per un paio di settimane l’Italia si tormenterà con la domanda se e come adesso fare sparire dietro le quinte quest’uomo. Berlusconi non può salire sulla ghigliottina – scomparirà nella nebbia.

Forse era sbagliata l’aspettativa che una sentenza di tribunale potesse liberare l’Italia da quest’uomo. Per questo la sua parola definitiva è troppo potente, per questo le ombre scendono già troppo lentamente. Berlusconi è un’istituzione politica, dalla quale il sistema potrà liberarsi soltanto a poco a poco. I primi passi li hanno fatti già con successo i suoi successori Monti e Letta. Chi ancor oggi si fa abbacinare dall’Uomo cede alla tentazione del seduttore.




Venerdì 02 Agosto,2013 Ore: 19:45
 
 
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