- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (264) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Attesa nel circolo vizioso,di Tobias Piller, Roma

Frankfurter Allgemeine Zeitung, Francoforte – 25 febbraio 2013 - Italia
Attesa nel circolo vizioso

di Tobias Piller, Roma

Mentre su TV e Web mutano continuamente le ipotesi sulla composizione del futuro Parlamento, oggi la Frankfurter Allgemeine, autorevole interprete dell'establishment e della "confindustria" tedeschi, pubblica un sintetico, desolante quadro della situazione economica e dello stato d'animo presenti oggi in Italia.
Qualunque sia il risultato delle votazioni, chiunque vada a governare il Paese, è con questi parametri che dovrà fare i conti. Anche per conto nostro. (J.F.Padova)

Frankfurter Allgemeine Zeitung, Francoforte – 25 febbraio 2013

Italia

Attesa nel circolo vizioso

Tobias Piller, Roma

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

faz.net

I giovani italiani vivono ancora presso i loro genitori. Gli imprenditori non sanno spesso come andare avanti. Gli uffici fiscali lavorano sempre più al di là dello Stato di diritto. La situazione in Italia è drammatica – oggi verrà annunciato il risultato delle votazioni parlamentari.

Sulla piazza della Borsa a Milano giacciono allineati diecimila elmetti gialli. A Torino i dimostranti marciano all’indietro – allo stesso modo dell’Italia. A Padova piccoli imprenditori appendono mutande a fili della biancheria: il loro slogan a caratteri cubitali “Ridotti così” – “A questo punto ci hanno dissanguati”. In questo modo sfogano la loro rabbia contro le imposte sempre in aumento. Lo stato d’animo in Italia prima del voto di domenica scorsa e di questo lunedì è pessimo se non drammatico.

Sempre più imprenditori sono arrivati al limite della loro capacità di sopportare le sofferenze. Mentre a Milano in piazza ci sono gli elmetti gialli, nell’ex sala contrattazioni della Borsa il presidente della Associazione costruttori edili deplora che dal 2008 il fatturato del settore è diminuito del 26 percento, pari a 43 miliardi di euro. 40.000 imprese hanno chiuso, sono andati perduti 360.000 posti di lavoro. Tutti parlano di posti di lavoro minacciati nella più grande fonderia italiana, ILVA di Taranto. La diminuzione reale dell’occupazione nelle costruzioni equivarrebbe a quella di 70 fonderie [come quella].

In autunno la protesta del settore economico era ancora mite, quando gli imprenditori all’apertura della Mostra Nautica avevano lasciati soli i politici. Di gran lunga più drammaticamente si sono sviluppati nei mesi scorsi altri generi di notizie, circa diversi attentati contro l’esattore statale “Equitalia” e sempre nuovi suicidi di imprenditori, che non sanno più come andare avanti.

Il PIL l’anno scorso è diminuito del 2,2 percento e per il 2013 è in vista un’ulteriore recessione. Nel quarto trimestre del 2012 la produttività reale è scesa ai livelli di più di dieci anni prima. Lo scorso anno il consumo privato si è drammaticamente ridotto di più del 4 percento. I redditi reali calano dal 2008. Nessuna meraviglia se il numero delle immatricolazioni di auto è diminuito di un quinto, al livello del 1979. Per quest’anno si prognostica un ulteriore calo. Per gli imprenditori non va molto meglio: la produzione industriale giace sempre sotto i livelli del 2008, con una diminuzione di un quarto.

Gli investimenti sono scesi drasticamente. Le banche riferiscono di un raddoppio dei crediti in sofferenza dalla fine del 2009 in poi, da 59 miliardi di euro fino ai 125 miliardi alla fine del 2012. L’economia italiana è prigioniera di molti circoli viziosi. Uno di questi colpisce banche e imprese: dalle banche, in linea di principio stabili, ma non particolarmente bene fornite di capitale proprio, la generale perdita di fiducia nell’Italia e nei titoli di Stato italiani si è concentrata sull’esame critico del capitale proprio. Gli istituti di credito cercano adesso di migliorare i loro bilanci anche mettendo sotto la lente d’ingrandimento i crediti esistenti.

Le imprese, alle quali va ancora bene grazie alle commesse per l’esportazione, riferiscono di contratti annullati. Le altre, che hanno potuto prolungare la loro malattia cronica soltanto mediante il credito, non hanno ormai quasi alcuna speranza. La conseguenza: ancor meno investimenti, perdite per crediti inesigibili in aumento e stato d’animo depresso nelle regioni del Norditalia, economicamente importanti. Gli amministratori statali dell’Economia [e delle Entrate] hanno messo in moto un ulteriore circolo vizioso: da una parte le imposte – sui carburanti, sugli immobili, l’IVA – sono state tanto fortemente aumentate che, nonostante il PIL in contrazione lo scorso anno le entrate dello Stato sono salite del 4 percento.




Lunedì 25 Febbraio,2013 Ore: 22:22
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Stampa estera

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info