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www.ildialogo.org Corruzione in Italia: ”Un governo di imbroglioni”,di Hans-Jürgen Schlamp, Roma  

Der Spiegel, 19 febbraio 2013
Corruzione in Italia: ”Un governo di imbroglioni”

di Hans-Jürgen Schlamp, Roma  

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)


Il racconto di Hans-Jürgen Schlamp su Der Spiegel per noi è un déjà vu, uno stato di fatto. Il cui (unico) rimedio ora è votare per mettere la sedicente destra (in realtà, un'associazione per arraffare), in condizione di non più nuocere. Però: mettiamoci nei panni di un tedesco che queste cose non le sa ancora: forse stavolta gli facciamo veramente paura... (J.F.Padova)

Der Spiegel, 19 febbraio 2013

Corruzione in Italia

Un governo di imbroglioni”

Hans-Jürgen Schlamp, Roma

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

spiegel.de

Arraffano, corrompono, imbrogliano: imprenditori e politici d’Italia depredano il Paese, quasi ogni giorno vengono alla luce scandali. Hanno imparato l’etica appropriata da Silvio Berlusconi – che fa campagna elettorale con un’amnistia per gli evasori fiscali.

I romani avevano tirato monetine da 100 lire al loro ex presidente del Consiglio Bettino Craxi gridandogli “ladro” e “truffatore”. Si era nel 1993. “Tangentopoli” – così si chiamò lo scandalo per corruzioni, che a quel tempo aveva demolito la casta politica italiana. “Tangenti” sono le bustarelle e con queste avevano incassato molti milioni non soltanto il socialista Craxi, ma anche molti pezzi grossi politici di quasi tutti i partiti.

Adesso italiani imbufaliti hanno nuovamente tempestato, questa volta con monetine da due centesimi, un eminente rappresentante del Sistema. Il loro bersaglio era l’ex capo della banca Monte dei Paschi di Siena. Il quale avrebbe stornato miliardi, sottratto milioni e così portato la più antica banca del mondo sull’orlo del fallimento. E anche oggi non si tratta di un singolo caso.

Al contrario. Vent’anni dopo che coraggiosi pubblici ministeri e giudici sotto il nome di battaglia di “Mani pulite” avevano ripulito il Paese con 5.000 inchieste e oltre 2.000 processi, le “tangenti” sono di nuovo la norma. Imprenditori e politici depredano il Paese. Quasi ogni giorno un nuovo scandalo appare alla pubblica opinione. Così:

  • i banchieri del Monte dei Paschi di Siena hanno dirottato in oscuri canali per lo meno due miliardi di euro e lucrato denaro, ritiene la giustizia;

  • i manager di Finmeccanica, il più grande produttore di velivoli e di armamenti, hanno passato sottobanco a clienti stranieri sontuose bustarelle, delle quali però una parte dovrebbe essere rifluita nelle tasche dei filantropi;

  • politici della Lega Nord si sono concessi iPad e notebook, mazzi di fiori, mojito e coca-cola – in breve: tutto quello che uno può desiderare nella vita – a spese delle casse del partito riempite di denaro pubblico;

  • i loro colleghi romani del partito di Berlusconi, PdL, si sono comportati nello stesso modo, soltanto che – del tutto logicamente, secondo il capo del loro partito – si sono aggiunti anche sfrenati festini;

  • molti altri politici – per esempio, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni è sotto accusa – hanno ricevuto regolarmente da buoni “amici” dell’ambiente finanziario sontuosi regali, costosi vini, opulenti cene e viaggi e perfino automobili e case. I dispensatori poi hanno fatto lucrosi affari con enti statali.

L’etica di Silvio Berlusconi

Ce n’è uno che da due decenni dispensa la morale adatta a tutto questo. Silvio Berlusconi, che ha cominciato la sua carriera come favorito di Craxi, da allora martella i suoi concittadini: corruzione, degrado, lavoro nero, frode fiscale – tutto okay. Non okay è la giustizia, che procede legalmente contro tutto questo. Si tratta di “toghe rosse” e “pubblici ministeri comunisti”. E poiché ha sempre governato il Paese, con il suo credo “arricchitevi quanto potete” ha portato l’Italia là dove si trovava 20 anni fa: in una profonda palude di corruzione, abuso di poteri d’ufficio, evasione fiscale. Quando poco tempo fa, in occasione della sua visita di Stato a Washington, Barack Obama chiese al presidente Giorgio Napolitano notizie sulle condizioni del Paese, questi ammise apertamente di essere profondamente preoccupato a causa della nuova “Tangentopoli”.

In questo egli non è solo. Il suo compagno di partito, il capo del PD Pier Luigi Bersani, lamenta che Berlusconi “lascia in eredità una catastrofe morale”. Perfino Mario Monti, per lo più riservato, formula intanto drasticamente di aver avuto in eredità il Paese “con un governo di imbroglioni”. È chiaro, si tratta di campagna elettorale. Ma Napolitano, Bersani e Monti hanno paura che Berlusconi, populista senza scrupoli, possa ancora una volta farcela. Essi vogliono impedirglielo, per questo usano parole nette.

Ma anche i fatti sono sufficientemente chiari. Circa un italiano su cinque – soprattutto chi guadagna di più – frega lo Stato. Per esempio, con controlli a campione i militari della Finanza all’inizio dell’anno hanno scovato 7.500 evasori totali, che non versavano un centesimo di euro in imposte. Tutti erano milionari, con introiti annuali medi di 2,8 milioni di euro.

Sotto il regno di Berlusconi questi potenti erano al sicuro. Berlusconi concedeva regolarmente un’amnistia ai delinquenti fiscali. Altrettanto faceva per i palazzinari, che senza autorizzazioni piazzavano nel bel mezzo del paesaggio le loro cittadelle di cemento. E che tutto ciò debba continuare allo stesso modo Berlusconi lo ha già promesso. Se viene eletto.

La situazione è oggi molto peggiore di 20 anni fa, constata Antonio Di Pietro, a quel tempo uno dei preminenti PM di “Mani pulite”, perché “non provano più vergogna”.




Venerdì 22 Febbraio,2013 Ore: 10:23
 
 
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