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www.ildialogo.org TRUMP IL CACCIATORE DI TAGLIE,di Beppe Manni

TRUMP IL CACCIATORE DI TAGLIE

di Beppe Manni

( 6-XI-2019)
Il 26 ottobre il califfo Abu Baikar Baghdadi, il nemico numero uno dell’America è stato ucciso. Un commando di soldati americani appoggiato da elicotteri, ha stanato il leader dell’ISIS in un bunker vicino ad Aleppo. Non sappiamo se si è fatto saltare in aria o se è stato giustiziato lui le moglie e i due figli di 10 e 12 anni dai ‘tagliatori di teste’ USA. Le informazioni sono volutamente imprecise. Una carta di meno nel mazzo dei nemici del presidente americano! Una tacca in più nel calcio della pistola del Presidente e dei suoi killer con licenza di uccidere. ‘Il mondo è più sicuro’. Trump, il presidente del più importante nazione del mondo, ha assistito in diretta, come in un video Game, all’attacco e alla morte del suo nemico e dei suoi familiari. Gli eroici marines con le mitragliette ancora fumanti hanno brindato alla loro eroica avventura. Trenta nemici uccisi, nessun americano morto. Il solo ferito un cane americano. Poveretto. Il presidente e il suo clan come tifosi allo stadio hanno gridato di gioia saltando sulle sedie. Era già stato fatto per Gheddafi, per Saddam, per Bin Laden. Morte in diretta con esposizione dei trofei: uno impiccato, l’altro a brandelli, questo bruciato; due sole reliquie da esporre: un pezzo di stoffa e un lacerto di carne per il DNA. All’epoca dei barbari si era solito tagliare la testa del nemico ucciso e infilzarla su una lunga lancia ed esporla sulle mura per dimostrare la propria forza e scoraggiare i nemici. Nessuna pietà. Anche i nazisti e i responsabili nipponici di genocidi ebbero il diritto ad un processo. Anche a Modena occupata, martoriata, con mille uccisi barbaramente, fascisti e nazisti sono stati giustamente giudicati e puniti, chi si fece giustizia sommaria come qualche sedicente partigiano, fu giudicato e condannato. Quando si è riusciti a farlo. Noi europei in nome della memoria degli eccidi delle due guerre mondiali, della guerra civile, di morti ammazzati per mafia e terrorismo, dovremmo aver imparato qualcosa ed insegnarlo al mondo in nome del diritto e di quell’umanesimo che ha sempre abitato nei cuori dei migliori di noi. Basta. Anche se dopo 75 anni l’Italia è ancora una colonia americana, dobbiamo denunciare questi barbari comportamenti contro il diritto internazionale e l’abituale istigazione alla vendetta e alla legittimazione dell’omicidio. Almeno questo ci è dovuto, come politici e società civile. Non siamo in un film USA dove il solito killer-eroe vince sempre, ammazza senza pietà e viene osannato da parenti, amici e politici.
In un contesto di forti contrapposizioni, di odio, intolleranze, la deriva della barbarie è alle porte è facile scivolare nelle ordalie di sangue, dimenticarsi dei diritti e delle leggi. Quando muore la ‘pietas’, il mondo è in pericolo è un altro tassello avvelenato che mina la nostra società insieme alla minaccia atomica e alla catastrofe ambientale.



Domenica 17 Novembre,2019 Ore: 18:36
 
 
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