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www.ildialogo.org LA MALATTIA DEL SISTEMA DI DOMINIO,di Valeria Vanzani

LA MALATTIA DEL SISTEMA DI DOMINIO

di Valeria Vanzani

"Se hai un problema cardiaco in due giorni ti operano. Se hai un problema mentale, aspetti due anni per un posto in clinica" (Noa Pothoven, Olanda, uccisa dal sistema di dominio)
NOTA: questo articolo non costituisce un parere di medico o psicoterapeuta, si basa sulle mie ricerche da PubMed e da alcuni siti di medici e altri, perciò ciò che espongo non va assolutizzato (alcune persone sviluppano la fibromialgia semplicemente dopo un incidente stradale o un intervento chirurgico). Inoltre, incoraggio ad uscire dall’ottica gerarchica che esista una scala di tragedie: ogni sofferenza è terribile per chi la vive e questa è la verità, non una scala oggettiva.
Nell’articolo in cui ho parlato della differenza fra dolore naturale e dolore dovuto al sistema di dominio, ho accennato ad una classe di disturbi il cui trauma scatenante è proprio tale sistema. Fra di essi c'è anche la mia malattia, la sindrome fibromialgica, che comporta la percezione di un dolore muscolo-scheletrico cronico e diffuso in tutto il corpo. Essa fa parte di quelli che fino a qualche decennio fa erano definiti Sintomi Medici Inspiegabili (MUS)12 e più di recente Sindromi di Sensibilità Centrale (CSS)1,6,8: fibromialgia (FM), stanchezza cronica (CFS), lombalgia, dolore pelvico cronico (CPP) - vulvodinia, sindrome della vescica dolorosa, emicrania, colon irritabile (IBS) ed altre.
Sono disturbi accumunati dalla percezione di un dolore invisibile che non corrisponde a danni fisici o a parametri misurabili; non rispondono a farmaci e terapie tradizionali e non hanno una cura; spesso sono co-presenti (in percentuale, 25-80% per FM e IBS, 35-92% per CFS e IBS, circa 35% per emicrania e FM, 20-70% per FM e CFS, 27-68% per CPP e FM, 20-68% per vulvodinia e IBS)2,10,12,16,18,20; esistono fin dall’antichità (la FM fin da Ippocrate3) ma fino a pochi decenni fa non erano considerati; colpiscono più frequentemente le donne che gli uomini1,21 (da un rapporto 2:1 della CFS ad un 9:1 della FM), spesso con una storia traumatica e disfunzionale1,4,5,6,9,24.
Quando si parla di trauma si pensa solo a violenza fisica e sessuale, ma alla base di essa c'è, altrettanto grave, tutta una violenza psicologica: verbale, coercitiva (punire se non vengono rispettati gli ordini), sociale (escludere, misure sociali discriminatorie, negare o minacciare di negare cibo, assistenza sanitaria e istruzione), culturale (letteratura, mass media, luoghi comuni che giustificano come normali relazioni basate su dominare-essere dominati). La società occidentale si è concentrata sulla violenza fisica, ma quella psicologica rimane invisibile a chi crede solo a ciò che vede (stesso discorso per il bullismo)29 – proprio come il danno che crea nelle CSS.
Ogni bambino/a ha in parte un corredo genetico-psichico ereditato dai propri genitori e nonni (come si ereditano i caratteri genetico-biologici), in parte una struttura neurologica plastica che si configura in base alle prime relazioni che vede e vive25,28. Nei primi anni di vita, la parte del suo cervello che immagazzina informazioni è quella ‘animale-emotiva’ (l’amigdala)25 e non possiede ancora la capacità di mediare le emozioni tramite la ragione (funzione riflessiva)24. Se cresce in un ambiente di dominio, il bambino vive relazioni disfuzionali, cioè dipende da chi si prende cura di lui/lei ma che gli/le causa dolore, e impara che è doloroso non rispettare gli ordini28. Non a caso le vittime di un sistema androcratico, che sono in maggioranza le femmine, sviluppano delle sindromi psico-fisiche aventi a che fare proprio con il dolore. Questo perché le emozioni corrispondono a precise molecole nel corpo e così da un fattore psichico (astratto) si passa al livello biologico (concreto): la biografia di una persona diventa la sua biologia25.
Lo stress psichico ripetuto porta ad una disregolazione del sistema nervoso simpatico (responsabile della reazione ‘attacca o fuggi’) e dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene), che produce livelli di cortisolo superiori al normale1,8,9,11,13. Questo deprime i circuiti neurali di serotonina (neurotrasmettitore con molte funzioni, fra cui l’umore) causando depressione, di dopamina (benessere e capacità decisionale) riducendo la capacità di provare piacere, e delle endorfine (gli antidolorifici propri del corpo umano), indebolendo la soglia del dolore e il sistema immunitario8,11,26. Inoltre, inibisce la neurogenesi nell’ippocampo (centro della memoria) e porta ad un’iperattività dell’amigdala (centro di emozioni ed istinti), aumentando l’ansia11, e della corteccia somatosensoriale che elabora gli stimoli di dolore3,18. Infine, lo stress cronico causa la carenza clinica del sistema endocannabinoide (i cui neurotrasmettitori sono i corrispondenti umani di quelli della pianta di canapa), che regola altri sistemi e neurotrasmettitori più noti che controllano dolore, benessere, sonno, difese immunitarie, appetito, salute riproduttiva7,14,17.
Se si intervenisse subito nella prima infanzia si potrebbe salvare il bambino in tempo grazie alla neuroplasticità, cioè la capacità di un sistema nervoso sano o ancora in evoluzione di cambiare il modo in cui si è strutturato. Ma ritrovando ambienti di dominio anche nel resto dell'infanzia e nell'adolescenza, il trauma, e con esso il sistema nervoso ipersensibile, si consolida sempre più e danneggia la neuroplasticità. La corteccia prefrontale, sede delle funzioni mentali superiori - fra cui funzione riflessiva, capacità decisionale e di superare lo stress, valori di partnership - non si sviluppa correttamente11,26. La percezione del dolore, a livello della muscolatura volontaria (es. fibromialgia) o viscerale (es. intestino irritabile)15,25, diventa cronica e continua, come essere sottoposti a tortura.
Dunque, anche se invisibile, un danno c’è, e dalle CSS non si guarisce in modo semplicistico, “divenendo consapevoli del trauma”, "spostando l'attenzione sulle cose positive", "con la propria volontà", "grazie a chi ti vuole bene". La guarigione è questione di eroismo individuale e percorsi interiori solo fino ad un certo punto. Il resto è questione di essere ben curati e vivere in una società pienamente umana.
Ma il nostro sistema sanitario (pur essendo buono rispetto ad altri Paesi del mondo) è diventato un’azienda che si basa sulla cura delle malattie, e non delle persone, come fonte di reddito, perdendo la visione olistica del paziente22,23. La ricerca sulle CSS procede lenta perché non sono malattie che portano alla morte fisica (e quindi meno gravi secondo la scala di tragedie tipica di una struttura mentale gerarchica). Nel frattempo, ci viene proposto di fare lunghe e dispendiose terapie fisiche e psicologiche per "accettare la nostra sofferenza e imparare a conviverci". Non abbiamo esenzione e invalidità perché alla sanità vengono tagliate risorse finanziarie, mentre miliardi di euro sono investiti in armamenti ogni anno e centinaia di milioni di euro in accordi discutibili con Paesi che non rispettano i diritti umani.
Così il sistema di dominio che causa CSS e disturbi mentali, guerre, la crisi climatica, fame e la povertà, la violenza di genere, mantiene lo status quo. Non si può guarire in esso. La guarigione si ha solo cambiando sistema. Esso spera di zittirci banalizzando la nostra malattia come ‘somatizzazione psicologica’, ma noi ci saremo sempre a denunciare che il nostro trauma non è naturale ed inevitabile, che è possibile prevenirlo costruendo una società orientata alla partnership.
Quando chiesi perché la FM (come tutte le CSS) comparisse più spesso nelle donne, mi fu risposto che esse sono più portate a soffrire rispetto agli uomini. Ma la risposta è incompleta. C’è un fattore biologico: la stabilità del testosterone ha un effetto analgesico, mentre le fluttuazioni degli estrogeni espongono ad ammalarsi e tendono ad attivare i mastociti (le sentinelle del sistema immunitario), che liberano sostanze infiammatorie e aumentano la sensibilità delle terminazioni nervose del dolore13,18,19,27. Ora, in un sistema androcratico questo dolore è trascurato perché etichettato come “solo nella tua testa” o inevitabile per natura, e si aggiungono altre sofferenze causate dall’uomo21,22,27. Una società di partnership, invece, considera responsabilità etica, non solo clinica, adoperarsi per il benessere delle donne, oltre che degli uomini, sapendo che anche il dolore naturale può essere limitato o trasformato dall’intelligenza umana.
Come denuncia la vicenda di Noa Pothoven, un sistema che mette in secondo piano i disturbi psichici e psico-fisici, e il dolore delle donne, porta solo alla morte, nell’anima prima ancora che nel corpo.
Fonti:
  1. Chandan JS et al., 2019, “Association between child maltreatment and central sensitivity syndromes: a systematic review protocol”, BMJ Open, vol. 9
  2. Chen A et al., 2019, “Small Fiber Polyneuropathy Is Prevalent in Patients Experiencing Complex Chronic Pelvic Pain”, Pain Medicine, vol. 20, pp. 521-527
  3. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, 2018, Diagnosi e trattamento della Fibromialgia - Linee di Indirizzo
  4. Varinen A et al., 2017, “The relationship between childhood adversities and fibromyalgia in the general population”, Journal of Psychosomatic Research, vol. 99, pp. 137-142
  5. Alciati A et al., 2017, “Childhood adversities in patients with fibromyalgia: are they related to comorbid lifetime major depression?”, Clinical and Experimental Rheumatology, vol. 35 suppl. 105, pp. 112-118
  6. Jones GT, 2016, “Psychosocial Vulnerability and Early Life Adversity as Risk Factors for Central Sensitivity Syndromes”, Current Rheumatology Reviews, vol. 12, pp. 140-153
  7. Ethan Russo, 2016, “Clinical Endocannabinoid Deficiency Reconsidered: Current Research Supports the Theory in Migraine, Fibromyalgia, Irritable Bowel, and Other Treatment-Resistant Syndromes”, Cannabis and Cannabinoid Research, vol. 1.1
  8. Gracely & Schweinhardt, 2015, “Programmed Symptoms: Disparate Effects United by Purpose”, Current Rheumatology Reviews, vol. 11, pp. 116-130
  9. Borsini A et al., 2014, “Childhood stressors in the development of fatigue syndromes: a review of the past 20 years of research”, Psychological Medicine, vol. 44, pp. 1809-1823
  10. Hausteiner-Wiehle & Henningsen, 2014, “Irritable bowel syndrome: Relations with functional, mental, and somatoform disorders”, World Journal of Gastroenterology, vol 20, pp. 6024-6030
  11. Anda RF et al., 2006, “The enduring effects of abuse and related adverse experiences in childhood”, European Archive of Psychiatry Clinical Neuroscience, vol. 256, pp. 174-186
  12. Kroenke K, 2006, “Patients presenting with somatic complaints: epidemiology, psychiatric co‐morbidity and management”, International Journal of Methods in Psychiatric Research, vol. 12
  13. Lucas HJ et al., 2006, “Fibromyalgia - new concepts of pathogenesis and treatment”, International Journal of Immunopathology & Pharmacology, vol. 14, pp. 5-10
  14. Manzanares J et al., 2006, “Role of the cannabinoid system in pain control and therapeutic implications for the management of acute and chronic pain episodes”, Current Neuropharmacology, vol. 4, pp. 239-257
  15. Abbass A, 2005, “Somatization: Diagnosing it sooner through emotion-focused interviewing”, Journal of Family Practice, vol. 54 n. 3, pp. 215-224
  16. Graziottin A, 2011, “Endometriosi: mastociti e comorbilità”, Convegno European Society of Gynaecological Endoscopy
  17. Graziottin A, 2008, “Il dolore sessuale femminile come area di interazione interprofessionale: il ginecologo”, Corso ECM La funzione erotica femminile
  18. Graziottin A & Serafini A, 2007, “L’emicrania e le sue comorbilità - Sintesi commentata”
  19. Baldoni F, “Alle origini del trauma: confusione delle lingue e fallimento della funzione riflessiva”, in Crocetti G & Zarri A (a cura di), 2008, Gli dei della notte sulle sorgenti della vita, il trauma precoce dalla coppiamadre al bambino, Pendragon, Bologna, pp. 137-159



Giovedì 11 Giugno,2020 Ore: 12:26
 
 
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