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www.ildialogo.org  IL FIGLIO DELL’UOMO ERA VENUTO A CERCARE E A SALVARE CIO’ CHE ERA PERDUTO,di p. José María CASTILLO

XXXI TEMPO ORDINARIO – 3 novembre 2019 - Commento al Vangelo
 IL FIGLIO DELL’UOMO ERA VENUTO A CERCARE E A SALVARE CIO’ CHE ERA PERDUTO

di p. José María CASTILLO

Lc 19,1-10
[In quel tempo, Gesù] entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perdu
  1. Questo racconto si colloca alla fine del viaggio di Gesù a Gerusalemme. Gerico è l’ultima città nel passaggio dalla Galilea verso la capitale. E qui capitano due episodi significativi: la guarigione del cieco (Lc 18, 35-43) e l’incontro con Zaccheo (Lc 18, 1-10). Questo doppio incontro con il male fisico ed il male morale è stato definito come “il vangelo degli esclusi” (T. W. Manson). Gesù fino alla fine allevia sofferenze ed accoglie gli smarriti. L’essenza del Vangelo giunge fino alla realizzazione finale ed in questo modo Gesù realizza il suo progetto: il cieco “segue” Gesù (Lc 18,43) ed il primo dei pubblicani (architelónes) dà i suoi beni a coloro che sono stati frodati da lui. Questo significa prendere sul serio Gesù ed il suo Vangelo
  2. La relazione di Gesù con «i cattivi», con i peccatori ed i miscredenti è tutto un programma di pastorale. Un programma sconcertante, scandaloso, a prima vista senza né capo né coda. È un programma che non si basa sull’insegnamento dottrinale o sull’imposizione normativa. È “il programma della convivenza”. Questo vuole dire che il Vangelo non si insegna o si impone ma si contagia. Cioè il Vangelo si trasmette per contagio. Cosa che presuppone questo principio fondamentale: «il Vangelo si trasmette, non perché si conosce, ma perché si vive». Di conseguenza, solo chi lo vive è capace di evangelizzare.
  3. Ma questo racconto contiene un altro principio fondamentale nella vita. Si tratta del criterio che definisce e delimita quello che è la conversione. Zaccheo si è convertito, ma non si è convertito perché ha cambiato religione, convinzioni o pratiche e osservanze. Zaccheo si è convertito perché ha cambiato “conto corrente”: è rimasto con un conto ridotto a meno della metà, molto meno della metà. Quando la fede tocca la tasca, la cassaforte, il conto in banca…..allora inizia la conversione. Cioè, la “salvezza” (della quale parla Gesù) non è una questione religiosa, ma una questione di denaro. Non perché la religione non importi, ma perché il denaro è l’indicatore più chiaro del fatto di prendere sul serio la religione.



Lunedì 28 Ottobre,2019 Ore: 21:32
 
 
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