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www.ildialogo.org AMERAI IL SIGNORE TUO DIO E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO,di p. Alberto MAGGI

XXX TEMPO ORDINARIO – 25 ottobre 2020 - Commento al Vangelo
AMERAI IL SIGNORE TUO DIO E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO

di p. Alberto MAGGI

Mt 22, 34-40
[In quel tempo,] i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Contro Gesù s’è scatenata l’offensiva finale di tutte le forze dell’istituzione religiosa. Ma ogni volta Gesù ne esce vincitore, anzi, l’evangelista commenta le risposte che Gesù dà ai suoi rivali, ai suoi nemici che tentano di screditarlo: “Le folle erano colpite dal suo insegnamento”.
Ecco allora il brano di oggi (Mt 22,34-40), il nuovo attacco dei farisei contro Gesù, dopo essere usciti sconfitti dalla trappola che avevano sulla tassa da pagare a Cesare.
Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei...” i sadducei si erano rivolti a Gesù per ridicolizzare la teoria della risurrezione, ma anche questa volta erano rimasti sconfitti dalle risposte di Gesù.
Si riunirono insieme”, i farisei pur di abbattere Gesù sono pronti ad allearsi col diavolo. Si sono alleati prima con gli erodiani – farisei ed erodiani sono nemici e rivali, i secondi sono filo-romani, mentre i primi detestavano i romani – ora sono pronti ad allearsi persino con i sadducei. C’era una profonda rivalità e inimicizia tra farisei e sadducei.
I sadducei dicevano che i farisei erano eretici! Ma Gesù è un pericolo per tutti. Allora si mettono insieme e “Uno di loro, un dottore della legge”, questa volta non affrontano Gesù così allo sbaraglio, ma mandano un esperto della legge che possa mettere in difficoltà Gesù.
Lo interrogò per tentarlo”, è questo (peir£zw) il verbo adoperato dall’evangelista. Matteo insiste nel presentare gli scribi, questi zelanti custodi della tradizione, questi pii difensori della legge e della dottrina, in realtà l’evangelista li smaschera e dice che sono strumenti del diavolo perché pensano soltanto al proprio interesse, al prestigio della loro istituzione e del bene degli altri non interessa nulla.
Il dottore della legge si rivolge a Gesù chiamandolo Maestro. E’ la terza volta che appare questo titolo, sempre in bocca ai rivali di Gesù. “«Nella legge qual è il grande comandamento?»” cioè il comandamento più importante.
La risposta si sapeva. Qual è il comandamento più importante? Il comandamento più importante è quello che anche Dio osserva. E qual è il comandamento che Dio osserva? Il riposo del sabato. Per questo l’osservanza di questo unico comandamento equivaleva all’osservanza di tutta la legge, mentre la trasgressione di questo solo comandamento equivaleva alla trasgressione di tutta la legge e per questo era prevista la pena di morte.
Ebbene, la risposta di Gesù è sconvolgente. Gesù non cita nessun comandamento. Gesù ha preso le distanze dai comandamenti. Anzitutto non parla mai dei tre, importantissimi, che erano esclusivi di Israele e riguardavano gli obblighi nei confronti del Signore, ma quando ne deve parlare, indica soltanto quei doveri verso gli uomini che erano comuni a tutte le culture.
Ebbene, alla domanda su quale fosse il più importante dei comandamenti Gesù non cita nessun comandamento, ma, dal credo di Israele, tira fuori questa affermazione importante dal libro del Deuteronomio, cap. 6 versetto 5: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte … “. Il testo conteneva l’espressione “le forze, i beni, quello che l’uomo possiede, e Gesù lo sostituisce con “la mente”. Con Gesù l’uomo non deve più privarsi dei suoi beni per offrirli al Signore, ma deve accogliere un Signore che si offre a lui.
Ebbene, afferma Gesù, “«Questo è il grande e il primo comandamento»”, quindi quello più importante, l’amore totale verso Dio.
Ma, per Gesù, l’amore verso Dio non è reale se non si traduce in amore per il prossimo. Ed ecco allora che, a sorpresa, dal libro del Levitico tira fuori un precetto. “«Il secondo poi è simile a quello: ‘Amerai il tuo prossimo come te stesso’»”.
Quindi per Gesù non ci può essere un amore verso Dio che poi non si traduca in amore per il prossimo. E’ importante sottolineare che questo è un insegnamento per la comunità giudaica, non per la comunità di Gesù. Quando Gesù dovrà insegnare e lasciare il suo comandamento non parlerà di amare il prossimo come uno ama se stesso, ma Gesù nel vangelo di Giovanni inviterà ad amarsi gli uni gli altri come lui ha amato.
Quindi non è l’uomo il parametro di questo amore, ma l’amore del Signore.
E Gesù conclude dicendo: “«Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti»”. La legge e i profeti sono le due parti della Bibbia, quindi tutta la Bibbia si riassume e si concretizza in questo aspetto: l’amore verso Dio che si traduce in amore per gli altri.
Non si segnala nessuna risposta perché adesso sarà la volta, da parte di Gesù, di contrattaccare con un crescendo di violenza con una serie di “Ahi a voi, scribi e farisei! Ipocriti”.



Mercoledì 21 Ottobre,2020 Ore: 20:40
 
 
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