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www.ildialogo.org A CHE COSA DEVO CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA DA ME?,DI P. ALBERTO MAGGI OSM

IV DOMENICA DI AVVENTO - 23 DICEMBRE 2018 . COMMENTO AL VANGELO
A CHE COSA DEVO CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA DA ME?

DI P. ALBERTO MAGGI OSM

Lc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
 
Nel secondo libro di Samuele come anche nel primo delle Cronache si narra un episodio molto importante nella storia di Israele: la riconquista da parte di Davide dell’arca dell’alleanza che i nemici, i Filistei, avevano conquistato. Nel trasportare questa arca dell’alleanza dal luogo della battaglia a Gerusalemme quest’arca per tre mesi rimase ferma nella casa di Obed-Edom e il Signore benedì tutta questa famiglia. Per arca dell’alleanza si intende una cassa di legno tutta rivestita d’oro che conteneva le due tavole di pietra della legge. Era il dono di Dio per il suo popolo Israele. Ebbene l’evangelista presenta Maria come l’arca della nuova alleanza: anche lei, come l’arca dell'alleanza, rimarrà per tre mesi nella casa di Elisabetta e la sua presenza sarà benedizione perché? Perché Maria non contiene in sé le tavole della legge, ma una persona, Gesù, non un dono per un popolo, ma per tutta l’umanità. Ma vediamo cosa ci scrive l’evangelista, è il capitolo primo dal versetto 39, è subito dopo l’annunciazione.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta, in fretta, quando si ha dentro di sé il Signore l’autenticità di questa presenza si vede nella volontà di farsi dono d’amore verso gli altri, in fretta verso la regione montuosa in una città di Giuda. Stupisce che Maria, dovendo recarsi in Giudea, non percorre la più tranquilla valle del Giordano, più lunga, ma più sicura, ma affronta la zona montagnosa, cioè la Samaria, ed era pericoloso frequentare quei posti. Ma il desiderio di comunicare vita agli altri e più importante per Maria della propria vita. Entrata nella casa di Zaccaria e stranamente scrive l’evangelista salutò, non saluta Zaccaria, il padrone di casa, il sacerdote. Zaccaria è l’uomo del rito, è l’uomo del culto che non ha creduto alla parola del Signore e per questo rimane muto, ma lei saluta Elisabetta. C’è l'incontro tra la vergine e la sterile, quella che contro ogni aspettativa e quella che contro ogni speranza si sono aperte alla vita.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto il saluto non è una formalità, non si limita a desiderare il bene, ma è quello che lo procura, il saluto di Maria il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo. L’evangelista anticipa nell’azione di Maria quella che poi sarà l’attività di Gesù, battezzare nello Spirito Santo, impregnare, inzuppare le persone della stessa vita divina. Ed esclamò a gran voce, e qui l’evangelista pone tutta una serie di citazioni, di episodi dell’antico testamento che riguardano le figure delle grandi eroine del popolo da Giaele a Giuditta, benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, a che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me? L’espressione la stessa di quando Arauna, il proprietario della zona dove poi si collocherà questa arca dell’alleanza, disse a Davide: “Ecco, appena il suo saluto è giunto ai miei orecchi il bambino ha sussultato nel mio grembo”.
E conclude con la prima beatitudine del vangelo, E beata colei che ha creduto. Ma, c’è da leggere anche in controluce, se Maria è beata perché ha creduto il marito Zaccaria non è beato perché lui non ha creduto a quello che il Signore gli aveva proposto. Nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto, per il compimento della parola si esige la piena e attiva collaborazione da parte dell’uomo. E qual è l’adempimento di ciò che il Signore le ha detto? Nell’annunciazione l’angelo aveva detto “Nulla è impossibile a Dio”. Ecco Maria portando in sé Gesù è l’immagine che nulla è impossibile a Dio.



Venerdì 21 Dicembre,2018 Ore: 18:53
 
 
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