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www.ildialogo.org E NOI CHE COSA DOBBIAMO FARE?,DI P. ALBERO MAGGI OSM

III DOMENICA DI AVVENTO - 156 DICEMBRE 2018 - COMMENTO AL VANGELO
E NOI CHE COSA DOBBIAMO FARE?

DI P. ALBERO MAGGI OSM

link video: www.youtube.com
Lc 3, 10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
 
All’invito di Giovanni Battista di un battesimo in segno di cambiamento di vita, alla conversione per ottenere il perdono dei peccati rispondono le folle, persino i pubblicani, gli impuri e anche i soldati. Quelli che non rispondono all’invito di Giovanni Battista sono gli scribi, i farisei e i sacerdoti; quelli che appartengono all’elite religiosa non pensano di aver bisogno di cambiamento. Le folle interrogano Giovanni Che cosa dobbiamo fare? E Giovanni nella sua risposta non indica nulla che riguarda il rapporto con Dio o il culto, ma li invita alla condivisione, alla solidarietà e risponde Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia altrettanto.
Vennero da lui anche i pubblicani, i pubblicani sono coloro che hanno il marchio indelebile della impurità, coloro per i quali non c’è nessuna speranza di salvezza e infatti anche loro vanno per farsi battezzare, ma gli chiedono Maestro letteralmente e noi? Cioè cosa facciamo? Ebbene Giovanni Battista incredibilmente non chiede loro di smetterla con il loro mestiere, ma non esigete nulla più di quanto vi è stato fissato, cioè non sfruttare le persone, non rubare alle persone.
Ci sono anche i soldati, probabilmente dei Giudei al servizio di Erode, e anche loro chiedono che cosa devono fare e anche a questi Giovanni il Battista li invita a non maltrattate, non estorcete niente a nessuno, accontentatevi delle vostre paghe, cioè a evitare l’ingiustizia, i saccheggi e le rapine che erano tipiche dei soldati Ebbene per il popolo questa figura di Giovanni Battista è il messia, il liberatore che deve arrivare. Allora Giovanni risponde a questa attesa con queste parole: io vi battezzo con acqua cioè vi immergo in un liquido esterno in segno di un cambiamento di vita, ma viene colui, ecco per comprendere la risposta di Giovanni Battista bisogna rifarsi alla cultura dell’epoca, all’istituto giuridico del levirato, dal latino levìr, cognato, che prescriveva che quando una donna rimaneva vedova senza un figlio, il cognato aveva l’obbligo di metterla incinta. Il figlio maschio che sarebbe nato avrebbe portato il nome del defunto, questo per far rimanere il nome del defunto sempre nella famiglia. Qualora il cognato, evidentemente per motivi economici, rifiutava colui che aveva diritto dopo di lui procedeva alla cerimonia dello scalzamento del sandalo, scioglieva i sandali, li prendeva, ci sputava, era un segno come per dire il tuo diritto di mettere incinta questa vedova spetta a me.
Ebbene all’epoca dei vangeli il popolo di Israele si considerava come una vedova, tanto era distante ormai il rapporto, il matrimonio con Dio e si aspettava questo messia come sposo. Allora Giovanni Battista indica “non sono io lo sposo”, quindi quello che deve fecondare questo popolo senza vita non sono io. Allora comprendiamo la risposta di Giovanni Battista viene colui che è più forte di me, cioè che ha più diritto di me, a cui non sono degno di slegare i legacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo, mentre il battesimo nell’acqua è un liquido esterno all’uomo che ha i l significato del cambiamento, il battesimo di Spirito Santo è una effusione della vita divina che penetra nell’uomo e ne cambia la direzione, ne cambia il comportamento. Poi Giovanni Battista aggiunge il fuoco, il fuoco è segno del giudizio, del castigo di Dio, ma quando Gesù riprenderà queste parole di Giovanni Battista ometterà il fuoco perché il Dio di Gesù è un Dio che offre amore anche a chi non lo merita e non castiga. Infatti dirà Gesù, è riportato negli Atti degli Apostoli al primo capitolo, al versetto 5, “Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni”, e Gesù omette il fuoco. Quindi da parte di Gesù c’è soltanto una comunicazione di Spirito Santo, cioè di vita divina, ma nessun castigo per chi lo rifiuta.



Sabato 15 Dicembre,2018 Ore: 23:32
 
 
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