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www.ildialogo.org TU SEI IL CRISTO ... IL FIGLIO DELL’UOMO DEVE MOLTO SOFFRIRE,DI P. ALBERTO MAGGI OSM

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 16 SETTEMBRE 2018 - COMMENTO AL VANGELO
TU SEI IL CRISTO ... IL FIGLIO DELL’UOMO DEVE MOLTO SOFFRIRE

DI P. ALBERTO MAGGI OSM

Mc 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Gesù rimprovera i suoi discepoli, dice loro “Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite” nonostante l’episodio della guarigione del sordomuto e del cieco che erano immagini della resistenza da parte dei discepoli che non capiscono e non accettano né chi sia Gesù, né il suo messaggio. Allora Gesù li porta all’estremo nord del paese, ai confini con la terra pagana, per vedere se lontano dall’ideologia nazionalista imperante, riescono a capire qualcosa di lui. È quello che ci scrive Marco nel capitolo 8, nei versetti 27-35, leggiamo.
Poi Gesù parti con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di filippo, siamo all’estremo nord del paese quindi lontano dall’influsso della Giudea e anche della Galilea, e per la strada, ecco l’evangelista qua ci mette già un indizio che ci fa capire come va a finire la narrazione: lungo la strada è dove il seme gettato non ha portato frutto perché sono venuti gli uccelli, immagine di Satana, che lo hanno portato via. Quindi questo messaggio di Gesù sarà inefficace. Satana, immagine del potere, è refrattario alla buona notizia di Gesù.
Interrogava i suoi discepoli dicendo: “la gente chi dice che io sia”? I discepoli, i dodici, sono andati a praticare e Gesù vuole vedere qual è stato il risultato di questa predicazione, la confusione totale. Ed essi gli risposero “Giovanni il Battista”, perché si credeva che i martiri sarebbero prontamente risuscitati, altri dicono Elia, Elia è il grande, violento profeta che doveva venire a preparare la strada al messia, e altri uno dei profeti. Non hanno capito assolutamente nulla, tutti personaggi che riguardano il passato. Ed egli domandava loro “ma voi che dite che io sia”? La domanda di Gesù è rivolta a tutti i suoi discepoli, ma risponde soltanto uno che viene presentato con il soprannome negativo che indica la sua cocciutaggine, la testardaggine e che poi lo porterà al rinnegamento di Gesù, è Pietro. Pietro gli rispose “tu sei il Cristo”, con l’articolo determinativo. Il Cristo significa il messia atteso dalla tradizione, quello che doveva venire a far osservare la legge, a occupare il potere a Gerusalemme, questo è il Cristo. Ma Marco nel suo vangelo presenta Gesù come Cristo, ma senza l’articolo determinativo, cioè un messia che è tutto da scoprire.
Infatti che Gesù non sia d’accordo si vede subito dalla sua reazione e ordinò loro severamente, letteralmente sgridò, e l’evangelista adopera, qui in questo brano apparirà per tre volte, lo stesso verbo che si adopera per sgridare e per scacciare gli indemoniati, quindi quello che ha detto Pietro Gesù non lo gradisce. Di non parlare di lui ad alcuno e cominciò a insegnare a loro che il Figlio dell'uomo, Pietro ha risposto “tu sei il Cristo”, il messia della tradizione, Gesù si presenta come il Figlio dell’uomo. Gesù è il Figlio di Dio in quanto rappresenta Dio nella sua condizione umana ed è Figlio dell’uomo in quanto rappresenta l’uomo nella sua condizione divina, cioè lo sviluppo pieno del progetto di Dio sull’umanità, che l’uomo abbia la condizione divina.
Il Figlio dell'uomo dovrà soffrire molto ed essere rifiutato, da chi? Non dai peccatori. Quelli che sono ostili al progetto di Dio sull’umanità sono proprio quelli che dovevano farlo conoscere e promuoverlo, le autorità religiose. Infatti tutto il sinedrio è contro il Figlio dell’uomo, sono gli anziani cioè i presbiteri, dai capi dei sacerdoti, i sommi sacerdoti, e dagli scribi, i teologi ufficiali, venire ucciso, i rappresentanti dell’istituzione religiosa uccidono il progetto di Dio sull’umanità, e dopo tre giorni risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro, ecco di nuovo con il soprannome negativo, lo prese, letteralmente lo afferrò a sé, e cominciò, esattamente come Gesù ha cominciato a insegnare Pietro incomincia a rimproverarlo, cioè a sgridarlo, lo stesso verbo adoperato da Gesù che era quello che si adoperava per gli indemoniati. Quello che Gesù sta dicendo per Pietro è qualcosa che non viene da Dio, ma da qualche demonio, e cominciò a rimproverarlo.
Ecco la reazione di Gesù, ma egli voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimprovera Pietro, ma il rimprovero riguarda tutti i discepoli perché tutti condividono questa mentalità, rimproverò per la terza volta Pietro e disse: va dietro di me Satana! Gesù definisce Pietro Satana, perché? Perché come Satana tenta Gesù di deviare dal suo progetto sull’umanità e come Satana vanifica l’effetto della parola, come il seme caduto in terra che subito gli uccelli, immagine di Satana, portavano via. Quindi Gesù rimprovera Pietro e lo tratta come Satana, cioè come diavolo, ma non lo caccia, dice, gli chiede: “torna a metterti dietro di me”. Non è Pietro che deve tracciare la strada, ma è Gesù, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.
Poi per la prima volta appare in questo vangelo il tema della croce e a questi discepoli che seguivano Gesù per ambizione, per condividere con lui il potere, il trono, il successo Gesù mette in chiaro che seguirlo significa andare incontro al disprezzo dello stesso popolo, al rifiuto da parte della società. Convocata la folla, ora il discorso si allarga, insieme ai suoi discepoli disse loro “se”, c'è il condizionale, “se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, cioè rinunci a questi ideali di successo, di ambizione, di potere, prenda, letteralmente sollevi, la sua croce. La croce nei vangeli non è data da Dio, ma sollevata dall’uomo, a che cosa si riferisse Gesù? Non alla morte di croce. Si riferisce al momento in cui nel tribunale il condannato veniva condannato a questa tortura che poi portava alla morte e doveva issarsi sulle spalle il “patibulum”, cioè l’asse orizzontale della croce. Poi accompagnato, trascinato dal boia attraversava tutta la città e per la gente era un obbligo morale, religioso, insultarlo e malmenarlo. Significava la solitudine totale, il rifiuto totale, il disprezzo totale, questa è la croce. La croce per Gesù significa accettare di perdere la propria reputazione, i propri ideali. Non è un’imposizione per tutti, ma è una conseguenza di quanti lo vogliano veramente seguire.
Prenda la sua croce e poi mi segua perché chi vuol salvare la propria vita la perderà, chi vuole realizzare i propri ideali di successo, di pienezza della propria esistenza va incontro al disastro, ma chi perderà la propria vita per causa mia e della buona notizia la salverà. Gesù assicura che vivere per lui, anche se si passa attraverso il disprezzo, il rifiuto della società, non sarà un disastro, ma sarà la piena realizzazione della persona.



Venerdì 14 Settembre,2018 Ore: 21:17
 
 
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