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www.ildialogo.org DISTRIBUÌ A QUELLI CHE ERANO SEDUTI QUANTO NE VOLEVANO,DI P. ALBERTO MAGGI OSM

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 29 LUGLIO 2018 - COMMENTO AL VANGELO
DISTRIBUÌ A QUELLI CHE ERANO SEDUTI QUANTO NE VOLEVANO

DI P. ALBERTO MAGGI OSM

Gv 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
L’episodio della condivisione dei pani dei pesci è riportato da tutti e quattro gli evangelisti. Qual è la sua importanza? In questa narrazione si anticipa e raffigura il significato dell’eucarestia. In particolare Giovanni ne fa il tema del capitolo sesto del suo vangelo, il più lungo, di ben 71 versetti. Il contesto nel quale l’ambienta è quello del libro dell’Esodo e infatti troviamo il tema del mare, il tema del monte, il tema della Pasqua, il tema della tentazione e il tema del pane. E, mentre nel deserto è stata la folla a dover chiedere a Dio di essere sfamata, qui è Gesù, che è Dio, che previene i desideri e i bisogni delle persone, ma i risultati sono deludenti.
Scrive l’evangelista che gli dice Andrea, fratello di Simon Pietro, c’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo, i cinque pani d’orzo ricordano il miracolo di Eliseo che con venti pani d’orzo sfamò cento persone e due pesci, quindi cos’è questo per tanta gente? Ed ecco le indicazioni preziose dell’evangelista, rispose Gesù: fateli sedere, letteralmente, ed è importante, fate sedere questi uomini. È importante il termine “uomo” adoperato dall’evangelista e perché sedere, letteralmente sdraiare? Nel pranzo solenne, nel pranzo della Pasqua, nel pranzo delle persone delle case ricche si mangiava secondo l’uso greco romano sdraiati e chi poteva mangiare sdraiato? Chi aveva un servo che lo poteva servire. Ecco il primo significato dell’eucarestia: far sentire le persone dei signori, cioè pienamente liberi.
L’evangelista annota che c’era molta erba, è un richiamo al Salmo 72, i tempi del Messia, dell’abbondanza, in quel luogo, il termine luogo Giovanni lo ha adoperato sempre per il tempio, qui indica dove risiede Gesù. Ma mentre nel tempio è l’uomo che deve offrire a Dio qui è Dio che si offre all’uomo. Si misero dunque a sedere, sdraiare, ed erano circa cinquemila uomini. Perché il termine cinquemila? Perché indica il numero della primitiva comunità cristiana secondo gli Atti, ma soprattutto è un multiplo di cinquanta che indica l’azione dello Spirito, cinquanta in greco è “pentecoste”.
Qui l’evangelista per uomini non adopera il termine che ha usato in precedenza “antropous”, ma “andres”, che significa uomini maturi. L’eucarestia rende le persone uomini maturi, uomini pieni, cioè uomini liberi. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, dal verbo ringraziare, rendere grazie deriva il termine eucarestia, li diede a quelli che erano seduti, il termine seduti appare per la terza volta e Gesù omette un’azione molto importante: non richiede il lavaggio rituale delle mani. Non c’è bisogno di purificarsi per mangiare il pasto del Signore, ma è il pasto del Signore quello che purifica le persone.
E ne mangiarono quanto ne volevano. Mentre la mamma era limitata ed era misurata qui c’è l’abbondanza. Quando non si trattiene più per sé egoisticamente, ma si condivide generosamente con gli altri c’è l’abbondanza. Infatti l’evangelista dice che riempirono dodici canestri perché, come le dodici tribù di Israele, così si può sfamare tutta quanta la nazione.
Purtroppo, purtroppo i partecipanti non hanno compreso. Infatti scrive l’evangelista allora, qui è tradotto la gente, ma letteralmente è gli uomini. Era iniziato come uomini, poi la partecipazione all’eucarestia li aveva resi uomini maturi, uomini adulti ed ora tornano ad essere uomini, perché? Non hanno capito, non accettano la condizione di uomini maturi, vogliono sottomettersi.
Visto il gesto di Gesù dicono questo è davvero il profeta, quello che, secondo la linea di Mosè, doveva far osservare la legge, colui che viene nel mondo. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, vogliono obbedienza, vogliono sottomissione, non vogliono maturità e non vogliono libertà, si ritirò di nuovo sul monte. Come Mosè si ritirò sul monte dopo il tradimento del popolo che adorava un vitello d’oro, così Gesù si riunisce di nuovo da solo nel monte. La sottomissione, l’obbedienza per Gesù è uguale all’idolatria perché lui è il Dio che rende libere le persone.



Giovedì 26 Luglio,2018 Ore: 19:03
 
 
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