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www.ildialogo.org VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO, CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI,<b>di P. Alberto Maggi OSM</b>

V DOMENICA DI PASQUA – 28 aprile 2013 – Commento al Vangelo
VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO, CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI

di P. Alberto Maggi OSM

Gv 13,31-33a. 34-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Nel vangelo di Giovanni l’unica volta che Gesù comanda qualcosa ai suoi, comanda quello che non è possibile comandare: l’amore. Non è possibile comandare l’amore. Si può comandare all’uomo di obbedire, di servire, ma non l’amore.

E perché Gesù comanda proprio di amare? Vediamo il contesto. Il contesto è quello dell’ultima cena che Giovanni ha presentato con la lavanda dei piedi fatta da Gesù ai suoi discepoli. Ebbene, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, e soprattutto dopo aver dimostrato amore fino all’ultimo al discepolo traditore, Giuda, ecco che Gesù lascia questo importante comandamento che sarà il distintivo dei credenti della sua comunità.

Vediamolo. L’evangelista scrive che Gesù dice: “Vi do un comandamento nuovo”. Gesù non dice “Vi do un nuovo comandamento”, cioè un comandamento che va ad aggiungersi a quelli della legge di Mosè. In Gesù l’evangelista vede il compimento della nuova alleanza. All’inizio del suo vangelo, nel Prologo, l’evangelista aveva scritto La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità – espressione che indica l’amore fedele – vennero per mezzo di Gesù.

Quindi c’è una nuova relazione con Dio; l’uomo non obbedisce più a Dio osservando le sue leggi – questa era l’antica alleanza – ma gli assomiglia accogliendo e praticando un amore simile al suo.

Ed è in questo contesto della nuova alleanza che si comprendono le espressioni di Gesù. Se Gesù adopera il termine “comandamento” non è perché sia un comandamento vero e proprio. L’amore può essere soltanto offerto, proposto, mai comandato. Ma è proprio per contrapporlo ai comandamenti di Mosè. L’unico comandamento distintivo della comunità dei credenti è questo. Allora Gesù dice: “Vi do un comandamento nuovo”, il termine greco “nuovo” indica una qualità migliore, che supera e toglie tutto il resto, quindi potremmo tradurre “Vi do un comandamento migliore”.

Che vi amiate gli uni gli altri come ..” Questo “come” non indica il modo, ma è la motivazione, il perché. “Come io ho amato voi”. Gesù non dice “come io vi amerò”, non sta parlando dell’amore del dono totale che poi manifesterà con la croce, morendo in croce, ma è al passato “come io ho amato voi”.

E com’è che Gesù ha amato i suoi? Gesù ha amato i suoi attraverso la lavanda dei piedi, quindi un amore che diventa servizio per gli altri, un segno che significa dare dignità e libertà alle persone, e un amore che non si scoraggia, rispetta la libertà dell’altro e risponde all’odio con l’amore, come Gesù ha fatto con Giuda.

Quindi questo “amato” ha due significati: il servizio, che rende le persone libere, piene della loro dignità, e un amore che viene dato in risposta all’odio, un amore che non si scoraggia.

Allora Gesù dice: “Come io vi ho amato”, ed è questa la qualità di amore, “così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Alla base dell’unico comandamento della comunità di Gesù non c’è una dottrina, ma un gesto d’amore che si fa servizio. Mentre la dottrina divide, l’amore è quello che unisce. E poi le parole di Gesù: “Da questo”, cioè da un amore che si fa servizio e non si scoraggia di fronte alle risposte negative, “tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”.

L’unico segno distintivo della comunità cristiana è un amore che diventa visibile attraverso il servizio e attraverso la proposta, l’offerta d’amore anche a chi non lo merita. Quindi Gesù non parla di stemmi, di abiti, di distintivi, di insegne. L’unica caratteristica della sua comunità è un amore simile al suo.




Mercoledì 24 Aprile,2013 Ore: 13:11
 
 
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