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www.ildialogo.org CHI DI VOI E’ SENZA PECCATO, GETTI PER PRIMO LA PRIETRA CONTRO DI LEI,<b>di P. Alberto Maggi OSM</b>

V QUARESIMA – 17 marzo 2013 - Commento al Vangelo
CHI DI VOI E’ SENZA PECCATO, GETTI PER PRIMO LA PRIETRA CONTRO DI LEI

di P. Alberto Maggi OSM

Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

La decisione è stata ormai presa, bisogna eliminare Gesù. Ma c’è un problema: la gran folla che pende dalla bocca di Gesù, che lo segue, l’entusiasmo che il popolo ha per Gesù. Ma perché bisogna ammazzare Gesù? Perché Gesù è andato a toccare il punto nevralgico dell’istituzione religiosa, il tempio, sbaraccando tutti quanti.

Ha fatto emergere che la vera divinità adorata nel tempio non è il Padre di Gesù, ma il dio denaro. Per questo la casa di preghiera è stata trasformata in una spelonca di banditi. Quindi le massime autorità religiose decidono di ammazzare Gesù, ma, scrive l’evangelista, Non sapevano come fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

Quando parlo di “evangelista”, anche se il brano che adesso commentiamo si trova nel vangelo di Giovanni, in realtà il testo è di Luca. Solo che era un testo difficile e scabroso per la sua grande novità e che per secoli nessuna comunità ha voluto. E poi ha trovato ospitalità nel capitolo 8 del vangelo di Giovanni, ma in realtà è di Luca, capitolo 21, versetto 38.

Allora leggiamo che cosa ci narra l’evangelista. Quindi la decisione è stata presa però la folla pende da Gesù; allora bisogna fargli perdere la popolarità. E contro Gesù partono tutta una serie di attacchi tesi a screditarlo o a ridicolizzarlo. Un insuccesso dopo l’altro perché ogni volta Gesù appare più forte e la gente entusiasta, finché gli preparano la trappola perfetta.

Questa. Gesù è nel tempio, insegna, il popolo ascolta e le autorità religiose tramano per farlo morire perché Gesù è andato a toccare il loro vero Dio: la convenienza, l’interesse. Luca scrive che Scribi e farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio e la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”

Lo chiamano Maestro e chiedono un parere, in realtà non vanno per apprendere, ma per condannare Gesù. Gli portano una ragazza. Dalla pena che decidono per questa donna si vede che è nella prima fase del matrimonio, quindi fra i dodici e i tredici anni, ma a loro non interessa. E’ uno strumento per ammazzare Gesù.

Tra l’altro risalta l’assenza dell’adultero dato che l’adulterio si compie in due, ma l’uomo non c’è, c’è solo la donna. E quindi la trappola perfetta è questa: siamo nel tempio dove ci sono le guardie, conducono questa povera sventurata di fronte a Gesù e gli chiedono: “Mosè nella Legge ci ha comandato di lapidare a queste qua, tu che ne dici?”

Comunque Gesù risponda si danneggia. Perché se Gesù dice: “eseguiamo la legge di Mosè”, tutto quel popolo che lo segue perché ha sentito dalla sua bocca un pensiero nuovo, il volto nuovo di un Dio che non condanna ma perdona, un Dio che non esclude ma avvicina, un Dio al quale non interessa l’obbedienza alla sua dottrina ma l’accoglienza del suo amore, ecco tutto questo popolo sarebbe deluso e lo lascerebbe.

D’altro canto se Gesù dicesse “lasciatela andare”, trasgredirebbe la legge di Mosè che comanda di lapidare queste donne e ci sono subito le guardie del tempio pronte per arrestarlo e poi ammazzarlo. Quindi il tranello è perfetto. E l’evangelista scrive che Dicevano questo per tentarlo. Lo stesso verbo che Luca adopera per il diavolo.

I massimi rappresentanti della tradizione religiosa, le persone zelanti della devozione, per Luca in realtà sono strumenti di morte perché non hanno amore per l’uomo, ma hanno in sé sentimenti di morte. Per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Il gesto di Gesù è un gesto profetico che ricorda il profeta Geremia nel quale il Signore dice: “Saranno scritti nella terra quanti avranno abbandonato il Signore”

Quindi l’azione di Gesù di scrivere per terra, nel regno dei morti, significa che per Gesù questi che hanno sentimenti di morte sono già morti. Costoro che covano questi sentimenti mortali per Gesù sono morti. E allora secondo il profeta Geremia vanno scritti per terra.

Essi insistono e allora Gesù dà questa risposta che è diventata famosa come sentenza: “Chi di voi è senza peccato getti per primo una pietra contro di lei”. Non è, come immaginiamo, la pietra per lapidarla, ma era la grande pietra pesante che i due testimoni dell’accusa dovevano gettare sopra il condannato. Praticamente si trattava di eseguire la condanna a morte.

E di nuovo torna a scrivere, si vede che l’elenco dei portatori di morte è lungo! L’evangelista presenta una grande ironia, Quelli udito ciò se ne andarono uno per uno. Mentre al momento della condanna era tutti compatti, quando si vedono in pericolo se ne vanno alla chetichella, uno per uno, cominciando dai più anziani. Non sono i vecchi, ma i presbiteri, i membri del sinedrio ai quali competeva di emettere le sentenze e il giudizio.

Ebbene, lo lasciarono solo e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono?” Il titolo con il quale Gesù si rivolge alla sventurata è un titolo importante e significa “donna sposata”. Mentre scribi e farisei hanno detto “queste qui”, Gesù vede la dignità della persona.

Nessuno ti ha condannata? Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno”. Gesù è l’unico senza peccato, è l’unico che potrebbe scagliare la pietra della condanna, invece dice: “Neanch’io ti condanno”. Il Dio di Gesù non condanna, ma perdona! “Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Gesù non scaglia pietre che uccidono, ma offre la sua parola come pane che alimenta la vita.

Bene, questo vangelo, con questo perdono che Gesù ha concesso alla donna adultera, venne ritenuto talmente scandaloso che per secoli nessuna comunità lo volle al suo interno.




Giovedì 14 Marzo,2013 Ore: 21:23
 
 
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