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www.ildialogo.org OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA ,di p. Alberto Maggi OSM

III TEMPO ORDINARIO – 27 gennaio 2013 - Commento al Vangelo
OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA 

di p. Alberto Maggi OSM

Lc 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Ogni volta che Gesù, il figlio di Dio, si trova in una sinagoga, luogo di culto, scoppia sempre un conflitto. Sembra quasi che ci sia incompatibilità tra Gesù, il figlio di Dio, e ambienti e persone religiose. La prima volta poi, nel vangelo di Luca, è stata la più grave: tentano di ammazzarlo.

Vediamo i motivi nel brano che la liturgia ci presenta oggi. E’ il capitolo 4 del vangelo di Luca. L’evangelista scrive che Gesù ritornò in Galilea dopo il battesimo nello Spirito Santo, dopo aver ricevuto la stessa forza di Dio dopo le tentazioni nel deserto, con la potenza dello Spirito. E quindi tutto quello che adesso l’evangelista ci presenta è effetto di questo spirito, effetto dell’amore pieno di Dio che Gesù ha.

E la sua fama si diffuse in tutta la regione. C’è grande attesa. La Galilea è una regione disprezzata, di gente sottomessa, un’estrema povertà, gente oppressa, e c’è grande desiderio di un messia, di un liberatore. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

Ecco questa immagine che può sembrare positiva non deve trarre in inganno, perché infatti vediamo gli effetti dell’insegnamento di Gesù proprio nella sinagoga del suo paese natale, Nazaret. Venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Delle quattro volte che Luca presenta Gesù in una sinagoga mai si dice che partecipi al culto o che preghi, ma sempre annunzia un messaggio – come in questo caso – contrario a quelle che erano le aspettative della gente. E questo è causa di conflitto.

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia, aprì il rotolo … E qui Gesù comincia la prima delle tante trasgressioni che gli attireranno l’ira e l’odio dei partecipanti al culto sinagogale fino al punto che cercheranno di ammazzarlo. E trovò il passo dove era scritto … Le letture avevano un ciclo triennale, ebbene Gesù non legge la lettura prevista per quel giorno, ma va a cercare un brano particolare. Però il brano è felice perché è quello che la gente aspettava.

E’ il capitolo 61 del profeta Isaia. “Lo Spirito del Signore è sopra di me”, è quello che Gesù ha sperimentato con il battesimo, “Per questo mi ha consacrato con l’unzione”. Il termine “unzione” è lo stesso da cui deriva il termine “Cristo”, cioè il messia. “E mi ha mandato”. La prima azione dell’uomo consacrato da Dio, dell’uomo che ha lo Spirito di Dio non è quella rivolta verso Dio, ma un’azione che da Dio parte verso gli uomini.

Non si parla qui di culto, non si parla di atteggiamenti religiosi, ma si parla di una profonda umanità tesa a risolvere i bisogni e le sofferenze degli uomini. Infatti “mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio”, la buona notizia. E qual è la buona notizia che i poveri attendono? La fine della povertà. Gesù viene a realizzare quella che era la volontà del Padre, la volontà di Dio che era espressa nel libro del Deuteronomio, dove Dio aveva detto: “Non vi sarà alcun bisognoso in mezzo a voi”.

Questo è l’unico e ero segno della presenza di Dio in mezzo a un popolo: che nessuno è bisognoso. Tanto è vero che negli Atti degli Apostoli poi nella prima comunità cristiana si dirà che rendevano con grande forza testimonianza alla risurrezione di Gesù perché nessuno infatti tra loro era bisognoso. Quindi l’azione di Gesù, che è Dio, che è il figlio di Dio, è quella di alleviare le sofferenze dell’umanità.

Quindi il primo annunzio è per i poveri. E di conseguenza “a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi”, tutti coloro che vivono situazioni di oppressione, di ingiustizia, tutti coloro che vivono nelle tenebre. Questa è la comunicazione di vita che Gesù, quale Cristo, cioè messia, porterà al suo popolo.

A proclamare l’anno di grazia del Signore”, ecco perché c’è questa liberazione. Nella legislazione voluta dal Signore si faceva in modo che i poveri non rimanessero sempre poveri, ma ogni tanti anni c’era la restituzione a loro delle terre che avevano perduto. Era quella che si chiamava “festa del giubileo”. Quindi Gesù viene a realizzare questa promessa rimasta più sulla carta che nella realtà, quella di cui si parla nel libro del Levitico: la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Ecco perché c’è la buona notizia per i poveri, non saranno più poveri.

Ma poi il versetto continua e Gesù invece tronca qui la lettura. Ed era il versetto più atteso, quello in cui speravano gli abitanti di Nazaret che, ripeto, vivevano in una situazione di grande oppressione, di grande povertà. E qual era questo versetto? Il giorno di vendetta del nostro Dio.

Dominati dai romani, vittime dei ricchi, questo popolo aspettava la vendetta, la rivalsa da parte di Dio. E invece Gesù non è d’accordo. Gesù viene a proclamare soltanto amore per tutti, ma mai vendetta, e questo causa sconcerto nella sinagoga.

Non solo. Gesù riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente, Luca sta descrivendo passo a passo questa situazione che poi porterà al tentativo di linciaggio da parte dei presenti nei confronti di Gesù, e sedette, la lettura è finita. C’è un clima di grande tensione. Luca scrive infatti che nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui. L’affronto che Gesù ha fatto, non soltanto scegliendo una lettura che non era quella prevista, ma censurando addirittura questa lettura, censurando il profeta Isaia!

Gesù non è d’accordo con questa immagine di una religione bellicosa in cui Dio castiga o si vendica. Il Dio di Gesù non è un Dio buono, è un Dio esclusivamente buono e il suo amore viene offerto a tutti, e come dirà più avanti questo vangelo, anche per gli ingrati e i malvagi.

Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Quindi Gesù conferma che questa profezia di Isaia si realizza nella sua persona. E l’evangelista letteralmente scrive: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato con i vostri orecchi”. Perché questo riferimento agli orecchi? Qui l’allusione è al profeta Ezechiele che aveva scritto queste parole di Dio: “Figlio mio tu abiti in mezzo a una genia di ribelli, hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono”, perché sono una genia di ribelli.

Ecco quindi il riferimento agli occhi e agli orecchi. Questo prepara la reazione scomposta da parte di tutti i presenti nella sinagoga, che tutti senza nessuna eccezione cercheranno poi di ammazzare Gesù.




Giovedì 24 Gennaio,2013 Ore: 18:36
 
 
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