L’ex sindaco Giuseppe Montanile è stato ascoltato in seduta plenaria dalla Commissione Parlamentare Antimafia ed ha rappresentato le minacce della malavita organizzata contro la sua persona, minacce che hanno determinato le misure assunte dalla prefettura di Napoli a sua protezione. Inoltre ha illustrato le dinamiche che hanno portato alle dimissioni dei consiglieri comunali ed il conseguente scioglimento del Consiglio bloccando il progetto di cambiamento amministrativo e civile sostenuto e sancito dalla città con le elezioni amministrative del 2018 a Brusciano. Un mandato inequivocabile di cambiamento e riscatto nella vita amministrativa, civile ed economica della città, pienamente onorato..

Un'instancabile attività amministrativa durata 32 mesi è stata interrotta con i metodi dell’agguato politico. Giuseppe Montanile aveva spezzato la convivenza e tolleranza nei legami ventennali tra le organizzazioni dei malavitosi, lo spaccio, le estorsioni, gli abusi e le violenze e parte dell’apparato politico istituzionale locale. Quei rapporti avevano devastato e inquinato l’ambiente, soffocato la vita civile, i legami sociali e l’economia. Due mondi con attività parallele che si erano osservati con rispetto reciproco. Due mondi che convivevano facendo finta di ignorarsi e talvolta si incrociavano e si intrecciavano salvaguardando i reciproci interessi.

Il caso Brusciano richiede una risposta di massa che ripristini la volontà popolare. Occorre pure una riflessione seria sulle leggi elettorali e sulla norma utilizzata dai dimissionari che hanno provocato il commissariamento del comune di Brusciano.

Appena l’emergenza sanitaria e pandemica lo permetterà le organizzazioni e le associazioni democratiche del territorio dovranno essere coinvolte nella programmazione dell’iniziativa politica che sia all’altezza della gravità e dell’azione devastatrice condotta con  una capillare manipolazione dell’informazione tesa a  negare l’evidenza del cambiamento operato dall’amministrazione Montanile e a negare il valore civile della lotta alla criminalità.

I giornali Roma e Mattino hanno riportato il resoconto dell’audizione facendola commentare in sede locale da due consiglieri dimissionari che hanno reso evidente ed incontestabile Il loro ruolo di protagonisti nell’organizzare il commissariamento, iniziato e portato avanti in modo spregiudicato e temerario a partire da agosto 2018 dopo appena due mesi di amministrazione Montanile. Nel loro commento riprendono e rilanciano strumentalmente il loro vittimismo su presunte inesistenti diffamazioni nei loro confronti mentre a tempo stesso aggiungono sempre più nuovi sinonimi di aggettivi e sostantivi insultanti e diffamanti per definire il Montanile personalità “egocentrica, antidemocratica, intemperante, aggressiva, autoreferenziale, insensibile e sorda”. Un linguaggio tipico di chi è accorto di argomenti e sconcertante per quanti conoscono Montanile.

Un linguaggio usato sperando di provocare reazioni aspre del Sindaco dimissionato, su cui lavorare per mantenere l’unità del gruppo dei dimissionari e oscurare il cambio di qualità amministrativa degli ultimi 32 mesi sotto gli occhi della popolazione residente.

Tentano un operazione disonesta  per associare a loro, vecchi  amministratori e alimentare rancori di assessori della Giunta Montanile apprezzati e stimati, sostituiti per pressioni di parte della sua maggioranza.

Si ringrazia la commissione per aver invitato l'ex primo cittadino in audizione e si ritiene utile valutare la necessità di un’ulteriore fase di approfondimento per concrete e più efficaci decisioni operative per combattere criminalità e degrado sociale e morale.