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www.ildialogo.org Occorre tornare alla gestione statale della sanità per garantire a tutti i diritti fondamentali della costituzione repubblicana,di Mattia Montanile

Occorre tornare alla gestione statale della sanità per garantire a tutti i diritti fondamentali della costituzione repubblicana

di Mattia Montanile

Dai dati rilevati dalla tabella elaborata dal ministero della salute aggiornata sui casi covid-10 a ieri 23/11/2020, emerge la necessità di riflettere sulla grave manipolazione dell’informazione dell’attività informativa dei media italiani con in testa RAI due, Mediaset, e La 7 di Cairo tesa ad evidenziare l’eccellenza e l’efficienza delle strutture sanitaria in Lombardia e il disastro di altre regioni, specialmente quelle del Sud.
Certamente in Lombardia alla sanità sono arrivati più risorse finanziarie di altre regioni rispetto alla popolazione residente, ma come sono state utilizzate e con quali risultati?
La Lombardia, anche dopo la seconda ondata della Pandemia, è la regione al mondo e in Europa con il triste primato dei contagi e decessi rispetto alla popolazione residente (contagi 376899 e morti 20664, 2200 per ogni milioni di abitanti aggiornati al 23/11/2020). Primato simbolicamente registrato nella memoria collettiva dalla visione delle tragiche carovane di ambulanze in movimento alla ricerca di strutture sanitarie in grado di accoglierli anche in altre regioni e gli autocarri militari della primavera 2020 con a bordo bare destinate al cimitero in attesa delle sepolture. In Europa invece il primato dei contagi e decessi per nazione è accreditato al Belgio con 556 mila contagiati, 15552 decessi, 1337 per ogni milione di abitanti, seguito dal regno unito con oltre un milione e mezzo  di contagi e 1220 decessi per ogni milione di abitanti e al terzo gradino del podio troviamo l’Italia, con oltre un milione e 400mila contagi ed 825 decessi per milione di residenti, grazie alla triste performance della Lombardia e al suo diffuso sistema affaristico, familistico clientelare e corruttivo, politico e istituzionale penetrato nel sistema sanitario pubblico distrutto e ampiamente privatizzato.
I media, in particolare, quelli televisivi largamente in mano alla destra economica ed eversiva, populista, sovranista e negazionista al potere in Lombardia, invece di indagare sulle responsabilità di questo disastro sanitario e sociale e sul primato lombardo dei decessi del 5.6 % dei contagiati, seguito dall’Emilia con il 4.4 %, dal Piemonte al 3,1 e dal Veneto al 2.9, spostano l’attenzione sulle regioni meridionali, con trasmissioni d’assalto su Puglia e Campania e sulla proposta governativa di nomina del commissario per la sanità in Calabria che registrano rispettivamente un indice di decessi ridotto rispetto ai contagiati, nei confronti di quelli registrati nelle quattro regioni del Nord sopra citate, con la Puglia al 2% e la Campania al 0.94 %. Nessuna riflessione seria sulla devastante gestione regionale della sanità. Nessuna seria inchiesta giornalistica sulla lettera di 50 medici milanesi, addetti alla medicina d’urgenza e rianimazione dell’ospedale San Paolo e San Carlo, che denunciano di lavorare tra ammalati ammassati come carne da macello e di essere stati messi di fronte alla drammatica scelta di chi salvare-continuare a curare e chi lasciare al proprio destino. Nessun approfondimento adeguato sulla lettera dei medici di medicina d’urgenza di Napoli che dichiarano lo stato d’agitazione per la situazione di contatto nelle loro funzioni tra settori ospedalieri con malati covid e quelli ricoverati per altre patologie con la conseguenza dell’aumento dei contagi tra sanitari e malati.  Nessuna informazione sulla gestione della Pandemia nei paesi socialisti, Cina, Vietnam, Cuba, sul come hanno stroncato la diffusione del virus. Solo censura, perfino, su ogni accenno all’esigenza di un aiuto da parte di questi paesi come è stato nella prima ondata Pandemica. Nessuna analisi sul metodo semplice adottato in questi paesi per bloccare l’epidemia, e difendere la salute pubblica, nessun accenno alla priorità per la salute nella cultura di questi paesi, nessuno informazione sulla scelta operativa di lockdown dell’area circostante, per bloccare ogni focolaio della diffusione del virus, con la diagnostica di massa, l’isolamento dei positivi in due strutture una idonea per controllare rigorosamente la quarantena degli asintomatici fino alla referto di negatività, l’altra quella sanitaria per la cura dei sintomatici. Tutto questo con la coscienza collettiva del popolo nella rigorosa osservanza delle norme di distanziamento.
In Europa, negli Usa, in Brasile nei paesi del capitalismo avanzato e degenerato, invece domina la cultura dell’accumulazione capitalistica che sacrifica il diritto alla vita per riservare la priorità agli affari, ai consumi, alla produzione anche di beni non essenziali in emergenza sanitaria.
E’ necessario quindi riorganizzare il servizio unico nazionale della sanità pubblica strappando alle regioni questa fondamentale funzione, per ridare ai cittadini il diritto alla salute. Speriamo che chi porta sulla coscienza (i riformatori, inventori del decentramento e del federalismo), nella migliore delle ipotesi, 60 mila morti di questa pandemia, non ostacoli il ripristino del servizio sanitario nazionale, e il ritorno alla gestione statale anche di altri settori per assicurare in egual misura i diritti fondamentali della costituzione repubblicana.



Martedì 24 Novembre,2020 Ore: 22:56
 
 
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