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www.ildialogo.org Nel tempo della pandemia una politica che sconfigga le ricette del mercato e delle multinazionali.,di Mattia Montanile, Peppe Cerasuolo, Renato Marino e Giovanni Sarubbi

Nel tempo della pandemia una politica che sconfigga le ricette del mercato e delle multinazionali.

di Mattia Montanile, Peppe Cerasuolo, Renato Marino e Giovanni Sarubbi

Ieri pomeriggio avevamo appena scritto il pezzo sulla vertenza Whirlpool quando il presidente De Luca prima e il sindaco De Magistris subito a ruota, hanno dato il via ad una sarabanda di dichiarazioni sull’epidemia da COVID e su un possibile nuovo lockdown. A sera poi i gravissimi incidenti a Santa Lucia.
Nel contesto di una epidemia ormai fuori controllo, nel momento in cui sono indispensabili interventi immediati per tentare di contenerne i danni, mettere in piazza di sera gente tra cui si possono inserire persone che hanno l’unico obiettivo di provocare incidenti e di rivendicare trattamenti speciali riservati a questa o quella categoria danneggiata dalle misure anti-Covid, è un atto di una gravità inaudita che sembrerebbe voler colpire le istituzioni, questo o quel personaggio politico, ma in realtà riduce in ostaggio un’intera città che invece ha bisogno di concentrare tutte le sue energie e le sue intelligenze nella difesa della salute.
Sia chiaro. Noi pensiamo che i rappresentanti delle istituzioni, De Luca in testa, siano responsabili di gravi errori e di gravissime omissioni. Essi non hanno né preveduto né provveduto negli ultimi mesi ad una rete di tracciamento operativa ed efficace, a tutto ciò che poteva esser fatto per la medicina territoriale e di base, al potenziamento della rete di trasporto su gomma, al contenimento degli assembramenti durante l’estate e dopo. Impegnati in una campagna elettorale lunga mesi e mesi e non ancora finita, hanno sbandierato risultati che non erano acquisiti e coperto le tante deficienze e i tanti errori degli anni pregressi.
Sia chiaro. Contro di loro, contro tutto questo, per misure sanitarie immediate ed efficaci, per misure di sostegno al reddito e alle attività in difficoltà pensiamo sia più che legittimo manifestare alla luce del sole, opporsi alle prevaricazioni e rivendicare con forza una urgente quanto necessaria inversione di rotta.
Altro è invece ignorare quanti soffrono e rischiano la vita, quanti vengono privati di diritti essenziali, per rivendicare benefici a senso unico a vantaggio di categorie nelle quali va distinto chi è con l’acqua alla gola e chi invece rischia qualcosa dei suoi lauti guadagni. Qui dare a tutti nella stessa misura sarebbe l’esatto contrario dell’equità. Non si può accettare che si tenga in pugno la città per difenderne solo una parte.
E’ altrettanto grave che De Luca e De Magistris stiano consumando l’ennesimo scontro tra loro sulla pelle dei napoletani e dei campani. Tirano per la giacca il governo, ognuno per il suo verso, ma quanto a quello che può essere fatto nell’immediato da entrambi neanche a parlarne. La pelle dei cittadini, e non solo di quelli colpiti dall’epidemia, non può essere svenduta al prevalere di questo o quel personaggio. Noi non ci faremo coinvolgere nella guerra irresponsabile in tempi di grave emergenza sanitaria da De Luca e De Magistris per il dominio politico nella città di Napoli e nella regione Campania.
Noi siamo per stare con lavoratori, studenti e operai nei luoghi di lavoro e di studio di giorno e di notte e nelle piazze solo alla luce del sole e nel rigoroso rispetto delle norme sul distanziamento. 
Com’era prevedibile la Whirlpool si è presentata all’incontro del 22 ottobre ribadendo tutte le proprie discriminanti: l’azienda deve chiudere. Ieri i lavoratori sono stati di nuovo in piazza a Napoli sotto la Prefettura. Si deve riprendere a lottare con  durezza e determinazione, soprattutto ricercando nuovi, originali, coinvolgenti e unificanti obiettivi capaci di assicurare alla lotta la continuità e l’efficacia necessaria. La città non può proprio permettersi di perdere così tanti posti di lavoro tra azienda e indotto e dovrà sentire il bisogno di scendere in Piazza anche se in emergenza sanitaria e sociale.
Il terreno dello scontro diventa tutto politico. Whirlpool ha recitato un copione noto. S’è presa incentivi, aiuti, sgravi. Ha fatto profitti, non pochi. Ora chiude senza avere alcuna motivazione valida dal punto di vista industriale e produttivo. E’ solo una delle decine di aziende, spesso multinazionali, che dalla crisi del 2008-2009 recitano lo stesso copione.
Ora spetta a governo ed istituzioni smetterla di recitare il proprio fallimentare copione. Ministri e sindacati si stracciano le vesti, parlano di scelte intollerabili ma non si sa dove fossero quando invece era necessario rovesciare il tavolo, partire dalla conferma dei livelli occupazionali esistenti, dalla continuità produttiva per poi ragionare di economie di scala e quant’altro.
Ora lo scontro investe immediatamente le scelte con cui il governo intende rispondere alla strategia delle multinazionali, da Whirlpool ad Arcelor Mittal, da Napoli a Taranto. Dobbiamo pretendere di conoscere ora che cosa pensano di mettere in campo rispetto alle crisi industriali e alle scelte di disinvestimento del padronato. Quali strumenti, quali fondi, quali linee per un coinvolgimento della stessa Unione Europea la quale, anche in questo caso, non può volgere lo sguardo altrove, in quanto che il problema, chi più chi meno, ce l’abbiamo tutti. Dare risposte sulla Whirlpool, su Taranto, ecc. significa oggi dire anche concretamente che cosa si intende fare dei soldi del Recovery fund.
I lavoratori hanno lottato senza risparmiare energie. Ieri la manifestazione, domani si potrebbe pensare  ad un’assemblea permanente che prepari l’avvio di una possibile autogestione. Di qui al 31 vanno sperimentate forme di lotta nuove, vanno individuate procedure che attivino forme di nazionalizzazione ed evitino la chiusura. La vertenza Whirlpool deve diventare polo di aggregazione rispetto alle altre crisi aziendali, per una politica economica che cambi decisamente rotta rispetto alle ricette dei mercati e delle multinazionali, della globalizzazione al servizio di profitti e sfruttamento. 



Sabato 24 Ottobre,2020 Ore: 15:46
 
 
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