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www.ildialogo.org "La competizione: porta dell'inferno",di Mario Mariotti

"La competizione: porta dell'inferno"

di Mario Mariotti

Proviamo, in questa occasione, ad esaminare tutti gli elementi che caratterizzano l'evento “competizione”. C’è la tensione durante la preparazione, e l'ansia che essa non sia mai adeguata. C'è la tensione durante lo svolgimento della gara, la paura dell'imprevisto, quella che le prestazioni degli avversari siano superiori alle proprie, quella che le proprie scorte di risorse si esauriscano; c'è la tentazione del non rispetto delle regole, pensando che l'avversario lo stia facendo per vincere nonostante tutto; c'è il dubbio fino all'ultimo sul risultato. Alla fine c'è la gioia, l'orgoglio, l'indicibile soddisfazione per colui che vince; ma ci sono la delusione, l'amarezza, lo sconforto per tutti quelli che non hanno vinto, dato che hanno fatto le stesse fatiche, gli stessi sacrifici, un impegno ancora maggiore dei primi, se il punto di partenza era Stato inferiore.
Tensione, ansia, paura, bisogno di trovare qualcuno su cui scaricare la colpa del proprio insuccesso; autocolpevolizzazione per la propria inadeguatezza, convinzione di essere sfortunati, di essere nati nel la categoria dei perdenti. Proviamo, a questo punto, a riflettere su cosa può succedere se tutta l'economia, la cultura, la società adottano la competizione, ed in relazione ad essa il mercato, come forme di organizzazione di loro stesse. I vincitori, i primi, sono sempre strutturalmente pochi, mentre i perdenti, i delusi, gli sconfitti sono la moltitudine, sono il popolo, sono quelli che finiranno col vivere nella precarietà, nell'incertezza; e finiranno in pasto agli avvoltoi che si apprestano a far carriera sulle loro ansie, paure, incertezza per il futuro, autoconvinzione di meritarsi i frutti della sconfitta.
Se qualcuno non se ne è ancora accorto, io sto parlando della realtà che noi abbiamo sotto gli occhi: ci stiamo godendo i frutti del pensiero unico neoliberista di quel "benedetto" sogno americano, del quale siamo succubi quali perfetta colonia dell'Impero, che sta estremizzando le disuguaglianze e le ingiustizie, in modo indegno, e in aggiunta, sta incancherando il Pianeta in modo speriamo non ancora irreversibile. I modelli sono i vincitori, i vip, i cantanti, gli attori, i campioni sportivi, gli imprenditori ed i politici di successo, poi esiste il popolo dei mosconi, che ronza loro attorno e costituisce la cornice del loro successo; infine esiste il popolo degli "invisibili", dei perdenti, dei fuori-mercato, che sono stati talmente rincoglioniti sia da non capire che sono loro stessi la base del successo dei primi; sia da non capire che sono stati condizionati a litigare fra loro, poveri contro poveri in modo che poteri forti li possano fottere per l'eternità!
Nessuno mai che metta in guardia sulla malignità strutturale della competizione e del mercato, considerati non cancri ma dogmi; e ancor meno di nessuno che cerchi di far capire che i diritti umani fondamentali al cibo, al lavoro, alla scuola, alla sanità, alla giustizia, non possono e non devono essere lasciati ostaggio dei cancri, che non sono dogmi, ma patologie maligne; che inoltre, danno un grande contributo alla presenza della violenza e della delinquenza, perché, dove manca il lavoro, ci si deve arrangiare per far venire sera... E così la nostra vita è diventata un inferno, pieno di ansia per il futuro, timore di perdere il lavoro, paura per là delinquenza, disprezzo per i diversi, bisogno di difenderci da quei "privilegiati" che rischiano di annegare piuttosto che continuare a vivere nell"eden" dal quale stanno migrando.
E la compassione, che fine avrà fatto? E il laico-compagno Gesù, paradigma di condivisione, che fine avrà fatto? Meglio Gesù salvatore, che ci fa competere anche per entrare nell'al di la...



Giovedì 18 Giugno,2020 Ore: 22:33
 
 
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