- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (249) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org La riforma irpef che sarebbe necessaria,di Mattia Montanile

La riforma irpef che sarebbe necessaria

di Mattia Montanile

Prima di entrare nel merito del tema riordino e riforma IRPEF e del sistema fiscale, colgo l’occasione per ringraziare Gianni Santarpino per il suo contributo concluso dalla proposta di finanza pubblica capace di ridare all’Italia e allo Stato la capacità di regolare il cambiamento e guidare economia e sistema sociale affrancandolo dal condizionamento del mercato, dagli interessi del capitalismo e dalla regia della finanza sovranazionale.
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche, meglio conosciuta come Irpef, è articolata con aliquote progressive (dal 23 al 43%) su cinque scaglioni di reddito. Nei tribunali vi è la scritta la legge è uguale per tutti e il fisco dovrebbe garantire, a parità di reddito e a parità di nucleo familiare, la stessa imposta e invece sia per la legge sia per il fisco le cose non stanno così. Noi non ci muoviamo per difendere una categoria contro altre, poniamo una questione di principio perchè non possono essere tollerati favori fiscali e legali.
Da più parti si invoca da anni il riordino e riforma dell’ IRPEF. Ma la riforma non arriva mai e intanto da diversi anni si sono registrate modifiche per diverse categorie e soggetti fiscali, che hanno causato all’IRPEF la perdita della natura universale del tributo, dal momento che la sua base imponibile è stata erosa dai prelievi sostitutivi. In deroga alla progressività delle imposte dirette, prevista dalla carta costituzionale, è stato consentito (sulle rendite finanziarie) la riduzione dell’imposta al 12,5 per milioni di risparmiatori. Sugli affitti abitativi, con la cedolare secca, è stato permesso la tassa piatta al 15%, l’8%% in meno della prima aliquota IRPEF. Nel 2019 per due milioni di partite IVA il governo giallo verde ridusse, con la legge di bilancio, ai lavoratori autonomi l’aliquota al 15% fino a 65 mila euro di reddito.
Fu un vero e proprio favore fiscale a scapito dei lavoratori dipendenti che su redditi da 40 mila Euro lordi anno dovevano sborsare per il fisco oltre 5 mila Euro di più degli autonomi. Tutto ciò e con Ires e Irap (imposte su reddito di società ed Enti) ridotte nel 2017 dal 27 al 24 %, l’Irpef con aliquote dal 23 al 43 % nata per essere un sistema fiscale giusto, equo, progressivo, universale e costituzionale, in presenza di molteplici trattamenti differenziati e di favore è diventato un sistema fiscale iniquo e intollerabile che colpisce esclusivamente i redditi da lavoro dipendente e da pensione. Anche perché sono gli unici che hanno imprese e INPS come sostituti d’imposta, mentre tutti gli altri pagano sulla base di autonome dichiarazione di reddito, teoricamente tutti potenziali evasori parziali e totali.
L’ attuale governo all’inizio dell’anno, prima della pandemia da coronavirus, studiava però solo per i lavoratori dipendenti escludendo i redditi da pensione la possibilità di una riforma dell’IRPEF. Al vaglio del governo vi era l'ipotesi di un accorpamento dei due scaglioni più bassi e l’aliquota unica fino a 28 mila Euro al 20%. La stampa e i media riempivano intere pagine sul cantiere aperto dal governo al lavoro per una riduzione generalizzata del peso del fisco, in particolare sui lavoratori dipendenti. Entro il mese di gennaio 2020, si disse che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sarebbe stato in grado di formulare la proposta di riforma delle aliquote Irpef alle parti sociali, la proposta di riordino del sistema delle deduzioni e di illustrare le decisioni per reperire le risorse necessarie al taglio del cuneo fiscale nel 2021 e per coprire l’aumento del bonus da 80 a 100 Euro per i lavoratori dipendenti nel 2020.
L’obiettivo dell’esecutivo, si disse, è quello di far pagare, a partire da metà di quest’anno, circa 500 euro in meno di tasse ai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 35mila euro e per il 2021, con l’entrata a regime del taglio, i lavoratori dovrebbero pagare circa mille euro in meno di tasse. Ovviamente queste proposte allo studio non erano la riforma avanzata da noi nei dieci punti pubblicata il 25 Aprile 2019 e riattualizzata il 28 e 29 Aprile ma almeno non confliggeva e si avvicinava in particolare sull’accorpamento delle prime due aliquote e, fino a 28 mila Euro di reddito, fissava la stessa imposta prevista nella nostra proposta al 20%, anche se Gualtieri frenò per il costo ritenuto troppo alto. Fu il solito tentativo debole e simbolico da illusionisti della politica ma per noi fu una parziale prova della praticabilità della nostra proposta ancora più impegnativa sul piano del costo ma per vere riforme occorre coraggio e determinazione se vogliamo perseguire un futuro diverso.
Abbiamo il compito di arginare la destra che incalza e condiziona il governo alzando l’asticella della sua demagogia sugli aiuti alle imprese, sul populismo criminale della riapertura di tutto e subito. Salvini e Meloni hanno cominciato prima con la garanzia dello Stato sugli aiuti economici alle imprese, trovando il governo disponibile, son passati all’agitazione del tema della sburocratizzazione, ed il governo li ha seguiti con l’autocertificazione, a questo punto non poteva mancare il terzo innalzamento dell’asticella con la proposta dell’elargizione a fondo perduto e senza autocertificazione. Le destre vogliono passare il ruolo di regolatore dell’economia dallo Stato alle imprese.
Dopo la pandemia e i danni correlati all’economia fronteggiati con 80 miliardi di Euro previsti da due decreti cosiddetti cura Italia e centinaia di altri miliardi alle imprese, l’indebitamento dello Stato supererà ampiamente la soglia del 150% del PIL senza un opera di trasformazione del paese nel suo sistema economico e sociale. Il garante per il rientro dal debito sarà teoricamente lo Stato ma nella realtà i sacrifici saranno come al solito a carico dei lavoratori, pensionati, stato sociale, dei servizi al cittadino. Ad essere tartassati quindi saranno come al solito, Sanità, trasporti, scuola. E sacrificata sarà pure la riforma Irpef allo studio del governo prevista per il 2021. Infatti Di Maio e aree di centro della maggioranza ora parlano genericamente di abbassare le tasse per inseguire le destre e hanno già derubricato dall’agenda del governo il taglio al cuneo fiscale.
In questa situazione, senza la mobilitazione su un programma della trasformazione e del cambiamento si lascerà spazio alle destre, alle forze di centro e della borghesia italiane presenti nel governo e crescerà il pericolo di una svolta autoritaria capace di mangiarsi la democrazia, la libertà e le speranze in diverso futuro, delle masse popolari nate nei sacrifici e nella paura di due mesi chiusi nelle mura domestiche. L’indicazione di un progetto di cambiamento sui 10 punti pubblicato tra la festa di liberazione e del primo maggio va fatto vivere nel confronto a sinistra per arricchirlo e completarlo sapendo che una discussione sulle priorità, su che cosa ripartire e su che cosa spendere, la mobilitazione disarticolerebbe il necessario progetto politico complessivo riproducendo gli errori del grande movimento operaio e studentesco degli anni settanta. Con ciò non intendiamo dire che bisogna sacrificare le questioni delle condizioni di lavoro, della sicurezza, della salute devono essere alla nostra massima attenzione per farle vivere nel contesto del progetto di cambiamento. Mentre sul salario vi sarebbe per i redditi medio bassi un incremento di circa il 10% se la riforma IRPEF proposta da noi fosse sostenuta e realizzata nel suo insieme.



Giovedì 07 Maggio,2020 Ore: 15:33
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info