- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (215) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LE IDEE E LO STILE DI MARCO BENTIVOGLI: PIU' VISIONE E MENO ANTAGONISMO, DA BATTAGLIE SOCIALI DALLA REDAZIONE,A CURA DI CARLO CASTELLINI

LE IDEE E LO STILE DI MARCO BENTIVOGLI: PIU' VISIONE E MENO ANTAGONISMO, DA BATTAGLIE SOCIALI DALLA REDAZIONE

A CURA DI CARLO CASTELLINI

Sono presenti nello studio di OMNIBUS condotto da Alessanda Sardoni di LA-7: in collegamento con lo studio FERRUCCIO DE BORTOLI, GIANCARLO GIACALONE, e MARCO BENTIVOGLI, che rispondono in maniera interattiva alle questioni sollevate in studio. (Carlo Castellini)
CHI E' MARCO BENTIVOGLI?
MARCO BENTIVOGLI, è nato a Conegliano (TV) 48 anni fa, è un attivista sindacale e, come scrive lui, stesso descrivendosi su Facebook “temporaneamente”segretario generale della Fim Cisl”. Lunedì 28 maggio è stato ospite delle Acli bresciane insieme al Presidente dell'Associazione Bresciana Giuseppe Pasini. E' stata l'occasione per noi anche per farci un'idea più precisa del piano industriale per l'Italia delle competenze che ha steso con l'allora ministro Carlo Calenda.
Il Piano dice cosa che nessun politico ha detto durante la campagna elettorale , ovvero che il 2018 sarà un anno difficile, soprattutto nella seconda parte , per via del rallentamento del quantitive easing di MARIO DRAGHI. Ora siamo sotto una rete di protezione : se non avessimo quantitative easing in questi giorni la tempesta sarebbe più forte. Il problema è che l'italiano pensa che sia un argo mento che tocca solo i banchieri, gli imprenditori, non sa invece che riguarda anche mutui, salari, depositi, risparmi........ e quando se ne accoge è troppo tardi per ripensarci.
Non ha vinto l'Italia del nosro documento, , non ostante tutti i partiti abbianoa parole sposato il nostro documento. Non ha vinto quell'Italia, ha vinto un'Italia che pala di tutt'altro, ma anchela politic ache ha perso di lavoro ed industria, ed è più o meno analfabeta.. lo dico senza offesa. Anche il PD anche Forza Italia. Illavoro e l'industria sono sono elementi fondamentali dell'attività politica e invece vengono trattati come come elementi tra gli altri. C'è troppa poca distanza tra chi dovrebbe avere nel proprio DNA la questione industriale, quella delle disuguaglianze e quella del lavoro e chi dice che chiuderà l'ILVA.
La gene vota chi dice che chiuderà l'ILVA, anche gli stessi lavoratori dell'azienda, e poi vengono a chiiedere aiuto al sinacato perchè l'ILVA non venga chiusa.Se accade questo qualche problema c'è. E il problema è che siamo un Paese dove la politica si divide tra la antiindustriali e a-industriali, ovvero analfabeta di questioni industriali.
Il piano industriale per l'Italia delle competenze in sostanza vuol dire che servono gli investimenti, anche quellipubblici, ma dobbiamo capire che siamo in una situazione difficile e che non si stampano i soldi che ci mancano: se si voglionon investire, i soldi che vuoi investire devono essre tolti da un'altre parte, non c'è la tipografia che stampa gli euro che mancano. Se vuoi investire in formazione probabilmente bisogna tagliare qualche spreco.
Dico una cosa che, di solito, fa arrabbiare anhe i miei sindacalisti metalmeccanici ma che va detta: noi spendiamo per le pensioni sotto il 65 anni molto di più di quanto spendiamo per tutta la formazion italiana....molto di più! E sotto il 65 anni non ci sono solo i lavoratori usurati, ci sono anche i dipendenti pubblii, i bancari........
Un politico riformista deve sapere scontentare e scomodare e impegnare, saper dire che non tutti hanno ragione. Il politico e il sindacalista che vanno di moda aoggi sono quelli che vogliono per forza l'applauso e vanno a dire a tutti che hanno ragione e quando hanno ragione tuti hanno tutti torto o non ha ragione nessuno o, meglio, hanno ragione i puù forti, quelli che non hanno bisogno del sindacato.
Sopra i 200 dipendenti abbiamo un CLUP (Costo di lavoro per unità di prodotto) migliore della regione tedesca più ricca (il Baden Wuttemberg), soprattutto nel centro nord (i lavoratori andrebbero rinngraziati qualche volta per questo). Però abbiamo il 90% di lavoratori italiani in aziende sotto i 20 dipendenti e lì il CLUP è disastroo. Perchè la PMI (Piccola Media Impresa) anche a Nord fa fatica ad entrare neiprocessi di formazione , perchè gli investimenti sono cari. In GERMANIA invece, il 64% dei lavoratori è occupato in medio-grandi impresse che hanno più facilità a fare formazione e innovazione tecnologica. Altro che piccolo è bello! E' un bel disastro.
Durante la crisi la maggior parte dei 600 mila posti persi dal settore industriale viene dalle piccole e medie imprese, persone senza tutele sindacali, con la cassa inderogs e così via. L'inrroduzione del Piano parlava di pensiero lungo, la èplitica senza pensiero lungo, solletica solo la pancia della gente per trovare un nemico e mai per risolvere un problema.
La QUESTIONE ILVA è l'esempio perfetto di questo aspetto. Perchè nel resto del mondo ACCIAIO E AMBIENTE non
litigano? Perchè a LIENZ hanno riconvertito e fatto una fabbrica e fatto una fabbrica ECO-SOSTENIBILE? L'innovazione tecnologica può risovere la questione in termini di sostenibilità. Il sindacato può essere la forza di CONCILIAZIONE degli obiettivi e non di contrapposizione in queste circostanze.
Questo è stato il bello delle SETTIMANE SOCIALI DI CAGLIARI: oltre all'importanza della dignità del lavoro., la centralità dell'uomo...Sono state le 400 BUONE PRATICHE emerse, esempi di imprese campioni di sostenibilità, del “si può fare”. Si può rispettare l'ambiente e la dignità della persona lavoratrice, anzi, sono le imprese più forti. E' questo il cambio di paradigma fondamentale. (MARCO BENTIVOGLI, a cura della Redazione, a cura di Carlo Castellini).



Mercoledì 18 Marzo,2020 Ore: 22:08
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info