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www.ildialogo.org Contro le diseguaglianze e per la piena occupazione,di Mattia Montanile

Contro le diseguaglianze e per la piena occupazione

di Mattia Montanile

NEL GIORNO DELL'INVIO DELLA MANOVRA ECONOMICA AL SENATO
RITORNO A PARLARE DOPO DUE MESI E MEZZO DI PAUSA E SILENZIO
Silenzio utilizzato per osservare e per riflettere sugli eventi, gli itinerari, i percorsi e le scelte di politica economica e sociale ispirate ai nuovi equilibri politici nati dalla crisi del governo Salvini-Di Maio. E' stato generato il Conte bis, un nuovo quadro politico e un nuovo consiglio dei ministri, ed anche un nuovo partito registrato con il nome di Italia Viva.
Così come Forza Italia, con padrone Berlusconi, dichiarò di essere nata per impedire che gli eredi del disciolto partito comunista arrivassero al governo del paese, anche Italia Viva, con padrone Renzi, ormai dichiara apertamente di contrapporsi contemporaneamente da un lato alla destra reazionaria di Salvini e Meloni, con l'appendice liberista di FI, dall'altro a tutte le misure connotate da qualche parvenza di sinistra.
Dalla manovra del nuovo governo emergono alcune misure di buon senso come lo scorrimento biennale delle graduatorie dei concorsi pubblici, l’assunzione di 250 magistrati vincitori di concorso e il bonus facciate per la manutenzione di fabbricati con la detrazione del 90% della spesa. Ma sul completo ripristino dell’adeguamento alla dinamica inflattiva delle pensioni fino a quattro volte il minimo, senza nessun recupero sui tagli pregressi, sul taglio del cuneo fiscale e le misure per rendere accessibili le cure mediche e l’istruzione siamo di fronte a timidi tentativi, insufficienti e simbolici, incapaci di far percepire un'inversione di tendenza rispetto alle politiche liberiste che hanno dominato la scena negli ultimi decenni.
Il governo giallo-rosa, rosso no di certo, già in difficoltà, e intimidito dall’aggressiva offensiva delle destre, annacqua la già debole proposta sulla redistribuzione delle risorse e sembra aver smarrito del tutto le vaghe idee su una riorganizzazione democratica nel paese.
La coalizione di governo era partita con il taglio dei parlamentari e il contestuale proposito per una riforma della legge elettorale che ripristinasse la proporzionale. La riduzione dei parlamentari, agitata populisticamente in versione 5Stelle, è stata votata, ma la qualità della rappresentanza con il recupero del pluralismo della società italiana è stata derubricata dall’agenda di governo. Il PD nutre riserve, Italia Viva guida l’offensiva per il maggioritario, premi di governabilità e soglie di sbarramento differenziate. Altri, a sinistra come a destra, non hanno ancora deciso cosa convenga loro. Sicché la casta, quella che la democrazia del mouse avrebbe dovuto mandare in soffitta, può continuare a dettar legge. E non si tratta solo di qualche decina di parlamentari, ai quali peraltro avrebbero giovato due cose. Recuperare potere di rappresentanza contro un sistema di candidatura-nomina tutto nelle mani di chi gestisce i partiti.
Secondo: una riforma dei regolamenti parlamentari, sovvertiti sin dagli anni '80 per assicurare ai governi il controllo sulle proposte di legge e sul calendario dei lavori. Più lasci lavorare indisturbati i veri poteri forti, gli apparati di governo, le grandi forze dell'economia e della finanza, meno hanno senso la rappresentanza, il potere democratico. I grandi gruppi, le privatizzazioni, le concentrazioni bancarie hanno ridisegnato negli anni passati la fisionomia del capitalismo italiano senza nemmeno l'ombra di un qualsivoglia controllo democratico. E, sia detto per inciso ma la questione è di radicale importanza, questo contesto ha certamente indebolito i lavoratori, messo spalle al muro le forze sindacali più radicali, spianato la strada alle ristrutturazioni più selvagge. Ancora una volta, FIAT insegna!
Con il maggioritario presentato come antidoto alla frantumazione politica hanno ingannato il popolo, tradito il proletariato, facendo delle candidature (si pensi in primo luogo ai sindaci, ai presidenti di regione) non l'oggetto di una discussione democratica bensì un affare privato, gestito intorno a interessi e compromessi spesso inconfessabili, sotto la copertura di programmi generici, buoni per ogni stagione, con centinaia di candidati utilizzati più come galoppini a sostegno di questo o quell'interesse che come espressione di proposta politica e di capacità progettuale. Così è stato falsato e neutralizzato il valore del diritto di voto e della partecipazione.
Dichiaravano di voler ridurre i partiti e sono andati oltre, li hanno distrutti. Al loro posto si sono formati comitati elettorali, coagulati intorno ad interessi e al potere. Il nuovo ramoscello chiamato Italia Viva è nato per rappresentare la destra del nuovo schieramento governativo, caratterizzato dalla logica del diritto di veto e dall’insana pratica personalistica, alla ricerca di spazi televisivi e, soprattutto, proteso verso un centro che non c'è. Non c'è più nella politica ma non esiste più neanche come baricentro della società.
Italia Viva si dice pronto a una battaglia parlamentare sulla presunta eccessiva attenzione del governo sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Punta il dito, in particolare, contro il tetto all’uso del contante, contro l’aumento della tassa sulle auto aziendali definita in modo maldestro una mazzata alla classe media e contro la disincentivazione all’uso e al consumo di prodotti inquinanti e dannosi alla salute. Italia Viva e Renzi fingono di non sapere che migliaia di medie aziende in Italia, al fine di ridurre l’utile dichiarato, per eludere le tasse e autoridursi il carico fiscale, ogni anno acquistano auto di alta gamma, non certo per esigenza aziendale ma destinandole alla loro vanità e a prestigiose rimesse di famiglia. Sono quegli stessi che minacciano di ricorrere a delocalizzazioni e all’uso di manodopera non italiana accampando il nostro alto costo del lavoro. A Italia Viva, alle destre e ai 5Stelle, la sinistra, quella vera, insieme a lavoratori, disoccupati e pensionati dicono che a loro basta e avanza il tetto di 1000 € contanti. Si tratta di una somma che per tanti di loro è superiore al reddito netto mensile. Voi fate la lotta in parlamento e noi la faremo nelle piazze insieme ai sindacati per recuperare circa 100 miliardi di evasione l’anno, sufficienti a ridurre al 15% le tasse su lavoro e le pensioni medio-basse. Per noi lavoratori e i pensionati che rappresentiamo la maggioranza degli italiani è insopportabile l’IRPEF dal 23% al 43% mentre il governo Salvini-Di Maio ha introdotto la flat tax al 15% per le partite IVA fino a 65 mila € l'anno.
Così come è insopportabile la cosiddetta cedolare secca, addirittura al 10%, su affitti e canoni per la proprietà immobiliare. Lotteremo contro i tanti Renzi, Salvini, Meloni e Berlusconi che si nutrono di interessi discriminatori e dei privilegi di ricchi e classe media. Ci batteremo per ridurre le diseguaglianze fiscali, sociali e territoriali e per recuperare sufficienti risorse che facciano ripartire una compatibile capacità produttiva e la piena occupazione anche attraverso un piano straordinario per la manutenzione e la produzione di nuove infrastrutture in zone svantaggiate e abbandonate.



Lunedì 04 Novembre,2019 Ore: 18:41
 
 
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