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www.ildialogo.org LA MINISTRA BONGIORNO E I TESTI PSICOLOGICI AI MAGISTRATI,di Augusto Cavadi

LA MINISTRA BONGIORNO E I TESTI PSICOLOGICI AI MAGISTRATI

di Augusto Cavadi

Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autore che ringraziamo, dal suo blog Augustocavadi.com
"REPUBBLICA - PALERMO"
2.3.2019
“Repubblica – Palermo”
2.3.2019
TEST PSICOLOGICI AI MAGISTRATI: A QUALI CONDIZIONI ?
Per diventare magistrato non bastino più gli esami sulle nozioni di diritto, ma si superi anche un test psicologico. Non sappiamo se la proposta della ministra palermitana Giulia Bongiorno, lanciata da alcune settimane nel corso di un intervento presso la Scuola di formazione politica della Lega, a Milano, resterà un’opinione affidata ai vortici delle agenzie di stampa o diventerà una proposta di legge vera e propria. I precedenti non mancano, ma la riforma in questa direzione voluta, all’inizio del nostro millennio, dal ministro Castelli non è stata mai attuata. Certo, il contesto in cui viene formulata – proprio quando il governo in carica delegittima l’azione giudiziaria ricorrendo strumentalmente all’immunità parlamentare proprio per difendere il leader politico della Lega – difficilmente sarebbe potuto essere più infelice. Ma, al di là delle contingenze storiche, che pensare della proposta?
Direi che – come riconosciuto anche da alcuni magistrati – non è per nulla irragionevole: chi ha in mano un potere così forte sulla vita dei concittadini non può essere solo un tecnico del diritto, senza maturità umana ed equilibrio piscologico. Essa, però, può essere elaborata in maniera affidabile solo se tiene lucidamente e concretamente conto di un limite e di un pericolo.
Il limite è che non può riguardare solo i magistrati, ma deve contemporaneamente coinvolgere tutti i funzionari statali con responsabilità analoghe: mi riferisco ai dirigenti e ai medici del sistema sanitario nazionale; ai vertici delle burocrazie ministeriali, regionali e comunali; ai dirigenti scolastici e ai docenti di ogni ordine e grado…Tutti noi abbiamo incontrato nella vita personaggi fortemente disturbati, incapaci di relazioni umane appena decenti, che – abusando della propria fetta di potere – sono stati in grado di rovinare la serenità delle squadre che avrebbero dovuto coordinare e pregiudicare i diritti elementari degli utenti. Non c’è nessuna ragione plausibile per sostenere che un pretore narcisista e capriccioso provochi più danni di un chirurgo superficiale e demotivato o di una maestra che maltratti e picchi generazioni di bambini affidatele. 
Il pericolo, poi, da cui ogni proposta di filtro psico-attitudinale dovrebbe rigorosamente proteggere i candidati a funzioni socialmente delicate è l’arbitrarietà (per incompetenza o per corruzione) con cui gli psicologi potrebbero svolgere il compito di selezionatori. Anche questo è un aspetto di cui si parla poco o nulla, nonostante l’esperienza scandalosamente frequente nei settori in cui il filtro è già in opera. Quanti sono i ragazzi e le ragazze che, dopo aver brillantemente superato le prove sia culturali sia fisiche, per accedere ai ranghi delle Forze dell’ordine, sono bloccati ai colloqui psico-attitudinali? Ho conosciuto decine di questi casi. Ammetto che, in qualcuno di essi, mi sono potuto sbagliare: ma escludo che la mia valutazione psico-pedagogica sia stata sempre errata e che la valutazione, di segno opposto, delle commissioni esaminatrici sia stata sempre corretta. Purtroppo è un campo in cui le possibilità di successo di un ricorso legale sono assai vicine allo zero. Tuttavia che proprio l’arruolamento in settori delicatissimi della struttura statale si presti a comportamenti che sono, o possono sembrare, condizionati da “segnalazioni” e “pressioni” improprie è davvero scoraggiante. Chi valuta i valutatori? In tanti decenni di storia repubblicana si è mai verificata una punizione esemplare per uno psicologo che abbia truccato le carte nell’esercizio di una funzione delicatissima e, praticamente, incontestabile? 
Se non si sciolgono questi nodi, già dolorosamente effettivi, qualsiasi proposta di vaglio psico-attitudinale in altri ambiti professionali non può non suonare come ingiuriosa o minacciosa. 
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com



Domenica 03 Marzo,2019 Ore: 17:33
 
 
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