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www.ildialogo.org Il paradosso cattolico dell’azione politica di Matteo Salvini: molto bravi cattolici ma molto poco cristiani.,di Adriano Sella

Il paradosso cattolico dell’azione politica di Matteo Salvini: molto bravi cattolici ma molto poco cristiani.

di Adriano Sella

Cari amici e care amiche,
voglio condividervi un testo che ho scritto sul paradosso cattolico dell'azione politica di Matteo Salvini, facendo emergere due situazioni: è vero che la Lega di Salvini ha aggregato tanti cattolici ma è anche vero che ha  risvegliato l'altra parte dei cattolici che non sono per niente d'accordo e che si stanno mobilitando in varie forme; il secondo dato che emerge è la dicotomia religiosa: molto bravi cattolici ma molto poco cristiani.
Oltre a constatare il fallimento del nostro cattolicesimo, faccio emergere anche tanti  segni di risveglio e di speranza per un cristianesimo intriso del Vangelo di Gesù Cristo.
Ve lo metto sotto e anche in allegato tutto il testo. Buona lettura.
Un saluto e un augurio di pace e giustizia.
Adriano 
Il paradosso cattolico dell’azione politica di Matteo Salvini:
molto bravi cattolici ma molto poco cristiani.
L’azione politica di Matteo Salvini e della sua Lega nei confronti del problema delle migrazioni forzate sta portando il mondo cattolico italiano alla sua divisione interna: da una parte chi si sente d’accordo e lo sostiene nella politica dei respingimenti, dall’altra chi s’indigna e si mobilita a vari livelli per l’accoglienza.
Le divisioni stanno avvenendo anche nelle comunità parrocchiali, fino al punto che alcune persone escono dalle Messe nel momento che il sacerdote fa pregare per la sofferenza degli immigrati e per chiedere accoglienza umana. Un padre missionario mi ha comunicato di aver invitato con schiettezza la gente ad uscire, come hanno fatto alcuni cattolici in altre Chiese, se non voleva sentire l’importanza del messaggio sull’accoglienza dei profughi della nave Diciotti. Inoltre, aveva dichiarato di non avere paura di dire quello che il Vangelo di Gesù Cristo ci chiama a fare e che lui, come missionario sacerdote, si schierava dalla parte del Vangelo che accoglie e non respinge. Con sua sorpresa, nessuno è uscito da quella Messa.
Il reportage “Vade Retro Salvini” di Famiglia Cristiana, che sottolineava il mandato evangelico di Gesù a Pietro di camminare dietro a lui senza la pretesa di indicare la strada al maestro, ha avuto reazioni contrapposte: appoggio da una parte e disapprovazione dall’altra per avere attaccato la politica di Salvini.
Questa divisione del mondo cattolico sembra inevitabile perché viene generata da una questione fondamentale: il modo di essere cristiani oggi secondo il Vangelo di Gesù Cristo e non secondo le nostre logiche perbenistiche ed egoistiche. Si tratta di una opzione evangelica: o scegliamo la radicalità del Vangelo che ci chiama alla bellezza dell’amore verso tutti e soprattutto verso i poveri, oppure lo annacquiamo con le nostre volontà di pancia che generano indifferenza, paure e politiche di chiusura e di respingimento.
Capisco la difficoltà di molti nel comprendere cosa bisogna fare di fronte a questo fenomeno dell’immigrazione, per non cadere nell’assistenzialismo e neppure nel respingimento. Comprendo la titubanza di tanti altri sull’accoglienza dei migranti come unica strada da percorrere. Come pure è comprensibile la rabbia della gente quando gli immigrati commettono dei crimini, anche se non sono i soli a compierli. Faccio mia la difficile ricerca di come rimuovere le cause strutturali delle migrazioni forzate, in modo da aiutarli davvero nelle loro terre dove possono vivere con dignità. Ma non posso accettare la chiusura di chi fa addirittura barricate per non accogliere chi è già qui, dopo un lungo e tormentato viaggio fatto anche da molte torture in Libia. Non posso accettare il qualunquismo che porta a vedere tutti gli immigrati dei criminali. E mi vergogno di tanti italiani che diffondono, via social network o nei bar, veleni contro gli immigrati dimostrando un'indifferenza che questa sì fa davvero paura, fomentando il razzismo e la xenofia.
Tutto questo mi porta a constatare la differenza tra il cristianesimo e il cattolicesimo che è in atto, facendo emergere l’ipocrisia dei bravi cattolici ma che purtroppo sono poco cristiani. E mi porta alla conclusione che alla fine abbiamo fallito, perché abbiamo formato dei cattolici che sono molto poco cristiani. Cattolici che vanno sì a Messa, si confessano e pregano, dicono il rosario, ma poi fuori dalla Chiesa calpestano gli altri, soprattutto i più fragili, spargono veleni sugli stranieri, respingono non solo gli immigrati ma anche i diversi, danneggiano e inquinano l’ambiente senza scrupoli. E soprattutto non vogliono assolutamente cercare di capire qual’è la strada da intraprendere secondo il Vangelo. Allora, dobbiamo avere il coraggio di dire chiaramente che questi sono molto poco cristiani, anche se sono dei bravi cattolici. Come ha fatto un parroco di un grande paese vicentino, dominato dalla Lega di Salvini, che ha osato leggere dal pulpito un forte documento pro-accoglienza del movimento “Pax Christi”, alla fine dell’omelia che aveva fatto di stampo profetico dettato dal Vangelo. “Commentando il Vangelo, ho chiesto ai mie parrocchiani se loro preferiscono camminare a testa alta pur rischiando di prendere colpi o se invece, davanti ai problemi si piegano con la faccia a terra”, ha dichiarato il sacerdote al Giornale di Vicenza.
Ci troviamo nella stessa situazione, per la quale i missionari in Africa dovettero amaramente constatare, tempo fa, il fallimento del cristianesimo a causa del fenomeno che si era diffuso di guerre fratricide tra etnie. Oppure quel sanguinoso conflitto fratricida, terminato appena nel 2000, in Irlanda del Nord tra cattolici e anglicani. Si è trattato davvero del fallimento del cristianesimo sigillato da cristiani che si ammazzavano. Proprio il contrario del Vangelo di Gesù Cristo.
Tuttavia, ci sono dei segni di risveglio e di speranza. C’è una Chiesa dal basso, formata da cristiani e famiglie che sono mossi dalla riscoperta del Vangelo di Gesù Cristo, da piccole comunità cristiane che vogliono autenticità evangelica, da movimenti ecclesiali per nuovi stili di vita, da preti di strada e laici delle periferie esistenziali, da missionari religiosi e laici per la giustizia e la pace. Tutti questi si stanno mobilitando, da tempo, lottando e formando una nuova coscienza cristiana, seguendo i binari della giustizia, della pace, dell’amore, della solidarietà intelligente.
Alcune azioni e mobilitazioni recenti lo dimostrano: Una Maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità, Il Digiuno di giustizia in solidarietà ai migranti, la Mobilitazione di accoglienza ai migranti della nave Diciotti arrivati a “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, manifestando con coraggio la distanza da Casa Pound che protestava per non volerli. Tutte queste azioni, e tante altre non apparse sulle testate dei mass media, stanno anche mettendo insieme questi cristiani con tante realtà della società civile organizzata per il bene comune globale. Ma ci sono anche varie diocesi con le loro realtà ecclesiali e pastorali diocesane, in prima fila le Caritas, che sentono fortemente la chiamata del Vangelo all’accoglienza intelligente. La dimostrazione è stata la disponibilità di tante diocesi ad accogliere i migranti della nave Diciotti. Abbiamo anche sempre più parroci che hanno il coraggio di osare la solidarietà e sempre più vescovi che non hanno paura di denunciare l’indifferenza e di indicare la strada del Vangelo. Come pure la Conferenza Episcopale Italiana che sembra essere uscita dal letargo e finalmente comincia ad avere parole profetiche dettate dal Vangelo. In questi mesi abbiamo letto messaggi e discorsi, profetici e illuminanti, di vari vescovi che sono davvero pastori. E poi abbiamo la profezia di papa Francesco che è un grande faro per indicare la strada della convivialità delle differenze, come ci amava testimoniare il grande vescovo dei poveri don Tonino Bello.
Avrei desiderato che il ministro degli Interni fosse salito sulla nave Diciotti per incontrare quei migranti, averli guardati negli occhi e aver ascoltato il loro grido, nel sentire le storie che poi hanno raccontando alle persone che li hanno accolti del “Mondo Migliore” di Rocca di Papa. Storie di grande miseria, sofferenza e addirittura di tortura. Se fosse accaduto questo incontro a tu per tu, Matteo Salvini avrebbe capito finalmente perché sono stati costretti a fuggire e quali sono anche le nostre responsabilità. Visto che stiamo trattando l’Africa come il nostro grande orto, dove possiamo prendere tutto quello che vogliamo a basso prezzo e pagando salari da fame, corrompendo i loro governanti in modo che possano dare priorità ai nostri interessi e solo briciole alle loro popolazioni. Loro sì dovrebbero dire: prima ai nostri Africani e poi alle vostre multinazionali. Allora, il ministro degli Interni avrebbe capito come rimuovere le cause strutturali di queste migrazioni forzate, superando sì il buonismo che lui tanto critica, ma anche il respingimento che lui tanto desidera.
Oso affermare che l’azione politica di Salvini sta risvegliando le coscienze di tanti nostri cattolici e anche dei nostri pastori, per poter finalmente uscire dal perbenismo e dall’ipocrisia di un cattolicesimo che chiude la porta all’accoglienza e alla solidarietà intelligente. É il paradosso cattolico della politica della Lega che non solamente ha aggregato tanti cattolici ma ha anche risvegliato tanti altri cristiani che hanno il coraggio di dire no, anche suoi pulpiti delle Chiese, a questa politica leghista. La Storia della Chiesa ci racconta che quanto più i popoli vengono oppressi, soprattutto i poveri, tanto più la Chiesa diventa vera e autentica, come quella del Vangelo di Gesù Cristo.
È quello che sta accadendo. Di fronte alla indifferenza per gli altri, alla chiusura verso gli immigrati, al respingimento di tutti i diversi; c’è una realtà silenziosa che sta crescendo, disposta sempre più a gridare giustizia e pace, anche nel proprio quotidiano e senza i riflettori dei mass media, per poter raccontare l’amore di un Dio che si è fatto povero e che privilegia i più piccoli, perché sono indifesi e fragili.
Siamo agli albori di un nuovo cattolicesimo che finalmente ritorna ad abbracciare il Vangelo di Gesù Cristo che trabocca di amore per tutti, senza escludere nessuno, generando vita in abbondanza per tutte le creature e facendo dei popoli della terra una grande comunità umana e divina nella bellezza e ricchezza delle diversità.
Adriano Sella
(educatore, scrittore e conferenziere dei nuovi stili di vita, missionario laico per la cura del creato,
coordinatore delle Reti nazionali Nuovi Stili di Vita)



Giovedì 06 Settembre,2018 Ore: 23:15
 
 
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