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www.ildialogo.org Classe politica e classe dirigente: la vera questione meridionale,di Nino Lanzetta 

PUNTI DI VISTA
I MALI DEL SUD

Classe politica e classe dirigente: la vera questione meridionale

di Nino Lanzetta
 

Siamo nel mezzo di una crisi gravissima che ha messo in ginocchio il Sud e la nostra presunta classe politica e dirigente irpina, con la quale dobbiamo fare i conti tutti i giorni, ancora cincischia, parla d’altro, si posiziona, fa il gioco delle tre carte, passa da un partito all’altro, si affretta a salire sul carro del vincitore, mena cioè il can per l’aia nella prosopopea di continuare a prendere in giro la gente senza alcun timore del ridicolo e della rabbia popolare. Come altrimenti spiegare lo stato di afasia che sembra colpire anche autorevoli commentatori politici ed intellettuali che continuano ad andare appresso a formule politiche, espressioni letterali: concetti che sono stati l’essenza della politica della cosiddetta prima repubblica? Andiamo ancora alla ricerca del “centro” come dell’Eldorado, a come far rivivere la DC come se la storia si fosse fermata ed il mondo fosse ancora quello di prima della globalizzazione!
Leggendo lo scioccante pamphlet di Stella e Rizzo “ Se muore il Sud” ti prende un colpo allo stomaco e vuoi smetterne la lettura ma la curiosità di andare comunque avanti ti prende e continui a stare male. Il capitolo sullo scempio di Pompei ed in genere di gran parte dei beni culturali grida vendetta al cospetto di Dio e faceva dire già nel 1776 allo scrittore francese : “ Ma in quali mani, gran Dio”. Da allora la classe politica e dirigente è ancora progressivamente peggiorata e la realtà è impietosamente sotto gli occhi di tutti, basta vedere come è stato stravolto ad esempio il litorale domizio. Stella e Rizzo amano il Sud e non sono certo leghisti! Non perché quelle cose che raccontano non le conoscevi, ma perché non avevi mai provato a metterle insieme per averne il senso di una dirompenza che ti lascia sgomento. Che dire se con ribadire, fino alla noia, che invece di piangerci addosso, di protestare di fare le vittime, di vedere complotti e congiure, lambiccare teorie neo borboniche, sentire politici prendersela con il governo centrale, senza fare mai un’autocritica e cavalcando tutte le stagioni, rimanendo sempre a galla e rimproverando gli altri. Dovremmo trovare il coraggio di prendere finalmente coscienza che la maggior parte della colpa che il Sud, e per quanto ci riguarda più da vicino, l’Irpinia è in fase preagonica è soprattutto nostra, della nostra classe politica e dirigente che ne è diretta espressione. Che un corno della questione meridionale è l’incapacità, la cinica supponenza, l’autoreferenzialità della classe dirigente che ha sempre anteposto i suoi interessi a quelli della comunità, condizionando gli elettori a dar loro la rappresentanza con l’inganno, il clientelismo, l’imbroglio delle chiacchiere. Abbiamo dato retta a troppi geni politici, a troppi salvatori della patria, dirigenti, sindacalisti, manager pubblici e privati che si auto promuovevano ed ancora, purtroppo, continuano a farlo senza tema del ridicolo e senza rendersi conto di aver perduto completamente ogni credibilità.
E quello della credibilità è il vero motivo che spinge, non solo i grillini, a pretendere il tutti a casa. Eppure ” il problema del mezzogiorno – come scrive Giacomo De Girolamo, uno del sud, citato nel libro – non è la mancanza di risorse. Al contrario. Ci sono troppe risorse, mal distribuite, che non vengono utilizzate per fini di sviluppo, a beneficio della collettività, ma per gli interessi di pochi, di coloro che si muovono con scioltezza in quella terra di mezzo che rappresenta il confine tra lecito e illecito”. E questo, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti, che, però, continuiamo a tener chiusi! Fin quando non manderemo a casa gran parte della nostra classe politica, di tutti i partiti, e gran parte della classe dirigente, non potrà iniziare il riscatto del sud. Questa è la prima vera questione meridionale che dobbiamo risolvere.
Nino Lanzetta



Lunedì 16 Dicembre,2013 Ore: 16:32
 
 
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