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www.ildialogo.org La voce del padrone.,di Giorgio Langella

La voce del padrone.

di Giorgio Langella

29 settembre 2013
Infine Berlusconi ordina ai suoi ministri-vassalli di dare le dimissioni e, questi, le danno. Dopo fanno alcuni distinguo insignificanti, qualche protesta a mezza voce, qualche blanda critica. Una squallida maniera di tergiversare tenendosi aperte tutte le porte possibili. La sostanza è che questi mediocri personaggi rispondono affermativamente al comando del capo senza nessun orgoglio, sintomo della totale sudditanza di questi sedicenti politici di fronte al loro “proprietario”. Sono personaggi che, evidentemente, sanno di essere “servi” di qualcuno. E quel qualcuno non è uno statista carismatico, è Silvio Berlusconi, imprenditore “prestato alla politica” e condannato dopo tre gradi di giudizio per frode fiscale ai danni dello Stato. Un pregiudicato al quale viene lasciata qualsiasi libertà di fare e disfare, sparlare e ridicolizzare il paese. La questione delle tasse e dell'aumento dell'IVA, richiamata con palese menzogna da quel Berlusconi che notoriamente è solito ad affermare il falso, non centrano nulla. La causa delle dimissioni è solo e unicamente il salvataggio del proprietario del PDL che si trasformerà in Forza Italia.
Il problema non è la caduta del governo “delle larghe intese” che è non solo inutile ma, soprattutto, dannoso. Il vero problema è come questo crollo avviene e il motivo per il quale accade. La confusione tra governo del paese e vicende private di un pregiudicato è la grande emergenza italiana. È quella “questione morale” che sta distruggendo il tessuto democratico del paese da oltre vent'anni. Prima con le imprese del condannato e latitante Bettino Craxi e, quindi, con quelle del condannato Berlusconi.
Stiamo vivendo una fase oscura della storia democratica della nazione. Una fase dove trionfa una politica di infimo livello, frutto di mille compromessi ricercati e fortemente voluti da personaggi improponibili e da un presidente della repubblica che travalica i propri compiti costituzionali. È il culmine di un periodo dove la confusione di ruoli e di obiettivi ha permesso il proliferare di quegli interessi personali e affaristici che hanno distrutto la politica onesta.
È il fallimento morale di una nazione dovuto all'assenza della Politica di livello, cancellata dalla visione opportunistica del governo a qualsiasi costo. Un governo ridotto a pura amministrazione dell'esistente, senza prospettive di reale sviluppo.
Siano chiare le responsabilità di quello che sta accadendo. Di Berlusconi e del partito del quale è proprietario in primo luogo. Poi di Napolitano che ha voluto prima il governo Monti e poi quello delle “larghe intese”. E del PD che ha accettato qualsiasi “suggerimento” (leggi “ordine”) del presidente della repubblica e ha governato con il condannato di Arcore, subendone le direttive e i capricci.
Senza linea politica, con nessuna prospettiva. Tentando di galleggiare.
Giorgio Langella
 


Lunedì 30 Settembre,2013 Ore: 08:30
 
 
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