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www.ildialogo.org Fede e politica: opinioni a confronto,di ALESSANDRO ESPOSITO

Fede e politica: opinioni a confronto

di ALESSANDRO ESPOSITO

Dal blog di Micromega

aespositoIn un precedente intervento su questa rubrica, redatto in data 23 aprile, avevo espresso meraviglia per il fatto che uno stimato lettore manifestasse stupore in merito alla trattazione di tematiche, diciamo così, di natura «esistenziale» su questa rivista. Oggi è mia intenzione commentare una reazione speculare, apparsa sul sito www.valdesi.eu (della cui redazione forma parte integrante il senatore della Repubblica Lucio Malan), nella quale viene espresso, del tutto legittimamente, un garbato disappunto circa il fatto che un mio articolo di contenuto squisitamente politico, dedicato alla mancata elezione del professor Rodotà alla presidenza della Repubblica, figurasse sul sito della chiesa di cui sono pastore (www.chiesavaldesetrapani.com). Vorrei svolgere alcune considerazioni nel merito ed effettuare alcune puntualizzazioni in ordine alle critiche rivoltemi.

Inizio col dire che l’articolo in oggetto è stato da me redatto per MicroMega e che pertanto, come correttamente rilevato dai miei critici, figura nella sezione «articoli dai giornali» presente sul sito della chiesa. Ora, come è noto, su MicroMega si scrive e si discute, anche, di politica: di norma lascio che a farlo, con una competenza di gran lunga superiore alla mia, siano le grandi firme che collaborano con la rivista. In rare occasioni provo ad esprimere un parere circostanziato in ordine ad una questione puntuale, come è avvenuto, per l’appunto, nel caso della mancata elezione di Rodotà.

A tale proposito i miei critici esprimono le loro riserve circa il fatto che io svolga, in tal modo, attività politica, peraltro dichiarando esplicitamente la mia appartenenza ad un’area specifica. Ora, il fatto stesso che io collabori con MicroMega rappresenta, senza alcun dubbio, una scelta di campo, che immagino fosse nota al senatore Malan anche prima che io la esplicitassi. In seconda istanza, è senz’altro vero che mi occupo di politica, ma tengo a precisare il fatto che lo faccio da cittadino e senza rivestire in tal senso alcun incarico, nel qual caso cesserei immediatamente di svolgere il ministero pastorale in seno alla chiesa valdese. Ciò detto, però, mi preme soffermarmi su una questione che reputo di primaria importanza e che riguarda la relazione, invero assai complessa, tra fede e politica: per utilizzare un linguaggio caro all’amato Kant, tra queste due sfere dell’esistenza, una personale e l’altra pubblica, sarebbe opportuno che sussistesse un rapporto di distinzione, sebbene non di separazione.

Provo a spiegarmi meglio: nell’ipotesi secondo cui tra fede e politica debba intercorrere una relazione di assoluta e reciproca estraneità io ravviso più rischi che benefici: e intendo, inutile dirlo, rischi per una fede che, inevitabilmente, verrebbe in tal modo a trovarsi rinchiusa entro il perimetro asfittico dell’autoreferenzialità e della (presunta) autosufficienza, che è poi il carattere conferitole dal suo rigido confinamento nell’ambito ecclesiastico. Ironia della sorte, le chiese in quanto istituzioni sono poi quelle che più finiscono per occuparsi di politica, sia pure nel senso deteriore del termine: di qui il sospetto che esse nutrono nei confronti di quante e quanti riflettono in coscienza e libertà sul rapporto che intercorre tra il messaggio di Gesù di Nazareth e la realizzazione (concreta, attuale) di relazioni umane improntate all’equità e alla giustizia sociale ed economica.

Ora, come detto, alcune rettifiche in ordine al modo, non sempre preciso, in cui i miei critici riportano le mie affermazioni. Essi, in un passaggio del loro articolo, sostengono che io abbia definito come uno «scandalo la scelta in parlamento di un candidato al posto di un altro per la presidenza della Repubblica».

Ebbene, non è così, poiché, in verità, io ho definito come scandalo, e lo ribadisco, «l’inescusabile ostracismo del Partito Democratico nei riguardi dell’esimio giurista»: la mia intenzione non era, difatti, quella di delegittimare il Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni, bensì quella di rilevare l’incomprensibile ed ingiustificabile (si tratta, va da sé, della mia opinione) atteggiamento di un partito che, in merito al suo gesto sconsiderato, non ha fornito alcuna spiegazione degna del nome al suo elettorato (dunque, dacché non è più – se mai lo è stato – un segreto, neanche a me).

Inutile dire, credo, che chiunque si riconosca in opinioni politiche differenti da quelle testé menzionate non è in alcun modo invitato, nemmeno implicitamente, ad uscire dalla comunione delle chiese valdesi e metodiste, in seno alle quali, lo ricordo, vige il libero confronto tra le idee che si fonda sul mutuo rispetto degli interlocutori, il quale deve trovare espressione nei contenuti del dialogo, così come nei toni in cui esso viene condotto.

Un’ultima precisazione in ordine al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso da parte dello Stato. Anzitutto, vorrei sottolinearlo, si tratta dell’esempio portato da Rodotà e non preso a pretesto da me. Ciò detto, mi pare sia difficile negare che l’assenza, in merito, di qualsivoglia riconoscimento giuridico rappresenti, così come sostiene il grande costituzionalista, la violazione di un diritto fondamentale della persona che, in altri Paesi, europei e non, ha trovato una risposta proprio in seno al dibattito e alla risoluzione parlamentare. In tal senso, coloro che io ho definito «ostaggi di moralisti e benpensanti» non sono quanti non intendono riconoscere quello che, lo ripeto, rappresenta un diritto civile inalienabile, ma siamo, piuttosto, tutte e tutti noi che, pur riconoscendoci in una formazione politica che si definisce laica, constatiamo la sua effettiva sudditanza nei confronti delle direttive vaticane. Che poi tali direttive siano condivise anche da alcuni esponenti del mondo laico è cosa, a dire il vero, che fa assai poco onore alla laicità: ma anche in questo caso, onorevole Malan, si tratta – va da sé – di un’opinione personale.

Alessandro Esposito – pastore valdese

(5 maggio 2013)




Venerdì 10 Maggio,2013 Ore: 21:00
 
 
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