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www.ildialogo.org Perché non lascio  il PD,di   Rosario Amico Roxas

Perché non lascio  il PD

di   Rosario Amico Roxas

Sia chiaro, non lascio il PD, nonostante tutto ciò che è accaduto e che ancora accadrà.

Quando la nave vacilla, sono i topi che scappano, incapaci di suggerire manovre idonee alla ripresa del viaggio. So bene che ci sono ammutinati, ci sono anche pirati infiltrati al servizio della nave pirata che insegue a vista, ci sono anche pavidi insoddisfatti del rancio e vorrebbero potersi sedere in una tavola meglio imbandita, ma si tratta del campionario presente un po’ ovunque che cerca la via della sopravvivenza non avendo altre vie percorribili.

Vedo nel PD il solo partito che potrà coniugare gli ideali nei quali credo: libertà, democrazia, solidarietà,; in pratica un partito socialdemocratico che guarda al Centro liberale alla ricerca di una nuova impostazione della politica, saldamente ancorata nella socialdemocrazia, capace di equilibrare i contributi della sinistra (purchè non massimalista) e del centro liberale (purchè mai liberista)

Innanzitutto la netta separazione tra l’idealismo politico e il pragmatismo economico; due valori distinti e separati dove l’economia non può aspirare a esercitare un ruolo ideale.

Il pragmatismo economico non possiede un itinerario univoco, ma variabile, rispondendo alle esigenze mutevoli dei tempi, ma ad indirizzare i cambiamenti e gli adattamenti, deve essere l’idealismo politico, con i suoi principi in fase evolutiva ma non contraddittoria. Gli elaboratori dell’economia e del suo divenire, se privi di principi ideali, sono sempre tentati dagli interessi personali o di casta o corporativi, penalizzando le fasce più deboli, mancando ogni sensibilità sociale e ogni forma di solidarietà sociale.

Stiamo assistendo a una rivoluzione interna nel PD, con dimissioni dei quadri dirigenti, consapevoli di avere affrontato la difficile realtà con leggerezza; fa da contraltare l’atteggiamento della destra, dove nessuno si è mai dimesso, neanche dopo condanne penali passate in giudicato, o per inchieste penali anche infamanti, anzi, spesso salvati dalla galera dal medesimo partito che ne ha evitato l’arresto in forza di una legge scritta, votata e approvata proprio dai medesimi che ne hanno ottenuto la difesa.

In questo bailamme di parole in libertà, di ammutinamenti, si sta verificando ciò che tutti auspichiamo, e cioè una rigorosa selezione dei componenti l’equipaggio, per non imbarca, nel futuro, quei personaggi che si sentono topi di una nave vacillante.

Ma ci sono anche personaggi che hanno remato a favore di vento, affiancando la nave nelle sue difficoltà, che il PD dovrebbe imbarcare per avere gente di sicura coerenza che non temono i marosi.

Gente che, pur in uno schieramento di alleanza non ha temuto di dichiarare il proprio disaccordo su scelte che si sono dimostrate sbagliate.

Gente come Bruno Tabacci che in questo frangente ha scelto la prudente regola del silenzio, in attesa di chiarimenti interni, ma certamente con la disponibilità di incoraggiare innanzitutto la base del PD a restituire credibilità e rigenerare una classe dirigente capace di interpretare le esigenze del Paese.

Rosario Amico Roxas




Martedì 23 Aprile,2013 Ore: 07:16
 
 
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