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www.ildialogo.org NON CI SALVERA' LA TECNOLOGIA,di Ernesto Miragoli

NON CI SALVERA' LA TECNOLOGIA

di Ernesto Miragoli

(11.3.13)

Vorrei uscire dal contingente che ci pone cogenti problemi che sembrano insormontabili, per proporre ai miei lettori una riflessione che vado facendo da tempo e che forse può servirci per non lasciarci prendere dalle fole del momento che ci preoccupano su chi sarà il nuovo papa, su quale governo possiamo contare e come sarà il nostro domani.
Penso che siamo al crepuscolo delle tradizioni e che da troppo tempo la globalizzazione e la tecnologia abbiano messo in soffitta valori come la Politica, la Religione, la seria Economia (intesa in senso globale).
Non voglio esternare una riflessione filosofica che potrebbe essere un po' noiosa, ma solo pensare a questa "tecnica" che si arroga da un po' di anni la guida del mondo e ci fa essere sempre più fragili e più soli.
Parto da un po' lontano. Le Tradizioni (cioè la Politica, la Religione, l'Economia) avevano dei limiti: gestite dai pochi (praticamente da un'oligarchia) offrivano sicuri principi e sicuri orientamenti ai quali il popolo, perlopiù, si adeguava. In questo modo si sono costruite intere classi sociali e si è andati avanti per secoli. Chi voleva contestare i modelli, da una parte di poneva "fuori" dalla società (pensiamo alle rivoluzioni), dall'altra - però - aveva basi su cui discutere ed era obbligato a fare proposte diverse.
Non andava bene una politica incentrata sulla monarchia? Bene. Si potevano proporre altri modelli politici fino all'anarchia.
Non andava bene una religione di tipo cattolico? Bene. Si poteva proporre un'altra religione, fino all'ateismo (che è anch'esso una forma di religione).
Non andava bene un'economia di tipo capitalistico? Bene. Si poteva proporre un sistema economico di tipo socialista.
Con la globalizzazione si è capovolto tutto, senza sostituire nulla. Ho già riferito in altri articoli, di un Presidente di una Camera di Commercio che da me intervistato in proposito, mi rispondeva gaio e un po' pressapochista:"E' la globalizzazione!" (e per fortuna non ci ha aggiunto il solito "bellezza"!, forse perché non sono bello). La globalizzazione ha sconvolto l'economia tradizionale e ha scatenato una corsa pazza ed incontrollata che ora appare ingovernabile. Siamo arrivati al punto che non sappiamo più che strada percorrere per far riprendere un'economia asfittica, che appariva florida solo fino a tre anni fa, che si fondava su prodotti finanziari anziché sulle solide basi che proponeva il capitalismo in perenne lotta con il socialcomunismo. E siamo in pappa. In una pappa talmente paludosa che ogni giorno di più ci fa affondare in sabbie mobili soffocanti. Il nostro denaro - quando c'è - vale sempre di meno; i nostri beni immobili - quelli che ci hanno lasciato i nostri vecchi - sono sempre più svalutati e ci inventiamo leggi (come quella sul risparmio energetico) per valutarli un poco di più, ma non sappiamo quanto e, soprattutto, fino a quando.
La tecnologia ci ha portato a correre verso mete sempre più nuove. Le automobili hanno il computer di bordo, con il risultato che se non si apre il bagagliaio si debbono spendere centinaia di euro per cambiare una centralina. Il computer (mezzo assolutamente necessario) è diventato strumento per far soldi: programmi sempre più sofisticati rendono obsoleto un computer di pochi anni di vita. Non m'addentro nella bailamme dei cellulari, degli I-Pod, I-Phone, I-Touches, I-Pad. Strumenti utili, certamente, che ci mettono in comunicazione just in time con il mondo, ma ci fanno comunque sentire troppo soli proprio perchè siamo nella miriade delle genti e, quando abbiamo un problema, non troviamo uno straccio di amico con cui parlare perché, mentre lo facciamo, quello smanetta sull'I-Phone o riceve la telefonata a cui "non può non rispondere".
La globalizzazione e la tecnologia non ci hanno aiutato a superare quegli ostacoli che abbiamo trovato nelle vecchie Tradizioni che, purtroppo molto rapidamente, abbiamo affossato illudendoci di aver trovato un sostituto.
Che fare?
Buttare a mare globalizzazione e tecnologia?
Errore! Non si deve mai eliminare quel che è una parte di noi, della nostra società, del nostro modo di essere. Si deve prendere atto dei limiti di questi due elementi che prepotentemente hanno segnato questa parte del nostro secolo.
Presone atto, occorre tornare alla ricerca di un concetto di salvezza che deve forzatamente trascendere Globalizzazione, Tecnologia, Politica, Economia e Religione.
Sarò tradizionalista, ma credo che la risposta si debba cercare ancora nell'Uomo, inteso come "artefice della propria fortuna" (suae quisque fortunae faber, dicevano i latini). Un Uomo che è l'origine di tutte le Politiche, le Tecnologie, le Globalizzazioni, le Economie e le Religioni perché ha in sé una potenzialità che le supera tutte: la ricerca di Trascendenza, la voglia di scoprire qualcosa dentro si sé (come dicevano Aristotele, ma anche Hegel) che è al di fuori di sé (come ci ha insegnato Gesù Cristo, Uomo-Dio).



Lunedì 11 Marzo,2013 Ore: 20:26
 
 
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