- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (348) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Moriremo democristiani?,di Lidia Menapace

Moriremo democristiani?

di Lidia Menapace

Buona ultima arrivo io pure, con gli occhi che ho e le dita ancora non del tutto in ordine, a dire la mia sul governo organico di centrodestra.
Lascio da parte deprecazioni e rabbie, sconcerto e vergogne e mi domando piuttosto che cosa ha la Dc per essere così resistente, anche divisa; e che cosa la cosiddetta Sinistra per essere tanto debole anche se ha un patrimonio ancora molto significativo di voti adesioni memorie nostalgie.
Faccio un breve elenco di democristiani dovunque sparsi nelle varie forze politiche di centrodestra e centrosinistra.
Il Pd, storico erede del Pci, del quale é scomparso anche il nome nel linguaggio di quelli che ne provengono, ha dentro di sè, anzi alla propria guida la Bindi erede di Tina Anselmi e della migliore Dc, Letta allievo di Beniamino Andreatta, noto economista proveniente dalla tradizione popolare degasperiana in politica e schumpeteriano in economia, buone scuole, infatti è una persona colta, Franceschini della Margherita, Renzi pure e vagamente fanfaniano come indole, e una serie di giovani deputati/e, senatori/trici di quelli bianchi di pelle e alquanto sovrappeso, come i chierichetti di una volta o ragazze studiate ben vestite e capaci di ripetere con garbo catechismi politici, che quando dicono classe intendono la quarta B, essendo "classe operaia" dizione vietata dalla buona educazione nel Pd, come fosse ormai la peggio parolaccia. Se passiamo a Monti lui stesso, ex allievo del grande Liceo milanese dei Gesuiti, il Leone XIII e cattolico praticante con moglie appresso e Rettore della Bocconi, la più famosa università non di stato. Ma poi e soprattutto Dellai che è stato inventore della Margherita e presidente della provincia speciale autonoma di Trento, ed é figura eminente di Scelta civica , forse il più degasperiano dei politici trentini, fatte le debite sproporzioni. Casini è Dc dichiarato fin dal simbolo, e con lui il partito, sempre alla ricerca di spazio e famoso per saper stare a galla. Se poi si passa a destra Alfano e Formigoni e Lupi e una minore coorte.
Questo fenomeno mi ha sempre incuriosita, ma adesso è di una tale dimensione e durata che ci si deve impegnare alla spiegazione, altrimenti si finisce per incolpare il destino cinico e baro o altre amenità, o il noto carattere italiano doppio e cinico o la tradizione machiavellica passata attraverso la traduzione controriformista della ragion di stato o Guicciardini diventato tengo famiglia, il mio particulare.
Resto convinta che la sinistra ha subito una pesante sconfitta culturale e dalle sconfitte culturali si esce con maggiore difficoltà che da quelle di rapporti di forza. Infatti, quando negli anni cinquanta la classe operaia italiana (che non si trova in natura, ma è una costruzione storica) subì una sconfitta di storiche dimensioni, fu maltrattata, in Fiat esistevano i reparti confino (non ho dimenticato un operaio di Torino che appunto era mandato a spazzare il tetto dello stabilimento, e non poteva accostare gli altri operai nemmeno a mensa, e diceva:"Ho imparato la lingua delle rondini"): sapevano di aver preso un pugno nei denti da non dimenticarsene, ma erano convinti di avere ragione e che la storia andava avanti per loro, avevano una solida formazione e una alleanza internazionale, il sindacato Cgil e l'Urss. Una grande autonomia. Tutto ciò aiutava a resistere ,e a rimontare. Ma oggi la cultura capitalistica è dominante ed egemonizza anche lavoratori e lavoratrici, le idee del padrone e delle sue cattedre universitarie, i suoi giornali e televisioni, passano nelle teste e influenzano e coscienze di chi fa lavori dipendenti e sfruttati. Basta riferirsi alla crisi che non è mai definita crisi globale e strutturale del capitalismo, come è, ma viene rappresentata quasi come un fenomeno naturale misterioso, che ci sovrasta e determina sicché il meglio sarebbe fare novene a Santa Rita, la Santa degli impossibili. Eppure se la crisi è capitalistica sarebbero i capitalisti a dover spiegare come e perché é capitata e se qualcuno deve pagare per ciò.
Senza altri perditempo ricordo sempre l'aureo consiglio di Samir Amin, un grande economista arabo di formazione francese, che ha insegnato a lungo a Parigi alla Sorbona e ora dirige il Forum mondiale delle alternative da Dakar: dice che non si deve voler uscire dalla crisi capitalistica, ma dal capitalismo in crisi.
Per questo il riformismo è out e l'alternativa si impone. Altrimenti la crisi capitalistica lasciata alla sua inerzia non produce la fine di sè stessa, ma la barbarie, come diceva Rosa: a questo punto Socialismo o barbarie. Finora di socialismo nemmeno l'ombra, la barbarie avanza.
Si può resistere, e "mutare lo stato delle cose presenti" diceva Marx.
Come mai? capita che quando le condizioni ti offrono o impongono una via, tu sappia rispondere: Mussolini e
Hitler erano un po' peggio di Berlusconi e noi molto meno preparati/e di oggi. Ma quando serve, ciascuno trova dentro di sè e nell'azione collettiva forze che nemmeno sa di avere. Si può, si deve costruire l'alternativa, non moriremo democristiani.



Giovedì 03 Ottobre,2013 Ore: 17:46
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info