- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (533) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org A 40 ANNI DAL TERREMOTO,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
A 40 ANNI DAL TERREMOTO

di Giovanni Sarubbi

Il 23 novembre dell’80 alle 19.35 mi trovavo a Portici a Viale Ascione. Ero insieme a mia moglie e stavamo per entrare a casa di un amico che ora non c’è più. Sentimmo un boato prolungato che veniva da lontano. Pensammo che fosse esplosa una bomba. Ma dopo un attimo una folla di persone uscì violentemente dal palazzo dove stavamo entrando. Il portone d’ingresso fu abbattuto nel giro di qualche secondo e solo a quel punto ci rendemmo conto che i lampadari del primo piano oscillavano in modo pauroso. Realizzammo subito che era un terremoto. Non abbiamo sentito la scossa ma la sua voce a 130 chilometri di distanza dall’epicentro. E quando anni dopo ho ascoltato la registrazione fatta casualmente da Radio Alfa 102 di Avellino l’ho riconosciuta, era lei, inconfondibile, profonda e dolorosa. Lo stesso suono doloroso che ho riascoltato lo scorso 27 settembre quando a Monteforte c’è stata un’alluvione con colata di fango detriti e massi che ha investito il condominio dove abito. La Terra geme e manda segnali ma noi non sappiamo ascoltarli.
La gente attorno a noi era terrorizzata. I più entrarono nelle auto parcheggiate lungo la strada e partirono a razzo guidati dal terrore cosa che noi non facemmo. Quattro anni prima, nel 1976, avevo vissuto il terremoto del Friuli a Udine e sapevo bene i pericoli che si corrono quando ci si fa prendere dal terrore.
Non c’erano telefonini ne avevamo l’autoradio. Con calma ritornammo a casa fermandoci prima di ogni cavalcavia sotto cui avremmo dovuto passare. Il condominio dove abitavamo non aveva subito alcun danno strutturale. Trovammo solo piatti e bicchieri frantumati a terra. Solo a quel punto sapemmo che c’era stato il terremoto ad Avellino. Insieme a tutti gli abitanti del condominio andammo in aperta campagna e li rimanemmo nelle auto fino al mattino successivo. Vivevamo a Pomigliano e la mattina siamo andati al lavoro per capire cosa dovevamo fare.
Poi le iniziative di volontariato con la CGIL di cui facevamo parte. Il trasporto di generi di prima necessità a Baiano, poi Avellino, poi Romagnano e Buccino in provincia di Salerno.
Romagnano era diventato un paese spettrale. C’erano le facciate delle case ma dietro non c’era più nulla. È impressa nella mia memoria c’è l’immagine di un uomo anziano che viveva in una grotta naturale e non ci fu verso di portarlo via da quella che era la sua casa.
E poi gli incontri che facevamo come CGIL con i comuni. Ricordo quello nel Vallo di Lauro, zona ad alta concentrazione camorristica, dove sentii per la prima volta frasi come quelle che oggi vengono ripetute dalla destra fascio-leghista di questo paese rispetto alla pandemia. “Dateci i soldi e fateci fare a noi”. Volevano soldi e mano libera, senza alcun controllo. E poi c’era qualche sindaco che chiedeva come priorità assoluta la ricostruzione della chiesa inagibile del proprio paese. Si percepiva una grande confusione, un’assoluta impreparazione ad affrontare un qualsiasi tipo di emergenza.
Non ho vissuto il dramma dei morti sotto le macerie e non ho ascoltato le grida di chi chiamava ma che i soccorritori non sono riusciti a salvare. Una ventina di anni dopo ho avuto modo di raccogliere le testimonianze dei volontari della prima ora catapultati in Alta Irpinia senza nulla, senza attrezzature e che hanno ricevuto il cambio dopo una settimana passata a scavare a mani nude, senza un attimo di riposo e a difendersi dai cani che erano letteralmente impazziti per l’odore dei morti che saliva dalle macerie.
A distanza di quarant’anni le costruzioni temporanee ci sono ancora in giro per l’Irpinia. In ogni comune ci sono associazioni di volontariato che fanno protezione civile e che in caso di disastri intervengono. Ma se dovesse esserci un altro terremoto come quello di 40 anni fa cosa accadrebbe? Quanta parte del patrimonio edilizio ricostruito dopo l’80 resisterebbe ad un’altra botta di quell’intensità?
Qualche amico ingegnere mi ha detto che potremmo trovarci di fronte ad un 30% di patrimonio edilizio seriamente danneggiato, anche fra le strutture in cemento armato e anche fra le strutture pubbliche, in particolare le scuole. E si vedono palazzi in cemento armato con i ferri che spaccano il cemento perché costruiti male.
Ma quello che è più importante manca la preparazione delle persone ad affrontare i disastri. Non si fanno esercitazioni, non c’è una cultura diffusa di protezione civile che trasformi ogni cittadino che non abbia subito danni in un soggetto attivo pronto ad aiutare. Impera il menefreghismo e l’idea che la “dichiarazione di calamità naturale” risolva poi tutto. Prevale la logica che produce disastri del “io speriamo che me la cavo”.
Quando ne usciremo? Dipende solo dall’impegno che ognuno di noi mette nella cura della casa comune.

Le testimonianze dei volontari della prima ora

Canale Youtube
Canale WhatsApp
Canale Telegram




Lunedì 23 Novembre,2020 Ore: 05:59
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info