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www.ildialogo.org Ritenete il bene, rifiutate il male,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Ritenete il bene, rifiutate il male

Riflessione a partire dal convegno di Napoli sulla "Veritatis gaudium"


di Giovanni Sarubbi

Il 4 febbraio scorso ho scritto un articolo dal titolo Viva il dialogo cristiano-islamico!. L’articolo traeva spunto dalla firma ad Abu Dhabi del Documento sulla fratellanza umana redatto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.
Sono passati appena 4 mesi e quel documento, come avevano promesso i suoi firmatari, è stato al centro del dibattito sulla “Veritatis Gaudium”, cioè in un ambiente universitario e di ricerca, che si è tenuto a Napoli il 20 e 21 giugno, solo due giorni fa, e di cui abbiamo fornito un ampio resoconto sia riportando tutta la documentazione possibile, sia riportando alcune interviste a cui altre ne seguiranno nelle prossime settimane.
Una riflessione su ciò che è successo a Napoli, a cui invitiamo tutti i nostri lettori a partecipare partendo dai materiali che abbiamo pubblicato, non può dunque che partire da quel documento prima ancora che dalla “Veritatis Gaudium” che un anno e mezzo fa definì le basi per trasformare profondamente la formazione teologica fornita nelle università religiose cattoliche formulando una vera e propria “teologia del dialogo” come base della formazione sia dei laici che dei futuri preti.
Bisogna dire che di questa impostazione nuova ci siamo accorti solo dopo il convegno di Napoli. La “Veritatis Gaudium” è infatti pressoché sconosciuta sia alla grande maggioranza dei semplici cattolici sia agli stessi preti che, nella loro grande maggioranza, sono stati educati e formati con una teologia dello scontro e della rivendicazione della “verità” posseduta dalla “Chiesa Cattolica” nel cui seno vi è la sola salvezza possibile. Formazione che può essere ben condensata nella tristemente famosa dichiarazione “Dominus Jesus”, del giugno 2000, dell’allora cardinale Ratzinger[1]. Quella dichiarazione, vogliamo ricordarlo, fece piombare nell’inverno più cupo i rapporti ecumenici e i rapporti interreligiosi. Era il segno di una chiusura netta della chiesa cattolica non solo rispetto alle altre confessioni cristiane e alle altre religioni, ma anche il segno di una chiusura netta rispetto al mondo. Non è un caso che di essa non vi sia alcuna traccia nella “veritatis gaudium”.
La “veritatis gaudium” dunque costituisce una innovazione radicale nell’ambito della chiesa cattolica. E non è neppure un caso che ci sia voluto oltre un anno e mezzo per arrivare ad una discussione pubblica sul suo contenuto, con un intervento diretto del Papa stesso per dare solennità e importanza all’evento e alla “teologia del dialogo”. Che questo sia avvenuto a Napoli è sicuramente un fatto importante perché Napoli è la città probabilmente più aperta e più disponibile a praticare la via del dialogo e dell’incontro, sia per la sua storia sia per la sua posizione al centro del Mediterraneo che ne fa da sempre crocevia di traffici e di culture.
Dunque il dialogo è tornato prepotentemente al centro del dibattito delle chiese cristiane. Dialogo con tutte le religioni, ma soprattutto fra le religioni abramitiche, ma anche dialogo con tutte le culture e con la scienza.
Dobbiamo allora riflettere sui contenuti del Documento sulla fratellanza umana di cui oggi, a distanza di 4 mesi dalla sua firma, possiamo valutare sia i molti aspetti positivi, che sono quelli che ho indicato nel mio editoriale del 4 febbraio prima citato che riconfermo tutti e a cui rimando, sia i suoi limiti.
Il limite fondamentale del documento è legato alla questione della individuazione delle responsabilità della crisi epocale che stiamo vivendo.
I sottoscrittori del documento affermano di credere «fermamente che tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti». E più avanti si imputa la crisi al “dominio del materialismo”.
Il riferimento al “materialismo” potrebbe lasciare intendere che i due firmatari si riferiscano alla ideologia marxista che è caratterizzata proprio dal “materialismo storico e dialettico”. Ma nel testo non si fa riferimento all’ateismo che è una delle altre caratteristiche che di solito si associano al marxismo. Probabilmente sulla questione c’è dibattito in seno alla chiesa cosa che ha portato ad una definizione ambigua o quanto meno problematica. I marxisti però, questo è certo, non divinizzano l’uomo proprio per il loro ateismo.
Se è il marxismo il riferimento del documento, in questa individuazione della crisi pesa sulle due principali religioni mondiali il non aver fatto i conti con l’ideologia marxista il cui “materialismo” non è finalizzato all’accumulazione di ricchezze immense in poche mani, che sono la causa prima della crisi, ma al contrario è finalizzato alla socializzazione delle ricchezze e alla giustizia sociale. Al contrario si dichiarano “credenti in dio” (ricordate “dio patria e famiglia”) tutti coloro che si arricchiscono sfruttando selvaggiamente il lavoro umano accumulando immensi capitali nelle proprie mani. E hanno agitato il nome di Dio (ricordate “gott mit uns”, dio è con noi) quei regimi che hanno provocato ben due conflitti mondiali nel 20 esimo secolo ed un centinaio di milioni di mori e immani distruzioni.
Il non aver capito la scientificità delle analisi marxiste e la loro correttezza e il non aver fatto i conti con quel “materialismo” che permea tra l’altro tutti i “libri sacri” e la storia delle varie religioni impedisce di comprendere la natura e i responsabili veri della crisi che Marx ed Engels avevano ben compreso e descritto fin dal loro testo più famoso e cioè “Il Manifesto del Partito comunista”.
Ed è propria la lettura dell’intervento tenuto a Napoli dal prof. Sergio Tanzarella chiarisce senza ombra di dubbio le responsabilità delle religioni, e di quella cristiana in particolare, in tutti i drammi e le mostruosità che sono avvenuti negli ultimi duemila anni di storia. Ed è proprio quell’intervento che dice inequivocabilmente come lo scontro delle idee sia tutto aperto e che oltre a scegliere la via del dialogo, che è cosa buona e giusta, sia necessario scegliere anche inequivocabilmente contenuti che siano a favore dell’umanità e su queste cose il Documento sulla fratellanza umana dice cose corrette. E fra queste il no alla guerra è assoluto e sacrosanto.
È l’umanità che deve essere il punto di riferimento delle religioni e questo sarà sempre più possibile se le religioni riusciranno a liberarsi della cappa della metafisica che le opprime e le rende schiave di interpretazioni finalizzate alla sopraffazione dell’uomo sull’uomo e alla gestione del potere.
Ma c’è stato un tempo nel quale marxismo e cristianesimo si sono confrontati e di questo confronto sono testimonianza libri come “Marxismo e cristianesimo” di Giulio Girardi. Era il periodo immediatamente seguente al Concilio Vaticano II e il Papa si chiamava Paolo VI. Poi seguì la stroncatura della Teologia della Liberazione da parte di Giovanni Paolo II e del suo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Ratzinger. Era il 1984 e da allora l’anticomunismo ha ripreso con forza la sua diffusione nella chiesa cattolica. In quel testo di Girardi ci sono le basi per riaprire il dialogo tra marxismo e cristianesimo proprio sul tema delle responsabilità della crisi e delle responsabilità delle guerre.
Ora con la nuova teologia del dialogo di Papa Francesco c’è la speranza che il dialogo con tutte le religioni e tutte le culture ritorni ad essere a 360 gradi e coinvolga anche il marxismo. E così si potrà capire che il motivo di fondo delle guerre e della corsa agli armamenti è la proprietà dei mezzi di produzione e la mancata socializzazione delle ricchezze prodotte dal lavoro umano che, visto le dimensioni attuali, non possono essere gestite in modo privatistico.
Ed è proprio di queste ore la notizia della decisione del padrone di Facebook di dare vita ad una propria criptovaluta infischiandosene di regole o controlli ma contando solo sulla propria posizione dominante. Sono così forti e potenti che si sentono in grado di realizzare una propria moneta privata senza alcun controllo e senza alcun rispetto dei diritti umani di tutta l’umanità.
È questo che mette in discussione la pace e che provoca crisi con decine di milioni di morti e la distruzione del pianeta.
Sul Documento sulla fratellanza umana c’è una opposizione fra alcuni settori del mondo musulmano. La critica è legata all’Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb che lo ha sottoscritto. La morte dell’ex presidente egiziano Morsi, destituito con un colpo di stato e arrestato, ha ancora di più rinfocolato l’opposizione nei confrontell’imam di Al-Azhar a cui non si riconosce alcun ruolo guida all’interno del mondo musulmano sunnita che, a differenza di quello sciita, non ha alcun clero. Ma la stessa cosa si può dire del Papa della Chiesa di Roma che non è riconosciuto come capo di tutte le chiese cristiane esistenti. Altra critica viene rivolta agli Emirati Arabi Uniti dove si è svolto l’incontro interreligioso e dove il documento è stato firmato. Emirati considerati come la negazione stessa dei valori dell’Islam, una vera e propria “fogna irrespirabile”.
Il documento è stato accusato “d’ipocrisia e menzogna” perché “non si può prescindere dal tempo, dal luogo e dal contesto” quando si firma un documento.
Non conosco né personalmente né ho una conoscenza delle sua produzione letteraria il “grande imam di Al Azhar”, nè so perchè lo chiamino "grande imam" e non so quindi se il documento da lui firmato sia frutto di adesione profonda ai suoi contenuti o sia frutto di real politick. Mi sembra chiaro, però, che tutta la parte introduttiva del testo sia scritta con un’ottica tutta cattolica. Credo sia la parte cattolica che abbia dato l’impostazione prevalente mischiando idee e concetti di cristianesimo e islam scrivendoli secondo un’ottica cattolica. Il riferimento e a questa idea del papa che si presenta come capo dei cristiani d’priente e d’occidente e associando il “grande imam di Al Azhar” in questa visione.
Ma tolta questa parte ,che può essere giudicata una forzatura, nel merito del documento e innanzitutto sulle questioni della pace e della guerra si può o no essere d’accordo? E se il “grande imam di Al Azhar” non ha tenuto fede all’impegno sottoscritto di far diventare questo Documento « oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi.» possiamo dire la stessa cosa di Papa Francesco?
Il convegno di Napoli dice di no. Papa Francesco si sta impegnando effettivamente in un’opera di trasformazione della sua chiesa sulla linea del documento firmato ad Abu Dabi. Anzi il documento sulla Fratellanza Umana è parte integrante della sua linea . Che poi questa trasformazione riesca questo dipende dallo scontro di idee che è in campo e che proprio il dibattito di Napoli, a cui ho assistito, mette in luce in modo inequivocabile.
Non c’è nulla di definitivo nello scontro tra bene e male e noi abbiamo il dovere di rifiutare tutti i contenuti maligni e accogliere tutti i contenuti positivi, come diceva Paolo di Tarso (1 lettera ai Tessalonicesi 5,21-22 “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male”). Ma concetti simili sono presenti diffusamente nel Corano perché ritenere il bene e rifiutare il male è la base della migliore religiosità, di quella che ricerca il fine ultimo dell’esistenza.
Quindi va bene mettere in luce le incongruenze o le ipocrisie ma è necessario evitare di buttare il bambino con l'acqua sporca. E se dobbiamo schierarci schieriamoci con il bene e mai con il male.
Ed in Italia è in corso uno scontro frontale e senza esclusioni di colpi proprio fra il bene e il male che coinvolge proprio Papa Francesco.
Giovanni Sarubbi
 NOTE
1Per il testo della Dominus Jesus e per tutta la discussione che ne seguì vedi la sezione del nostro sito “La dottrina della fede secondo Ratzinger” . Per il testo della Dominus Jesus vedi il seguente link



Domenica 23 Giugno,2019 Ore: 22:56
 
 
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